Laurin corse. Corse come un pazzo fino ad una farmacia di turno, la prima che trovò aperta. Entrò con l'affanno e il sudore che il sole aveva solo aggravato, aspettò che una signora anziana pagasse le sue medicine alla cassa, e arrivò il suo turno.
"Un test di gravidanza. Anzi due. Grazie.", chiede tra gli affanni lui, notando la farmacista che annuisce gentile e si mette alla ricerca. Paga ringraziando come una furia e riprende la sua corsa più veloce di prima. Non poteva essere. Non doveva succedere. Era tutto ciò che non voleva accadesse a diciassette anni, senza ancora una carriera avviata, con l'ultimo anno di liceo da terminare e chissà quale college in cui trasferirsi. L'aborto sarebbe stata la scelta più intelligente, se mai il test fosse risultato positivo. Se lui fosse andato al college che so, in Texas, e Camila a New York come avrebbero fatto con un bambino di mezzo? Anzi, con una gravidanza ancora in corso! Laurin non è mai stato contrario all'aborto, se i genitori sanno di non poter essere all'altezza o non ci sono le basi economiche necessarie, è meglio non farlo nascere un figlio. Quando tornò in villa, Camila era seduta con i suoi amici ancora attorno che cercano di tranquillizzarla il più possibile. La ragazza appena sente la porta d'ingresso aprirsi scatta in piedi camminando a passo veloce verso Laurin che le porge subito i due test.
"Falli entrambi, i test non sono mai precisi, meglio essere sicuri.", dice lui notando lo sguardo terrorizzato di lei. Annuisce e scappa in bagno, lasciando anche la porta aperta per quanto poco se ne importasse in quel momento. Shawn si avvicina al suo migliore amico, posandogli una mano sulla spalla.
"Hey, amico. Forza ok?"
"Sha, è un casino."
Camila esce dal bagno, attenta a non far voltare la punta assorbente del test verso l'alto, come richiesto da istruzioni.
"Non è detto nulla, ancora. E se dovesse essere positivo penserete insieme su cosa fare.", dice Shawn al suo amico.
"Non esiste, Shawn. Non ho niente da scegliere.", Camila si aggrega al breve discorso dei due, facendo intervenire Laurin.
"Beh, se dovesse essere positivo cosa pensi di fare?", chiede lui.
"Non penso niente! Non esiste questa possibilità, ok?! Non esiste!", si scalda lei. Laurin cruccia l'espressione, capendo che sotto alle sue parole c'è molto di più di una semplice paura.
"Camz, non capisco... In caso si può sempre abor-"
"SONO CONTRO QUESTE COSE, NON VOGLIO UCCIDERE IL BAMBINO, SE DOVESSI AVERNE CONCEPITO UNO, CHIARO!?", lei sbotta furiosa, sentendo le lacrime scendere sulle sue guance.
"Ma non possiamo mica tenerlo!!", adesso era lui ad agitarsi. Non poteva di certo andare contro il volere di lei, ma sarebbe stato tutto troppo difficile. I cinque minuti di attesa del test, sembravano non finire mai. Erano tutti sulle spine, guardando la coppia litigare.
"SMETTILA, CE GENTE CHE VUOLE DISPERATAMENTE UN BAMBINO E NON CI RIESCE, IO NON AMMAZZO MIO FIGLIO!"
"MA COME FAREMMO PER IL COLLEGE?! NON SAPPIANO NULLA DI COSA CI ASPETTA DOPO IL LICEO, CAMILA!"
"VUOI ANDARE VIA DALLE TUE RESPONSABILITA', LAURIN!?"
"NO! Diavolo no... Non lascerei mai te e il bambino, ok?", lui si calma immediatamente, posando una mano sul viso di lei e pulendole le lacrime.
"Dio... Spera che non sia positivo, Lau.", dice lei digrignando la mandibola.
"Ma... Sei hai detto che sei contro l'aborto, allora perchè non-"
"NON VOGLIO UN FIGLIO DA TE, LAUREN!", lui si immobilizza difronte quella frase detta con rabbia, che lo fece sentire piccolo quanto una formica. Lei abbassa gli occhi sul test, che mostrava il risultato.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...