La gita era a metà del suo corso. Tra la febbre del playmaker, la visita dalla nonna di Camila, serate tra locali e passeggiate pittoresche, il nostro gruppo stava vivendo un'esperienza indimenticabile. Quella mattina, i ragazzi della squadra e Bazzi avevano espresso il desiderio di andare in spiaggia, non si sarebbero mai persi l'occasione di osservare i bei corpi delle cubane in bikini, così le ragazze accettarono, volendo approfittare per una bella abbronzatura anticipata in pieno Aprile. Camila si mise come sempre a capo gruppo, accompagnando tutto i suoi amici alla playa.
"Wuuu! Adoro il mare!", Halsey entusiasta inizia a togliersi la maglietta, avendo sotto il costume, come tutti gli altri.
Laurin ad un costume proprio non ci aveva pensato, non è un grande amante del mare, data la sua carnagione facilmente scottabile, così l'unico ad avere un costume in più era Gregg e potè dare al suo amico solo un misero boxer corto e aderente, tutto nero, il classico sotto costume che si usa quando si fa sub. Tutti si erano già messi in costume, le ragazze comprese, l'unico a restare con le braccia conserte e un'espressione scocciata era il capitano.
"Fra, andiamo, che ti prende?", gli chiede Shawn dandogli un colpetto col dorso della sua mano sul suo petto.
"Ho un cazzo di costume che sembra uno strato di lattice. Sembro un coglione in mutande."
"... Il sotto costume sub di Gregg?"
"E cosa, se no. Non volevo venire in spiaggia, non ho pensato di partire mettendo un costume in valigia. E poi odio il mare."
"Andiamo tanto hai un bel fisico, amico... Non sarà poi così male il costume anche se aderente.", cerca di convincerlo Shawn ricevendo solo un'occhiataccia da Laurin. Capendo di non poter far altrimenti, il capitano si tolse la maglia, per poi abbassarsi i pantaloncini e scoprire il suo costume. Normani che aveva sentito tutta la loro discussione si avvicina a loro.
"Che belle mutandine, Lau!", lui sbuffa sbattendo nella sabbia il suo pantalone e dirigendosi verso l'acqua, "Non sei divertente, Norm. Voi e questa stupida passione per la spiaggia!"
Il capitano si tuffa, senza guardare in faccia nessuno. Almeno si sarebbe rinfrescato così. Appena il suo corpo entrò d'impatto nell'acqua, tutti i suoi muscoli ebbero uno spasmo, portandolo a tornare a galla come un fulmine.
"CAZZO! E' GELATA, CAZZO!!", tornò di corsa sulla sabbia, sotto gli sguardi divertiti dei suoi amici che non avevano ancora toccato l'acqua nemmeno con un dito. Il suo corpo era tirato e intirizzito dal freddo, la sua pelle era tutta ad oca e in quel momento odiò ancora di più il mare. Distrattamente guardò Camila, e vide il suo sguardo puntato sul suo costume, così capì, e d'istinto si coprì il pacco, che con il gelo, si era ribellato anche lui.
"L'Avana è bagnata dall'oceano, Lauren. Dovresti sapere, essendo di Miami, che l'oceao è particolarmente freddo...", ride Camila, alzando la voce per comunicare col ragazzo.
"... Odio il mare, lo odio, cristo!", si imbroncia ancora di più lui, andandosi a prendere un paio di dollari e avvicinarsi al chiosco per distrarsi con qualcosa da bere, allontanandosi di poco dal gruppo di amici.
"Cervezas, gracias." (Birra, grazie.)
Il barista aprì una bottiglia al ragazzo, che pagò subito, appoggiandosi al bancone e fissando il mare. Forse oggi si era svegliato storto, ogni tanto gli succede. Erano i giorni come questi, in cui decideva di lasciarsi andare con qualche ragazza. Forse solo per sfogo, o per nessun motivo in particolare. Era come se gli venisse il ciclo, ogni tanto, e si svegliasse letteralmente con le palle girate. Una ragazza mulatta col il corpo sinuoso e una bella quarta di seno, si avvicinò al nostro capitano, sorridendogli in modo familiare. Forse era il modo civettuolo di tutte le cubane per attaccare bottone? La ragazza gli chiese se gli piacesse la spiaggia, ed ironia della sorte, proprio quella domanda più sbagliata venne fatta a lui. Rispose sinceramente, dicendo che si reputa sfortunato, essendo di Miami e andando in villeggiatura a Cuba, dato che in realtà detesta il mare. La ragazza rise, trovandolo divertente, chiese come mai sapesse lo spagnolo, avendo in risposta un'altra verità, ovvero che i nonni di lui sono nati a Cuba, prima di emigrare. La cubana iniziò ad interessarsi, lui chiese a lei quanti anni avesse. 18, lui rise, rivelando di averne 17. La ragazza rise di nuovo, trovandolo attraente non solo di fisico, e complimentò i suoi occhi celesti. Lui precisò di averli verde oceano, dato che cambiano colore in base alla luce, e lei sembrò esserne doppiamente attratta. Lui adesso, squadrò la ragazza, era bassina con degli occhi grandi castani, delle labbra piccole e carnose e dei lunghi capelli ricci. Era attraente come ragazza, così fu sincero e si complimentò in risposta con lei, per la sua bellezza. Lui gli chiese cosa facesse nella vita, lei rispose barista, ballerina e cassiera. Quella risposta lo stupì, e cercò di capire meglio, così lei le spiegò che fa questi tre lavori tutti a nero, i primi due nello stesso night club, l'ultimo in un supermercato. E tu, Laurin? Non glielo dici cosa fai? Certo che glielo disse. E la ragazza si morse il labbro, capendo come mai avesse un corpo tanto scolpito.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanficNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...