74. The great day

3.2K 142 10
                                    

Camila aveva passato la notte con le sue amiche, tornando a dormire a casa dei suoi genitori per potersi preparare il giorno successivo, senza Laurin tra i piedi, come da tradizione. Laurin era a casa con Michelle e passò la serata con i suoi amici. Entrambi avevano trascorso un festeggiamento di addio alla vita da non sposati, trascinati dai loro amici per locali, discoteche, spiagge e privè. Per un momento, durante la sera, i due grupponi si incontrarono casualmente. Lei usciva da una discoteca e lui stava per entrare nel night club accanto. A distanza, i due, inchiodarono i piedi al marciapiede, nonostante gli strattoni e le urla eccitate degli amici, per non farli minimamente toccare. Laurin squadrò dalla testa ai piedi Camila, vestita in modo sobriamente scoperto e per essere una donna di quarant'anni ormai era più che attraente. Camila invece, strinse gli occhi appena, guardando il suo uomo, per poi alzarli sull'insegna del night club. Ci sarebbero state sicuramente ballerine, se non proprio stipper, e lei lo sapeva. Riguardò Laurin, mentre nelle orecchie di entrambi riecheggiavano le voci dei loro amici che cercavano di dissuaderli dal parlarsi o avvicinarsi. Laurin si sentì ghiacciare, come sempre accade sotto lo sguardo di rimprovero di lei, per poi essere invaso da una tremenda voglia di farla sua. In quel momento perse tutta la voglia che aveva di entrare in quel club, e sarebbe volentieri andato a prendersi la sua futura moglie per farlo sui sedili della sua macchina sportiva, come facevano da durante il college. Per Camila leggere gli occhi di lui, era come parlare in cubano, ovvero assolutamente scontato, e quando vide quel repentino cambio di desiderio, si reputò soddisfatta e abbassò gli occhi sul cavallo dei suoi pantaloni. Ogni volta che lei faceva quella mossa, il corpo di Laurin si sentiva in dovere di rispondere, come se fosse tutta proprietà di lei, come se ogni fibra del suo corpo rispondesse solo e soltanto a Camila Cabello. Il corpo dell'uomo si attivò, e la cubana sorrise astuta, sapendo che sotto quei pantaloni stava nascendo una meravigliosa erezione, e che il suo uomo sarebbe entrato nel night club con un'eccitazione che dipendeva solo da lei e da nessun'altra.

Laurin, indipendentemente dall'incontro con Camila, non era molto entusiasta di entrare in uno strip club ma sotto costrizione dei suoi amici si ritrovò seduto ad una sedia mentre guardava con distrazione quelle ragazze aggrappate ai pali, di cui molte avranno avuto solo qualche anno in più di sua figlia. Alle sue spalle i suoi amici sembravano divertirsi più di lui, e quando uno di loro lo punzecchiò accorgendosi della sua eccitazione, lui si limitò a ridacchiare, mentre nella sua testa vorticavano soltanto scene della sua donna che lo comandava. Come poteva essere possibile che dei corpi tanto sensuali e scoperti gli provocassero solo un distaccato interesse e l'idea di essere alla mercè della volontà di una sola donna, lo mandava in tilt? Non mi sembra il caso ancora di spiegare che a Laurin, di fare il papino con qualche ragazzina che gli balla addosso, non interessa minimamente.

Quando tornò a casa, la prima cosa che fece fu entrare in camera di sua figlia e accertarsi che ci fosse e che andasse tutto bene. La trovò sul letto ancora fatto, vestita, a dormire in modo scombinato. Sorrise intenerito e si prese tempo per accarezzare il suo viso e toglierle con delicatezza la maglia e il pantalone, per poi coprirla con il lenzuolo. Andò in camera sua, crollando dalla stanchezza e dall'alcool. La mattina seguente si alzò solo grazie a sua figlia, che da ragazza con la testa sulle spalle mise la sveglia. Laurin ebbe una fitta d'ansia alla bocca dello stomaco, capacitandosi che fosse in grande giorno. Ci mise un'ora buona per prepararsi e aiutare sua figlia, mentre un truccatore correva tra il bagno e la camera di Michelle per acconciarle i capelli.

Si sarebbero sposati in chiesa, per lei, e dopo un mese avrebbero scambiato le promessa anche al comune, per lui. Laurin portava un completo celeste pastello con dei dettagli bianchi, la chiesa era tutta pronta e gremita di gente. C'erano tutti. I loro genitori, anche se più invecchiati, i suoi polletti Taylor e Chris, ormai adulti anche loro, i vecchi e nuovi amici di lui e di lei. Erano tutti vestiti in modo elegante, e la tensione nell'aria si poteva tagliare con un coltello. Michelle aveva i capelli raccolti e un trucco leggero che risaltava i suoi occhi oceano, presi da suo padre, con un vestito comodo e fasciante, quasi da ufficio, non amando l'idea di indossare indumenti larghi. Laurin era all'altare, e batteva un piede per terra, ingoiando l'ansia secondo dopo secondo.

La figlia del coach || Camren FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora