Quella villa aveva meno di un giorno e già aveva visto tutte le persone più importanti della vita dei due giovani proprietari. Li possiamo vedere, adesso, salutare gli invitati sull'uscio della porta, intenti ad andar via essendo le tre di notte passate. Tra tutta quella gente, loro erano gli unici carichi di un'energia particolare, e richiudendosi la porta alle spalle restando soli, fu palpabile per entrambi. Camila non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi innamorata persa di un ragazzo, di fidanzarsi, di andare a convivere. Lei, che fino a due anni fa era ancora immersa in qualche discoteca marittima, con fiumi di alcool nel corpo, che festeggiava l'anno nuovo scopando sulla spiaggia con qualche ragazzo di cui non si importava nemmeno di sapere il nome. Sfuggiva all'amore con così tanta dedizione, da convincersi di esserne immune fin quando l'essenza pura e dolce di Laurin, non l'ha scossa da dentro come un terremoto devastante facendo crollare tutte le sue convinzioni. Ci sperava, i primi giorni nella suo nuovo liceo a Miami, di portarsi a letto quel playmaker così tanto diverso dagli altri, ma era certa che sarebbe riuscita a resistere ai suoi sentimenti. Così non fu, ritrovandosi perdutamente innamorata di un ragazzo talmente buono e complesso, da sembrare un angelo indifeso sceso in Terra. La sua storia con lui le scorre in testa in mezzo secondo, mentre guarda Laurin sorridergli appoggiato con una spalla contro la porta d'ingresso di casa loro. Casa loro.
"Wow", ridacchia incredulo Laurin, guardando il pavimento, ripensando a come assurda fosse la loro vita adesso. Anche lui si aspettava qualcosa di totalmente diverso, o meglio, fantasticava senza progettare nulla di concreto per paura di fallire e restarne totalmente deluso. Ha sempre sognato una carriera a New York, un bell'attico a vetrate e tanti soldi per potersi permettere una famiglia numerosa, quando però pensava all'idea di doversi trovare una ragazza qualcosa lo frenava. Forse il fatto che i suoi gusti fossero molto esigenti in ambito di ragazze, forse perchè non amava l'idea di perdere di vista i suoi obiettivi prendendo una sbandata per qualcuna, o forse semplicemente perchè l'assenza di sua madre gli aveva scatenato una sfiducia generale verso il sesso femminile, rifiutando anche solo un contatto più romantico per il terrore di venir abbandonato all'improvviso e senza spiegazioni, come successe con sua madre.
"Ci credi?", dice Camila, capendo perfettamente che Laurin stesse facendo gli stessi pensieri increduli di lei, sul loro passato e presente. Lui arriccia il naso, negando e ridendo insieme a lei.
"Magari domani mi sveglio ed è tutto un sogno...", la ragazza avverte la nota di paura di lui, nell'essere lasciato, e prende il suo viso con entrambe le mani guardandolo con amore.
"Non ci pensare nemmeno... Che dici puliamo domani tutto questo macello?", gira il volto verso il salotto devastato da bicchieri e cibo restante sulla tavolata.
"Fammi solo mettere in frigo questi...", dice lui, non volendo sprecare cibo a vuoto. La ragazza lo aiuta a raccimolare i vassoi, sistemandoli nel frigo, per poi guardarsi di nuovo. Il ragazzo sembra squadrare nuovamente la ragazza con gli stessi occhi di quando la vide scendere le scale, prima della festa, cosa che scatena un sorrisetto sul volto di lei.
"Che c'è, capitano? Cosa ti passa per la testa?", lo istiga venendo afferrata per i fianchi dalle sue mani calde e tirata verso il suo corpo muscoloso. Il ragazzo, come intontito da un filtro d'amore, porta le sue labbra sul collo, cominciando a baciarla e succhiarla di tanto in tanto. Lei lo lascia fare per qualche secondo, ridendo, e poi si allontana.
"Okay, ho capito cosa vuoi, Jauregui... Vieni con me", le prende la sua mano e lo trascina con una lentezza straziante verso le scale. Laurin quasi non strascicò i piedi sul pavimento, alla vista del sedere rotondo ondeggiare con una flemma frustrante. Grazie al cielo Camila non sembrò più far caso ai suoi 6 chili di troppo, rendendo Laurin l'uomo più felice del mondo, e forse anche il più eccitato. Lei salì le scale tenendolo ancora per mano, raggiungendo la loro camera da letto. L'arredamento era stato scelto interamente da Laurin. Camila insistette per far sì che fosse lui ad arredarla, dicendo che avesse un tocco magico per le stanze da letto, ricordando l'effetto strano che le ha sempre fatto la vecchia cameretta di lui.
STAI LEGGENDO
La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...