47. Have a good flight

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9 Agosto, il giorno in cui Laurin sarebbe partito per New York per due settimane di visita al college. In America permettono di visitare per una o due settimane il college a spese dell'istituto, frequentare le classi, e socializzare con gli studenti più grandi, che fungono da guide nel grande campus. Il ragazzo non si sarebbe mai perso un'occasione simile, del resto doveva scegliere tra tre college, tra cui quello della sua città che conosce bene. Aveva in progetto di stare a New York fino al 22 Agosto per poi partire per il Texas per un'altra settimana e visitare il college di Houston.

Camila, negli ultimi giorni prima del 9, sembrava essere sull'orlo dello spegnimento, come un fiammifero consumato fino alla base. I due non toccavano mai l'argomento college, se non per forze maggiori come parlare delle date di partenze, o di moduli da preparare. Laurin sembrava entusiasta di partire sebbene notasse l'umore sempre più pessimo di lei, che si sforzava di mascherare in presenza di lui. Parlarne, però, peggiorava la situazione. Camila diventava tremendamente fredda e scontrosa, e a lui non piaceva affatto quell'atteggiamento con la spada sguainata, perciò si metteva sulla difensiva evitando l'argomento.

Il fatidico giorno arrivò senza sconti, il ragazzo aveva preparato la sua valigia, aveva chiuso a chiave la sua stanza segreta ed era pronto ad andare via, ma qualcosa lo trattenne lì dentro. Quella camera, adesso, sembrava così vecchia; si rese conto di averla vista per 18 anni di fila, sempre così, e che dentro ci erano state tante persone, tra cui sua mamma. Quella camera aveva il potere di trattenere sua mamma nei suoi ricordi. Le scene di lui e Camila, che si baciano distratti mentre guardano le stelle attraverso la finestrella sul soffitto, si accavallarono nella sua testa. Tutti i discorsi fatti tra loro, le loro rivelazioni, e anche tutti i loro momenti più intimi. Laurin si sentì detentore di un qualcosa di prezioso; quella camera. Sospirò forte prima di spegnere la luce, portò nel corridoio la valigia, poi rientrò in camera, prendendo dal secondo cassetto la chiave della stanzetta segreta. La aprì raggiungendo la batteria, la sua prima grande passione che condivideva con sua madre. Prese le bacchette, come se sentisse dentro che fosse la cosa giusta da fare. Accarezzò la batteria, era da anni che non prestava cure allo strumento, scappando sempre dalle emozioni che lo legano ad esso.

"Non ti dispiacerà, vero, mamma?", disse a mezza voce verso la batteria, come se l'anima di sua mamma fosse rimasta intrappolata nello strumento. Sorrise a mezza bocca, malinconico, ed uscì portandosi dietro le bacchette. Dopo aver salutato la sua famiglia con lunghi minuti di abbracci, il ragazzo raggiunse in taxi l'aeroporto dove i suoi amici lo stavano aspettando, insieme a Camila. Quando davanti allo sportello delle partenze, il ragazzo dagli occhi mare spuntò, l'intero gruppo gli corse incontro abbracciandolo.

"Mi raccomando, capitano, vai a conoscere New York in queste due settimane"

"Oh, ragazzi, è la prima volta che lo vedo seriamente dispiaciuto!"

"Dai, Laur! Vai a conquistare il college, spacca tutto!"

Lui sorrideva con sguardo infelice tutti i suoi amici, poi il gruppo si aprì in modo quasi spontaneo per dar spazio a Camila. La ragazza sembrava quasi una qualsiasi amica come le altre, anzi forse sembrava più distaccata di loro. Il ragazzo la strinse, lei ricambiò guardando fissa l'uscita dell'aeroporto, forzandosi ad alienarsi per non piangere. Non sopporta gli addii e nemmeno gli arrivederci, e ormai sapete anche voi il perché. Non era tanto la distanza di tre settimane lontano da lei, quanto l'idea che dopo questo periodo lui sarebbe stato via per anni, vedendosi solo durante le festività.

"Camz...", la ridesta lui, con voce calma.

"Hey...", dice lei con un filo di voce e un abbozzo di sorriso forzato. 

"Ti amo, lo sai vero?", lei, estraniata non rispose, guardandosi attorno. Il ragazzo non fece altro che tirar fuori dallo zainetto le bacchette, legate da un filo rosso, porgendogliele. Questo gesto sembrò far esplodere dentro la ragazza tutti i muri che si era creata. Il suo sguardo prese lucentezza.

La figlia del coach || Camren FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora