39. What a fury

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La coppia lasciò l'Audi a casa di Shawn, salutando il ragazzo che non li lasciò andar via se non prima di una controllata totale della macchina, assicurandosi fosse tutta intatta, dopodichè i due si incamminarono l'una abbracciata all'altro, passeggiando, verso casa dei Cabello. Quella sera Miami aveva tirato su un'arietta fresca, e la ragazza ebbe i brividi, stringendosi nelle spalle. Laurin si tolse di dosso la sua giacca di pelle, mettendola sulle spalle della ragazza, che sorrise tra sè e sè a contatto col calore dell'indumento del suo ragazzo. Quanto suonava bene alla sua testa, dire 'il mio ragazzo'.

"Esci sempre troppo scoperta... Non sei a L'Avana, Camz..", dice ridendo Laurin. La ragazza finse di capire male la sua frase, giusto per stuzzicarlo un po'.

"Non sono scoperta oggi! Ho una maglia a maniche lunghe addirittura! E poi anche se fosse? Sei geloso che gli altri mi vedano "troppo scoperta", capitano?", lui la guarda, furbo e poi schiocca la lingua contro il palato, in negazione, facendo spalancare la bocca a Camila.

"Ah bene, non te ne frega niente!?", tira un pugnetto contro il petto del ragazzo, facendolo ridere e scostarsi il ciuffo nero.

"Se parliamo da un punto di vista prettamente fisico, non mi dispiace se il resto del mondo maschile ti sbavi dietro. A letto ci vai con me, non con loro.", risponde sornione e sicuro di sè, Laurin, con quel sorriso tanto calmo da far innervosire bonariamente Camila.

"Ahhhh, ma sentilo... Sei quel tipo di ragazzo, allora...", Camila lascia volontariamente il capitano in un alone di mistero, facendolo così, interessare.

"Quel tipo di ragazzo come, scusa?", cruccia l'espressione lui.

"Quello che mostra la sua ragazza come un gioiellino che tutti possono vedere ma non toccare...", dice lei ammiccando. Laurin ride e non risponde ulteriormente, dando ragione, così, alle parole di lei.

"Sai che credevo che una cubana cazzuta come te volesse un maschio alpha che dimostri il suo amore con la gelosia...?", dice Laurin mantenendo un tono scherzoso.

"Oddio, grazie ma no!", scoppia a ridere lei sgranando gli occhi, "Odio i ragazzi gelosi... O meglio, gelosi in quel modo. Io voglio essere libera. Libera di vestirmi come mi pare, di parlare con chi mi pare, di andare alle feste e di flirtare anche con gli altri.", la sua voce esce calma e seria.

"Scusami??", Laurin sente un urto dentro il suo petto come fosse un tir che sterza all'ultimo, uscendo di strada, e credette sul serio di aver provato per la prima volta nella sua vita il senso di gelosia.

"Ma sì, non in senso negativo... Ad esempio entrambi andiamo a ballare con gli amici no? Un ragazzo ci prova con me. Io sono quel tipo di persona che ci sta solo per far morire il mio ragazzo seduto al bar che mi osserva da lontano senza muovere un muscolo.", si morde il labbro lei, pregustandosi la scena. Il senso di gelosia di Laurin si trasforma lentamente in eccitazione, e finì per sorridere in modo malizioso.

"Sei proprio una sadica bastarda...", ridono entrambi.

"A d o r o  fare cose del genere."

"Me ne accorgo dalle ore di ginnastica, tranquilla.", risponde fingendosi scocciato e innervosito lui. Lei ride e si appende al suo collo, fermando entrambi dal loro cammino. Avvicina i loro visi, mentre lui avvolge le braccia intorno al busto di lei.

"Tu particolarmente, poi... Mi fai salire una voglia matta di farti morire di gelosia... Sei così pacifico e misurato nei tuoi atteggiamenti che mi istighi a voler far uscire la bestia...", dice lei mordendosi il labbro e guardando le labbra di lui. Il ragazzo sentì il corpo di lei aderire contro il suo, e lasciò che il suo pene gioisse di quel piacevole contatto.

La figlia del coach || Camren FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora