Verso le quattro di mattina, Laurin si svegliò presto rivestendosi e sgattaiolando dalla camera della ragazza per fingere di aver dormito con i suoi amici per tutta la notte. Una volta tornato a letto, si addormentò immediatamente, stanco. Verso le nove, i suoi amici lo svegliarono con poche buone maniere, dato che il capitano non dava cenni di volersi svegliare. Le ragazze erano già tutte in cucina a far colazione insieme a James, e i giocatori le avevano raggiunti. Dopo cinque minuti Laurin compare in cucina, con addosso la sua magliettina da notte e dei pantaloncini, trascinando i piedi dalla stanchezza e con i capelli arruffati.
"Ma ben svegliato! Era ora!", dice Dinah, immaginando il motivo per cui il suo amico fosse tanto stanco.
"Buongiorno", risponde lui ancora in modalità risparmio energetico, andandosi a sedere accanto alla polinesiana. Aveva difronte a sè, come sempre, Camila, che alzò lo sguardo per guardare il ragazzo e non resistere dal sorridere sotto i baffi. Quando lui la guardò ancora con gli occhi gonfi dalla stanchezza, Dinah captò il loro scambio di occhiate, e inevitabilmente nota un alone arrossato sul collo del suo amico seduto al suo fianco, senza dire nulla.
"Lau, penso che tu debba dormire di più la notte. Ogni giorno sembri sempre più stanco.", dice Shawn, sospettando anche lui qualcosa di più degli altri, come Dinah. Il ragazzo non risponde, pensando solo a far colazione.
"Allora, per oggi è confermato? Altra giornata in spiaggia?", dice eccitato Bazzi. In quel momento Laurin tossì forte, rischiando si soffocarsi con i cereali, mentre Camila quasi sputò il succo, rischiando anche lei di farselo andare di traverso. Il gruppo rimase un attimo allibito dalla reazione in sincrono dei due, che si erano totalmente dimenticati della seconda giornata a mare programmata, e di certo non potevano far vedere tutti i succhiotti che Camila aveva lasciato su tutto l'addome di Laurin.
"Qualcosa non va?", chiede James.
"N-no... E' che lo sapete... Odio il mare.", risponde Laurin dopo aver ripreso a respirare.
"Io a dirla tutta non mi sento molto bene, oggi...", dice Camila.
Nella stanza si crea il silenzio. La coppia si iniziò a sentire stretta, in quella continua bugia. Passarono secondi, dove tutti li guardavano mangiando, alla ricerca di spiegazioni vere.
"Facciamo sesso, ok?", esplode Camila guardando tutti, non sopportando di essere messa alle strette o in imbarazzo dalla gente, facendo impalare Laurin a bocca aperta. Dinah si aprì in un sorrisetto consapevole, guardando Shawn. Non che il gruppo non sospettasse della chimica tra loro due, ma che fossero già al punto di fare sesso, li lasciò senza parole.
"Camz-", cerca di frenarla, lui.
"No, Laurin... Non sopporto queste situazioni. Avete problemi con me? Non posso credere che siate tanto stupidi da credere alla puttanata che io possa mettervi nei guai con mio padre!", adesso stava perdendo la pazienza, dando sfogo a pensieri che ronzavano nella sua testa da tempo.
"Mila, no, ascolta... Non abbiamo nulla contro di te. E' che pensiamo al bene di tutti. Se tuo padre dovesse scoprire qualcosa? Sei certa che non metterebbe nei guai Laurin?"
"Voi non conoscete mio padre, perchè vi ostinate a dare giudizi affrettati!?", chiede lei perdendo la pazienza sempre di più.
"Shawn ha ragione, Mila! Nessun padre sarebbe felice di sapere che la propria figlia fa sesso con il suo... quasi figlioccio! Laurin è come un secondo figlio per il coach! Sarebbe un affronto scoprire una cosa simile!"
"Sta zitto, Gregg, che cazzate sono queste!? Permettete che sia io a dirvi se fidarvi o no di mio padre!"
"Ma se lo abbiamo conosciuto più noi di te!", sbrocca Ashton, senza cattiveria, ricevendo uno schiaffo dietro la testa da parte di Shawn. A quelle parole, Camila guarda Ash con occhi feriti, chiudendo la bocca e leccandosi le labbra, per fissare poi il tavolo. Laurin si alza in piedi, infuriato, senza parlare, facendo rumore con la sedia, rivolgendo solo uno sguardo assassino al suo compagno di squadra che si pentì delle parole usate.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
Hayran KurguNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...