Durante la prima vera uscita di Laurin tra le strade de L'Avana, i nostri turisti hanno girato per le strade del centro, visitando i principali punti d'attrazione come il parlamento e la piazza della rivoluzione. C'era tantissima gente per le strade, e si notava proprio a causa della povertà degli edifici. Anche New York ha tantissimi abitanti, ma tra tutti i grattacieli e le luci, i monitor, l'ultima cosa di cui ti accorgi è la gente per strada, mentre a Cuba le strade sono ugualmente spaziose e colme di gente, ma non ci sono palazzi nuovi e possenti, e le uniche luci che ci sono provengono dal sole e dai semafori. Camila camminava sicura e spedita, dirigendosi verso la strada del mercato, meta particolarmente turistica dove c'erano locali dove avrebbero potuto bere qualcosa. Il caldo era insistente, Laurin quasi si pentì di non aver dato ascolto alla sua amica per quanto riguarda l'abbigliamento nella sua valigia. Per fortuna, quel pomeriggio si era messo un pantaloncino di tuta rosso con delle jordan bianche, una maglietta con una stampa dei The 1975. Non poteva mancare il giubbotto di jeans con le maniche arrotolate fino a metà braccio e il suo tuppo da samurai. Non è un grande amante degli occhiali da sole, preferisce andar girando con gli occhi stretti e vederci poco, avendo gli occhi chiarissimi, piuttosto che mettersi un paio di occhiali. Erano ore che giravano per le strade di Cuba, facendo qualche pausa in qualche bar per un drink, dove Camila era la benvenuta conoscendo i gestori dei locali, e proprio in uno di questi, ora, il gruppo si sta rifocillando.
"Ohh, gesù cristo che caldo da matti!", si lamenta Shawn bevendo un altro sorso del suo drink.
"Eppure dovremmo essere abituati, siamo di Miami!", gli da corda Dinah.
"Laurin, la tua faccia sta andando a fuoco.", dice Normani, accorgendosi del colorito rossastro del suo amico d'infanzia. Camila si gira a guardarlo e scoppia a ridere.
"No va beh... Dove si è visto mai un Cubano che si scotta!", lo prende in giro lei.
"Hey, ho la pelle sensibile. E poi sono bianco più del latte, cosa pretendete!", si difende il capitano portandosi il bicchiere del drink ghiacciato sulle gote, facendo intenerire Camila.
"Mila, si può sapere dove ci stai portando?", Gregg trasale da 10 minuti di sventolamento di mani sul suo viso per il caldo umido de L'Avana.
"A fare un giro dove solitamente i turisti non vanno mai.", risponde lei, alzandosi e andando in cassa, batte il palmo due volte sul bancone per richiamare il barista, uomo sulla quarantina suo amico, che dal retro ritorna al bancone sorridendo calorosamente alla ragazza e aprendo la cassa per pagare il conto dei drink.
Tutti si alzarono salutando l'uomo e appena usciti dal bar, Camila face segno di seguirla verso un gruppo di ragazzi appoggiati su delle macchine senza cappotta, che si amalgamavano perfettamente nell'etnia della città.
"Anche loro amici tuoi?", chiede divertita Dinah, ricevendo un sorriso tranquillo da parte della sua amica.
"No, loro non li conosco...", alza una mano, richiamando la loro attenzione, e i quattro si mostrando improvvisamente interessati a cosa la cubana volesse chiedergli, o forse erano solo interessati a lei.
"Chichos! Cuanto cuesta un paseo?" (Quanto per una passeggiata?)
"Es gratis para ti", lui la squadra con un sorrisetto intrigante. (E' gratis per te)
"Gracias, pero no es solo para mi", ride lei capendo già che il ragazzo ci stesse provando con lei. (Grazie, ma non è solo per me)
"Cuántos son ustedes?", si mostra più professionale ora, il ragazzo, guardando alle spalle di Camila e adocchiando tutto il gruppo. (Quanti siete?)
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
Fiksi PenggemarNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...