Quell'anno fu la nostra coppia a dover tornare a Miami per le feste Natalizie. Da quando hanno avviato la loro vita a New York si sono così tanto immersi nei loro lavori e radicati nelle usanze della loro nuova città, da non avere più tempo o voglia di fare un salto nella loro Miami. Ogni festività o riunione di amici veniva organizzata a New York; con la scusa della fama di Laurin e degli impegni extra scolastici di Camila, la coppia aveva il giusto alibi per non prendersi la briga di spostarsi, così erano ben cinque anni che si sentivano con i loro amici solo per videochiamate. Gli unici fortunati erano i loro genitori, che venivano ogni anno invitati nel loro attico per le feste, senza sborsare nemmeno i soldi per l'aereo. Quest'anno peró era diverso, i loro amici si erano impuntati sul fatto che ogni volta gli unici a mancare alle loro rimpatriate a Miami sono sempre e solo loro, perciò i due avevano deciso di fare effettivamente i bravi amici, e scusarsi con il gruppo, una volta ritrovatisi. Le ferie di Laurin, dopo aver vinto il suo primo NBAA sei mesi prima, erano aumentate, così Camila approfittò per chiedere qualche giorno in più di ferie, per partire insieme a lui, destinazione Miami.
L'ultimo messaggio di Dinah sul gruppo, prima di imbarcarsi, fu:
Provate a dire tra qualche ora che l'aereo è stato cancellato e giuro che vengo a New York per aprirvi il culo in due.Vi lascio intendere che Dinah è rimasta esattamente la stessa. Laurin e Camila viaggiano naturalmente in prima classe e raggiunsero Miami tra qualche fan di Laurin e paparazzi sparsi ai quali il ragazzo cercava sempre di rispondere in modo cortese. La villa di Dinah venne raggiunta in taxi senza essere prima passati a comprare del buon champagne per tutti. Adesso Camila suona il campanello mentre dietro di lei, Laurin guarda il giardino della sua amica sorridendo nostalgico. Quanti anni è entrato in moto in questo giardino per dare uno strappo a Dinah a scuola...
Alla porta, la polinesiana, lanciò un urlo e saltò addosso ai due contemporaneamente."Sì cazzo! Finalmente!!", li stritola lei.
"Dinah...", i due la stringono di rimando."Entrate, cavolo, entrate. Gli altri non vedono l'ora di rivedervi... RAGAZZI, SONO ARRIVATI!!", grida di botto, facendo sussultare i due che si guardano con occhi divertiti. C'erano proprio tutti; il trio del dopo scuola, la squadra di basket del liceo, James Charles, Halsey e persino Jaden Smith, il piccoletto della combriccola che ormai aveva terminato anche lui il liceo. La mandria accorse verso Camila e Laurin e li travolse con parole, abbracci e baci sparsi.
"Un applauso a questi due stronzi che per cinque anni sono spariti!", propone Dinah divertita. Scatta l'applauso e i due si imbarazzano.
"Ragazzi dovete davvero scusarci. Abbiamo fatto gli stronzi, e siamo venuti proprio perché ce ne siamo resi conto.", dice Laurin.
Shawn si fa spazio tra gli altri e guarda il suo ex capitano nonché migliore amico. Il suo sguardo era inerme e vuoto. Laurin sentì una forte emozione rivedendolo, era come un fratello per lui.
"Brownie...", il suo nomignolo era ancora stampato nella mente di lui. Shawn accenna col capo, senza espressione, "Capitano."
Nel vociferare di tutti, Camila si avvicina all'orecchio del suo ragazzo, "Dovresti andarci a parlare...", Laurin annuii per poi staccarsi dal gruppo e raggiungere il suo amico che si era allontanato da tutti, andando in cucina.
"Shawn...", il moro riccio si gira verso il capitano con la stessa espressione vuota.
"Uhm?"
"Come stai, amico?"
"Amico? Sono tuo amico ancora?", chiede con tono risentito. Laurin si sente bruciare dentro dal senso di colpa.
"Brownie, hai ragione... Sono stato assente-"
"Non sei stato assente, Laurin. Sei totalmente sparito. Ci siamo sentiti per un annetto e mezzo. Poi hai iniziato a fare i soldi veri... E chi si è visto si è visto. Torni dopo cinque anni, solo dopo aver vinto un Award, con in mano una bottiglia di champagne da non so quanti mila dollari."
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...