Laurin non riuscì a dormire quella notte. Nemmeno la notte successiva, e quella dopo ancora. A stento crollava nel sonno verso le quattro di notte inoltrate, per poi svegliarsi alle otto. Con Camila non stava avendo rapporti sessuali, dopo l'ultima volta sul divano della cubana, dove si lasciò andare a qualcosa che non ha mai fatto e non avrebbe mai pensato di poter fare, così perse il sonno. Non pensava a niente di particolare, durante le notti insonni, aveva solo una sensazione di oppressione nel petto, che cercava di far fluire con un respiro volontario e controllato. Temeva di poter morire nel sonno, se si fosse addormentato. Durante le medie il ragazzo soffriva di apnea nel sonno, e praticamente smetteva di respirare involontariamente mentre dormiva, per svegliarsi poi di colpo ansimante, con i polmoni che gli facevano male e la testa che gli girava per l'ossigeno che era mancato per troppi secondi. Era da allora che non viveva più quella sensazione di notte, e proprio ora, il ragazzo se ne riscopre vittima.
Con Camila durante il giorno era normale, così come con i suoi amici, ma quando restava da solo o si soffermava a pensare più del dovuto, ritornava quella stretta ai polmoni. La cubana si era accorta del cambiamento del ragazzo, ma scelse di aspettare e valutare la situazione, non le piace essere una persona invasiva e non voleva imporsi specialmente con lui, a cui tiene. Si premurava, in quei giorni, di dargli più attenzioni per farlo sentire coccolato, senza chiedere niente in cambio; mentre tutti facevano colazione, lei si alzava da tavola e gli portava qualcosa a letto per svegliarlo, dato che era l'ultimo ad alzarsi per le notti passate sveglio, lo accarezzava ogni volta che fosse vicino a lei, portandolo a chiudere gli occhi e farlo rilassare sotto il suo tocco, rifiutava serate nei locali sapendo che al ragazzo non sarebbe sicuramente andata di fare baldoria, oppure semplicemente se guardavano un film tutti assieme, invece di posizionarsi tra le sue gambe e farsi abbracciare, era lei a sedersi al suo fianco e prendere la sua testa sul suo petto per accarezzagli i capelli tutto il tempo. Lei sapeva che non riuscisse a dormire nelle ultime notti, lui glielo aveva detto, e poi si notava dal viso stanco, anche se non aveva voglia di forzarlo a rivelare il motivo di questa insonnia.
Quello sarebbe stato il loro ultimo giorno a Cuba, l'indomani sarebbero dovuti tornare a Miami e riprendere scuola per terminare i loro ultimi tre mesi di liceo. Ai ragazzi dei MR mancava il torneo, e questo viaggio è stata l'ultima possibilità per rilassarsi. Erano tutti stesi sui divani, intenti a vedere Inception alla tv, quando Laurin si alzò dicendo di volersi fare una doccia e abbandonando il gruppo di spettatori. Camila non credette opportuno seguirlo, così rimase tranquilla al suo posto, finchè il rumore della serratura di casa non fece destare tutti, portandoli a girarsi alle loro spalle dove potevano vedere la porta d'ingresso. La porta si spalancò e una donna bassina dalle belle curve, con i capelli lisci castano biondo tinto con una valigetta in mano, fece aprire in un sorriso meravigliato la cubana.
"Mamma!"
La donna alza il viso chiudendosi la porta alle spalle. Sapeva che sua figlia e i suoi amici avessero scelto di alloggiare a casa loro per due settimane, e scelse di fare una piccola sorpresa alla figlia, dato che non la vedeva da quando aveva raggiunto suo padre a Miami.
"Amore mio...", le due si abbracciano forte, la donna fa cadere la valigetta a terra per stringere sua figlia. Non si somigliavano granchè, Camila era la fotocopia del coach Cabello, ma forze l'altezza l'aveva presa dalla mamma che riusciva ad arrivare a 1.65 solo grazie ai tacchi.
"Che ci fai qui?! Non eri in Francia??", chiede la ragazza con gli occhi lucidi. Sua mamma le mancava, erano come sorelle. Si dicevano tutto, ma proprio tutto, nonostante il lavoro molto impegnativo della donna.
"Volevo salutarti, tesoro! E conoscere i tuoi nuovi amici!", dice lei sorridendo emozionata. Il gruppo di ragazzi si alza per accogliere la donna in modo educato e presentarsi a lei a turno, con tanto di sorriso e complimenti per la casa. Alcuni di loro hanno anche ringraziato per aver dato il permesso di soggiornare nella sua casa, ricevendo carezze sul viso da parte di Sinu, la donna.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...