Il viaggio di fine liceo era finalmente arrivato, attesissimo, per i protagonisti della nostra storia. Le valigie erano già tutte pronte, persino loro non erano più nella pelle di essere caricate in macchina verso l'aeroporto. La figlia del nostro caro coach, si sveglia presto questa mattina, per farsi una doccia e mettersi indosso uno smanicato a collo alto rosso fuoco con la stampa di un toro tutta nera ad altezza taschino e sulla schiena, mentre degli skinny color sabbia del deserto si amalgamavano con la sua tonalità di pelle mulatta. Ai piedi dei semplici sandali alla schiava. Una volta asciugati i suoi capelli, si truccò senza porci molto sforzo. Le piace curarsi col trucco, ma senza risultare troppo appariscente, amava le mezze misure forse solo nel makeup.
Alejandro Cabello l'ha abbracciata sorridendo, e sussurrandole un "Mi raccomando, principessa, torna presto e divertiti.", prima di caricare la sua valigia nel taxi, dato che era già in ritardo per andare a scuola. Camila si fece lasciare a casa del playmaker, sono ancora le 07:30 del mattino, chiedendo all'autista di aspettare lì il suo ritorno. Così suona il campanello, sentendo subito dei passi affrettati avvicinarsi alle spalle della porta. Mike, paffuto e rosso in viso dalla corsetta per andare ad aprire, si aprì immediatamente in un sorriso sorpreso e sinceramente contento. Fece accomodare la ragazza, chiedendole se volesse mangiare qualcosa, ma la cubana rifiutò gentilmente dicendo che voleva solo accertarsi che suo figlio avesse messo le robe adeguate nella valigia. Mike lanciò un grido al piano di su, facendo scendere il suo primogenito ancora in boxer e maglietta intima, con i capelli arruffati dal sonno. Laurin si era preparato la valigia da giorni, perciò quella mattina si era prefissato di fare come sempre, svegliarsi quell'oretta prima, lavarsi e mangiare e prendere un taxi per l'aeroporto. Non s'immaginava di trovarsi in cucina Camila Cabello, infatti quando fece il suo ingresso nella cucina che vide protagonista la loro prima esperienza più spinta, Laurin era ancora con gli occhi stropicciati dalla luce forte della mattina, e con una mano si grattava la nuca, con l'altra in pacco. Fece un passo indietro, in contropiede, appena vide la sua amica accanto a suo padre a tavola, in attesa del suo arrivo.
"Ma che ca..."
"Laurin! Ti sembra modo di presentarti davanti ad una ragazza?", dice il padre con rimprovero. Camila rise appena, scuotendo la testa mentre fissava il tavolo.
"Ma che ne sapevo! Camz, che ci fai qui?"
"Sono sicura al 100% che in quella valigia hai messo jeans neri e giubbotti di pelle, ignorando totalmente il fatto che stai per andare a Cuba e non in Alaska, quindi sono venuta a salvarti la pelle prima di portarti in ospedale per asfissia."
Mike, scoppiò a ridere dando ragione alla ragazza, con la stessa solita veemenza di suo figlio, e Camila la trovò una somiglianza molto gradevole. Laurin, fece un mezzo sorriso divertito mentre i suoi occhi e sopracciglia si tramutarono in uno sguardo torvo che non ammetteva repliche. Annuì, dopo aver riflettuto per qualche secondo e indicò la ragazza con un dito per poi portare all'indietro della spalla tutta la mano.
"D'accordo, dai, sali. Così ne approfitto per prepararmi già."
"Ren, vestiti!", gli ricorda ancora il padre, che ci ha sempre tenuto alla decenza difronte ad una donna, mentre i due amici sono già per le scale. Raggiunsero la camera di lui, e la porta venne spalancata dal ragazzo che si scusò per il disordine, nonostante di disordine ci fossero solo un paio di maglie sulla sedia e il portatile ancora aperto sulla scrivania in legno scuro.
Lauren indicò la valigia alla ragazza, mentre aprì l'armadio per vestirsi. La ragazza cominciò a guardarci dentro scuotendo la testa in negazione. Il ragazzo si lavava nel bagno con la porta semi aperta, per parlare con lei nel durante.
"Non partirai con queste cose, te lo dico!"
"Non ci pensare proprio, Cabello."
"Lau, non hai idea di quanto sia diverso da qui! Già Miami è calda e tu ti vesti fuori stagione, figurati lì!"
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...