49. Night changes

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Sinuhe è stata un toccasana per la giovane cubana, che ha cominciato ad uscire con i suoi amici, senza fare sconti peró al suo digiuno. Non riusciva a mangiare, preferiva ascoltare il suo stomaco lanciarle fitte lancinanti piuttosto che toccare cibo. Beveva solo tanta acqua, e a volte aggiungeva delle fette di limone nello shaker se si portava in giro, per bloccare il senso di nausea per il digiuno. Le era già successo di usare il suo corpo in questo modo per sentirsi in pieno controllo di sé; ai suoi 12 anni le arrivarono le mestruazioni, il suo corpo era grassoccio e a scuola nessuno la prendeva in giro solo perché si sapeva che fosse di famiglia ricca. Ricca naturalmente per gli standard di Cuba. Lei però li vedeva gli sguardi di scherno, senza curarsene. Quando però la mancanza dei suoi genitori si fece più insistente proprio in quegli anni, poiché sua madre ebbe una grande offerta di lavoro in Francia, quasi in maniera involontaria la ragazzina cominciò ma mangiare sempre meno. Si accorse che tenersi quasi a digiuno le dava una sensazione di onnipotenza su se stessa, la faceva sentire viva, così il suo peso crollò vorticosamente di 15 kg. Sua nonna se ne rese conto e la portò in ospedale, dove non le fecero molto, così avvisó i suoi genitori, che la portarono in una clinica specializzata a Miami. Fu quella la prima volta che la piccola si spostò da Cuba. Miami le rimase nel cuore, le donava calore e non aveva un clima molto diverso dalla sua città, e lei di calore ne aveva bisogno. Camila nella sua testa da ragazzina collegó il suo digiuno all'improvvisa comparsa di entrambi i suoi amati genitori, così dopo essersi ripresa dal suo crollo nutrizionale, mantenne sempre quel vizio di tenersi in riga anche in modo eccessivo. Vedere il suo corpo più secco rispetto alla norma, poi, non le dispiaceva anzi, le ricordava quella bella sensazione di quando entrarono di corsa, all'improvviso, sua mamma e suo papà nella stanzetta di ospedale de L'Avana, e si sentì tanto felice da poter morire.
Inutile dire che Camila fosse una di quelle ragazze che, se dovessero trovare la loro felicità, ingrasserebbero anche di 10 chili e la prova è quella volta in cui lei e Laurin mangiarono sushi nell'Audi di Shawn e lei fu capace di finirsi un'intera busta di cibo più un raviolo del suo ragazzo.


Era dimagrita in questi dieci giorni di assenza di Laurin, non gliene faceva una colpa, era solo il suo modo per non crollare totalmente, ormai non ci faceva più nemmeno caso per quanto l'avesse interiorizzato come abitudine. Domani sarebbe stato il suo compleanno, e la ragazza era eccitata all'idea di diventare maggiorenne. I suoi amici le avevano detto che sarebbero andati a casa di lei e avrebbero festeggiato, e lei ne fu felice. Del resto già il suo ragazzo non sarebbe potuto esserci dato che il college non ammette assenze durante le settimane di prova, perciò avere attorno a sè i suoi genitori e i suoi amici sarebbe stato un grande conforto. Era riuscita quasi a trovare un equilibrio con la sua assenza; si sentivano per messaggio in modo sporadico come sono sempre stati abituati a fare, e al massimo per chiamata la notte quando entrambi sono già a letto pronti per dormire.

Laurin aveva raggiunto un numero record di masturbazione, in quei giorni. Si schifava lui stesso per quante volte si era ritrovato a sfogarsi da solo, perchè una cosa tanto incontrollata non gli era mai capitata. Eppure sapere Camila lontana da lui, lo portava a cercare sempre un contatto fisico che non poteva trovare, così anche la minima frase spinta da parte di lei, faceva svegliare di prepotenza il suo attrezzo. Del resto, ormai, si era abituato a farlo con lei dalle due alle tre volte al giorno, anche di più nel weekend, perciò ritrovarsi di punto in bianco senza le curve della cubana, risultò una mancanza evidente per il suo amico sempre intrappolato a sinistra dei suoi boxer.

Senza rendersene conto, Laurin, stava cominciando a trasformarsi tra le mura del college di New York. Il suo istinto lo stava portando ad essere il ragazzo che mai vorrebbe essere. Si masturbava di continuo durante il giorno senza capire la vera motivazione della sua eccitazione, si sentiva sopraffatto dal suo pene, per la prima volta in vita. A volte terminava la sua eiaculazione e cominciava a piangere, non capendo il motivo nemmeno di quelle lacrime. Osservava le ragazze, adesso, in modo più attento e si chiedeva mentalmente il perchè, dato che non è mai stato quel tipo di maschio che osserva tutte. Rabbrividiva al minimo tocco di qualcuno, come se il suo corpo implorasse di essere toccato. La sua mente si focalizzava solo quando si allenava a basket con i suoi nuovi compagni di squadra, e cominciava a sfogare la sua rabbia più abitualmente, senza incanalarla solo nello sport o nel sesso. Tornava se stesso, solo quando un messaggio di Camila colpiva il suo telefono, o quando sentiva la sua voce nel cuore della notte. Tornava a sentirsi come sempre, e si sentiva a casa dentro il suo corpo. La ragazza non aveva modo di accorgersi dal cambiamento di Laurin, perchè con lei era sempre lo stesso. Era il playmaker ad accorgersi di tanti campanelli d'allarme che non gli stavano piacendo per niente. Iniziava a sentirsi scomodo in questo nuovo se stesso.

La figlia del coach || Camren FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora