Durante la cerimonia dei diplomi, una settimana dopo l'ultima partita di torneo, i nostri due ragazzi erano poco agitati per il discorso che avrebbero fatto davanti alla scuola ma ciò che li rendeva agitati era l'idea che i loro padri si incontrassero per la prima volta. Mike è sempre stato un lavoratore molto impegnato, un operaio di grande forza di volontà con sulle spalle tre figli di mantenere, perciò non ha mai avuto molto tempo per i colloqui con i professori. Alejandro, dal suo canto, ha sempre dimostrato di comprendere l'assenza di lui, tranquillizzandosi almeno del fatto che il suo playmaker ha sempre dimostrato una grande dedizione per lo studio, non creando nessun tipo di problema a scuola. La cerimonia filò liscia come l'olio, e anche se Alejandro non avesse mai visto dal vivo il padre di Laurin, potè riconoscerlo tra tutti. Era piuttosto diverso dal suo primogenito, con quel viso paffuto e quella barba decisa, e i suoi occhi nocciola non rispecchiavano quelli verde oceano del figlio, eppure nel modo di porsi, vi erano molte somiglianze. Sarà stato il modo in cui si è seduto a distanza di qualche sedia da lui, con quell'espressione cauta, come se volesse star attento a non intralciare il passaggio di nessuno, quel sorrisetto garbato che gli dava un'aria piacevolmente amichevole. Quando Alejandro, poi, vide come cambiò l'espressione dell'uomo grassottello quando crucciò le sue folte sopracciglia per concentrarsi ad ascoltare i discorsi dei ragazzi, un sorriso spuntò sul suo volto. Era senza alcun dubbio il padre di Laurin. Si sporse sulle sedie vuote che li dividevano e si presentò da solo, sicuro di sè e senza farsi problemi proprio come sua figlia.
"Il signor Jauregui, giusto?", dice in un sussurro per non disturbare la cerimonia. Aveva già sporto la mano verso l'uomo, che sentendosi chiamare, si voltò trovando un signore sbarbato, dalla mandibola squadrata, con dei capelli di un castano chiaro come i suoi occhi, quasi sdraiato sulle sedie per raggiungerlo e porgergli la mano.
"Sì, sono io... Con chi ho il piacere di parlare?", stringe la mano, con quel sorriso inconfondibile, Mike.
"Alejandro, il coach della squadra di suo figlio.", dice fiero. A quelle parole Mike sembra prendere ancora più lucentezza in viso, se è possibile. Il coach quasi non rise per quell'espressione talmente genuina, che ha visto per anni sul volto del suo ragazzone.
"Oh! Coach, che bello conoscerla finalmente! Deve scusare la mia assenza in tutti questi anni, sa... Bisogna rimboccarsi le maniche..", dice tranquillo Mike.
"Certamente, Mike! Posso chiamarti Mike?", l'uomo paffuto annuisce concitato, "Non ho mai richiesto una consulenza con te, Laurin non ha mai dato problemi a scuola."
"Già... Sono così fiero del mio ragazzo. Mi spiace non esser stato comunque presente come avrei voluto, ma... Credo che mio figlio ti abbia raccontato qualcosa della nostra famiglia, no?", evitò di dire con la sua bocca la frase 'ma sa, mia moglie è morta da anni e devo pensare a tutto io'. I due parlarono per tutta la cerimonia, soltanto quando arrivò il momento dei loro ragazzi, si ammutolirono. Solo in quel momento Mike, collegò il viso dell'amica di suo figlio, all'uomo al suo fianco. Si voltò quasi di scatto.
"Ma... Camila è sua figlia?", Alejandro si aprì in un sorriso talmente orgoglioso da trasudare positività.
"Si nota, vero?"
"Impressionante somiglianza! Ma certo, ma certo, Camila Cabello... Laurin ti chiama sempre e solo 'coach', non sapevo che fossi il padre di Camila. E' una ragazza d'oro! Tanto dolce e a modo...", Mike ha sempre trovato entusiasmante le volte in cui Camila faceva visita a casa di suo figlio, la sua presenza dona un po' di tocco femminile che in quella casa manca eccome. I due non si sbilanciarono a parlare del rapporto tra i loro figli, si limitarono ad elogiarli separatamente.
Quando il grande applauso indicò la fine della cerimonia, tutti i ragazzi scesero dal palco e raggiunsero i loro familiari per festeggiare e fare foto. Quando Laurin e Camila trovarono i loro padri che parlavano amichevolmente, già con molta confidenza. I due ragazzi si guardarono velocemente in modo complice e li raggiunsero, intrattenendosi lì per qualche scatto.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...