Erano le due di notte, e Laurin si gira insonne tra il lenzuolino sottile del letto, nella stanza con i suoi amici addormentati da un bel pezzo. Quella ragazza gli stava torturando la mente. Ora come potevano definirsi? Amici che scopano e rischiano di innamorarsi? Che cavolata! Laurin è così acerbo nelle relazioni, che non sapeva nemmeno come potersi definire, sapeva solo che per la prima volta si sentiva giusto e spontaneo con una ragazza e la voleva nella sua vita costi quel che costi. Si potevano reputare frequentanti, allora. O no? Del resto parlare d'amore era prematuro, mica si capisce di amare qualcuno in qualche mese, e chi lo pensa probabilmente mente. Amare davvero, nel senso profondo del termine, significa conoscere le mille sfaccettature dell'altra persona e amarle tutte. Questa era la definizione d'amore per Laurin. Lui conosceva già tante parti di Camila, ma di certo non abbastanza per poterlo definire amore. Ma era sulla buona strada, dato che ogni parte di lei che aveva avuto modo di conoscere in qualche modo gli piaceva. Tra loro, poi, c'era feeling mentale, prima ancora di sessuale, e questo era importante per lui.
Il ragazzo sbuffò silenzioso e si alzò per andare in bagno, tratteneva una pipì chilometrica da ore ma si scocciava ad alzarsi per raggiungere il bagno, ma ormai non ne poteva più e si sentiva esplodere la vescica. Entrò in bagno facendo il meno rumore possibile, accendendo la luce e chiudendo la porta, alzando la tavoletta per svuotarsi, facendo un'espressione sollevata. Abbassò la tavoletta e scaricò, andandosi a sciacquare le mani. Spense la luce prima di aprire la porta, e lo sbalzo tra luce e buio, una volta tornato in corridoio non gli permise di accorgersi di un braccio che uscì da una camera afferrandolo, facendolo morire d'infarto, e lo tirò all'interno di una camera. Ancora non si abituava al buio, ma il palmo che si pose sulla sua bocca per non fargli emettere suoni di spavento lo riconobbe subito. Era nella stanza di Camila, e adesso finalmente riusciva a distinguerla nel buio, con i suoi capelli sciolti e quel pigiamino che più che pigiama erano una semplice maglietta da uomo e uno short inguinale. Da scalza, sembrava ancora più bassa, cosa che piaceva particolarmente la capitano.
"Sei facilmente spaventabile, capitano.", dice lei sussurrando e ridendo.
"Gesù, lo so... So già che la mia morte, un giorno, sarà per infarto.", dice lui avendo sempre trovato buffo questo suo punto debole. Lei sorrise e si portò una ciocca di capelli dietro le orecchie.
"Allora, Cabello, rapisci abitualmente uomini che escono di bagni in piena notte, o lo fai solo per hobby?", dice lui divertito. Lei si mette in punta di piedi ridendo e si avvinghia al collo di lui con entrambe le braccia, tirandolo a sè in un bacio.
"Rapisco solo te, capitano. Non mi interessano gli altri.", dice lei tra i baci, con voce seducente che fa alzare un sopracciglio al ragazzo. E non solo quello, a dirla tutta.
"Non si direbbe data la tua sfilza di uomini che hai avuto in passato...", la punzecchia ancora lui.
"Gli altri non erano te...", si difende lei.
"Mmmh, allora mi devo reputare fortunato...", dice lui sorridendo e avvolgendo i fianchi mingherlini di lei con le braccia, facendo avvicinare i loro corpi. Camila potè sentire l'erezione del capitano premere contro la sua pancia, senza darci attenzione.
"Più che fortunato!"
"... Qualcosa mi dice che sei una tipa gelosa", prova ad istigarla su un altro fronte, lui.
"Tu non lo sei?", alza un sopracciglio, contrariata, ricevendo una smorfia di negazione da parte del ragazzo. Lei si stacca spalancando la bocca non credendo possibile un'affronto del genere e si va a stendere sul letto con fare teatrale.
"Ok, fuori dalla mia stanza, Jauregui. Immediatamente!", dice lei puntando la porta con l'indice, facendo ridere il ragazzo, che raggiunge il letto e si stende al suo fianco.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...