Laurin poteva sentire il suo corpo accendersi ad ogni pezzo di pelle di Camila che risucchiava nella sua bocca. La ragazza rilasciava versi talmente delicati, con la sua voce limpida e femminile, da far risvegliare di pene di lui nel giro di pochi secondi. La ragazza era talmente stanca e urtata dall'incontro con Adam, che sentiva solamente il bisogno di essere protetta da Laurin. Aveva bisogno che lui si prendesse cura di lei, che la facesse sentire meglio, che la soddisfacesse. Niente controllo su di lui, questa notte, aveva bisogno di perdersi. Ebbe le forze solo per far cadere un braccio verso il pacco del ragazzo e stringere tra le mani quel ceppo di carne, duro, ancora coperto dai vestiti.
Ride stanca, "Devo piacerti davvero tanto...", constatando in quanto poco tempo, il ragazzo, si fosse eccitato.
"Non ne hai idea.", risponde lui alzando il top della ragazza e leccando i suoi seni in modo alternato, facendola gemere. Laurin lecca i capezzoli di lei, muovendo la lingua in modo circolare, per poi succhiarli con foga, come fosse un bambino con la mamma. A Camila questa comparazione tra lui e un bambino da allattare, arrivò in testa in modo immediato, specialmente dopo quello che rischiarono il pomeriggio. Si scoprì stranamente eccitata da questa scena, e portò una mano tra i capelli di lui, che succhiava un suo seno in modo diverso dagli altri ragazzi con cui è stata a letto. Lui aveva gli occhi chiusi e respirava tranquillo, con un'espressione immediatamente placata e indisturbata, quando sentì il tocco della ragazza raggiungere i suoi capelli per delle carezza, si sentì coccolato, e questa cosa lo fece eccitare ulteriormente.
Quando si staccò dai seni, quella notte, lui non riuscì ad andare calmo. Reprimeva troppe cose, quella notte. Era arrabbiato perchè quell'uomo aveva trattato la sua ragazza come fosse un oggetto, un pezzo di carne da comprare. Era geloso, da impazzire. Geloso di tutti quegli uomini di merda che l'hanno posseduta. Era infastidito dal fatto che provasse l'inferno dentro e lo tenesse chiuso senza farlo respirare. Si slacciò la cintura, le sue mani tremavano per quanto stesse reprimendo le sue emozioni come una pentola a pressione. Camila si meravigliò della fretta del ragazzo, ma lo lasciò fare, silenziosa. Lui sbottonò i suoi jeans e si abbassò i pantaloni liberando il suo pene, che eretto e maestoso catturò gli sguardi di lei. Il ragazzo alzò la gonna di lei, che ne portava una aderente a cinto alto, sfilandone subito le mutandine. La ragazza sospirò piano, catturata dalla veemenza mai vista del ragazzo. Avrebbero sporcato il divano di sangue, però, e Camila sembrò importarsi di questo dettaglio.
"Lau, non sporchiamo il divano, ti prego.", lui entra dentro la ragazza, facendole conficcare le unghie nella schiena del capitano. Lui porta le cosce di lei attorno alla sua vita, e inizia a spingersi dentro di lei con movimenti già decisi. Lei sembrò perdere il contatto con la realtà. Più lui si imponeva senza garbo, più la faceva sentire libera dalla rabbia che provava anch'essa. Gemeva, senza molto ritegno, perchè le piaceva davvero quel momento furioso di sesso con lui. E più gemeva, più il ragazzo sembrava spingere con forza. I suoi movimenti si fecero talmente veloci da portare lei ad avvinghiarsi con le gambe alla sua vita, per reggersi meglio alle sue stoccate. Fu un orgasmo raggiunto in pochissimi secondi. Era incazzata nera, lei, e il suo sfogo è sempre stato il sesso violento. Lui si sarebbe pentito di questa perdita di gentilezza, ma per adesso, la sua rabbia e gelosia sono accecanti e l'unico modo per comunicarle, era questo. Lei graffiò anche la nuca del ragazzo, mentre si liberava di gemiti ripetuti dovuti dalle contrazioni interne del suo sesso contro il pene del ragazzo che le sfregava instancabile.
Aprì gli occhi lei, dopo l'orgasmo, sentendo il ragazzo ansimare sopra di lei, cercò i suoi occhi, ma non li trovò. Era perso nella sua testa, lui, e spingeva sfrenato, nell'intimità bagnata della ragazza. Era talmente stimolata, Camila, che riacquistò eccitazione immediatamente. Stava sul serio avendo i famigerati orgasmi multipli? Sì.
"L-au...", cercò di dirgli che stava per venire di nuovo, ma non ci riuscì. I venti secondi più lunghi e colmi di piacere della sua vita, Camila, li passò sentendo un secondo orgasmo inseguirle il suo corpo, fino a raggiungere il suo clitoride e la sua vagina. Aprì la bocca e strinse gli occhi, forte, aggrappandosi ancora di più al corpo di lui, mentre il suo sesso veniva nuovamente in modo convulso.
"Lau... C-almati", lei sapeva che il ragazzo si sarebbe pentito della sua furia, e cercava di farlo tornare in sè, nonostante quella parte di lui le piacesse eccome. Il ragazzo sembrò non sentirla, con il viso spinto accanto al collo di lei, mentre tutti i suoi muscoli erano in contrazione per tenersi sulle sue braccia e non schiacciare la ragazza, mentre il suo bacino correva inarrestabile senza un momento di tregua.
Camila non aveva mai avuto orgasmi multipli. Sapeva solo cosa fossero, ma non aveva mai avuto il piacere di provarli. Scese con la sua mano verso il sedere di lui, con la mano seguiva le spinte furiose e veloci di lui eccitandosi a dismisura. Eccone un altro. Lo sentiva partire dal fondo della sua vagina, lì dove il ragazzo spingeva forte per riempirla tutta. Si diramava in tutti i nervi del suo sesso, e lo sentiva vibrare fino ad esplodere.
Adesso rise, Camila, rendendosi conto di aver appena raggiunto tre orgasmi strepitosi nel giro di quattro o cinque minuti. 'Quindi sono questi gli orgasmi multipli', disse nella sua testa, all'epoca non credeva possibile venire in così poco tempo, per così tante volte. Laurin emise un suono stanco, stava perdendo forze, alzò la testa e incontrò gli occhi di Camila, che lo guardavano innamorati, sfatti dal piacere, e divertiti. Lei prese il suo viso, cominciando un bacio passionale, mentre lui, adesso più lento, si muoveva dentro di lei.
"Vieni, Lau... Sono stanca morta", ride lei nel bacio.
"Ancora uno.", dice lui, facendo pulsare il clitoride di lei e facendola gemere in un misto di risata.
"Sei ingordo, però."
"Sei troppo bella quando vieni. Ancora uno.", la sua voce era seria e immobile. Laurin continuò a muoversi dentro di lei, scendendo col viso a succhiare il suo collo, accelerando il suo piacere. Infatti la ragazza, sudata e con gli occhi stanchi, gemette stringendo i capelli del ragazzo, finchè il suo ultimo orgasmo non compiacque il capitano. Il suo pene era dritto e ancora attivo, non sembrava voler svuotarsi, così Camila portò una mano ai suoi testicoli, stringendoli con dolcezza. Il ragazzò adesso emise un verso di piacere, e spinse più velocemente dentro di lei, per poi dare tre spinte decise ed uscire velocemente dalla ragazza. Con la mano stimolò velocemente la sua asta, facendola zampillare sulla pancia di lei.
Vedeva il suo pene sporco di sangue, senza provare il minimo disgusto. La ragazza lo baciò e lui rimise nelle mutande il suo attrezzo, rimandando a dopo un doccia. Lei tirò su le sue mutande e si assicurò che il divano non si fosse sporcato, e per loro fortuna non ci bisogno di pulire nulla.
"Scusami.", lui sembra sentirsi in colpa. Lei gli sorride e bacia la sua guancia, sapendo a cosa si riferisse.
"Puoi farlo con me, in questo modo, tutte le volte che vuoi, geloso mio.", lei mordicchia il suo orecchio per prenderlo in giro, così Laurin sorride divertito senza dire una parola, sapendo che Camila stesse dicendo la verità.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanficNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...