I due ragazzi sembravano non volersi staccare più, dopo essersi dichiarati ai loro amici. Il gruppo li trovava belli da vedere, affiatati e dolci. Tutti loro sapevano che vedere Laurin in quel modo era più unico che raro, dato che non è mai successo che una ragazza lo prendesse fino al punto da dire "Non voglio scegliere tra lei e il basket. Voglio entrambi ad ogni costo.", ma infondo erano contenti per lui. Era da anni che cercavano di farlo smuovere e di farlo innamorare di qualcuno, senza mai riuscirci. I due adesso passavano la notte insieme, durante gli ultimi giorni a Cuba, anche se Laurin non restava a dormire con lei fino a mattina, non volendo essere scortese nei confronti dei suoi amici, che potrebbero sentirsi trascurati.
Infatti un pomeriggio la squadra di basket volle spendere del tempo per giocare alla playstation nel grande salotto di casa di Camila. Il caldo era afoso, e con tutte le finestre aperte in casa, si sudava. I ragazzi si posizionarono tutti e cinque sul divano, decisi a voler giocare alla Formula1. Se c'era una cosa in cui Laurin fosse davvero negato, era giocare alla playstation. Era un amante del PC e del gaming con tastiera e mouse, vecchio stile. Lo trovava un modo di giocare molto più complesso e soddisfacente di un semplice joystick tra le mani. Ma accontentò i suoi amici, e si sedette ad un estremo del divano. Le ragazze e James lontani di poco, erano seduti al tavolo a sentire musica e chiacchierare, avendo la vista sui cinque ammasso di muscoli dei loro amici.
Il pomeriggio scorreva sereno e in totale relax, in previsione della serata nei locali che si sarebbe consumata quest'oggi. I ragazzi parlavano ad alta voce, urlando di tanto in tanto per colpa di qualche avversario che li sorpassava o qualche incidente che li metteva fuori gioco, e di tanto in tanto il gruppetto al tavolo, soprannominato da James come sisters, osservava i ragazzi mentre lanciavano per aria i joystick gridando tra loro per qualche sconfitta ingiusta.
"OH ANDIAMO!", sbuffa Lauren accasciandosi sulla spalliera del divano come se fosse un gelato al sole intento a sciogliersi.
"AHHH! Puoi succhiarmi il cazzo, Lau!", ride Shawn al suo fianco, essendo riuscito a superarlo all'ultimo, facendo ridere tutti i presenti.
"Riuscirà mai Laurin a vincere alla Formula1?", dice drammaticamente Matthew, conoscendo bene la scarsa bravura del capitano.
"Sono questi dannati cosi! Sono scomodi, come cazzo fate!", risponde lui girandosi tra le mani il joystick e ridendo.
"Forza, schiappa, un'altra partita.", lo prende in giro Gregg, e Ashton riavvia la partita. I ragazzi riprendono a giocare e Camila guardava come l'espressione concentrata di Laurin fosse attraente ed estremamente carina. Corrugava le sopracciglia e ogni tanto spuntava la sua lingua al centro del labbro superiore, lasciandola ferma, come un bambino, per poi roteare gli occhi e imprecare, per non essere riuscito nel suo intento. Scocciato, Laurin, avverte una vampata di caldo troppo insistente per i suoi gusti, così già innervosito dal gioco, si sfoga.
"OH CRISTO SANTO CHE CALDO!", si alza ancora comandando la sua macchina da corsa nel gioco e si sfila la maglietta con una mano che portò al colletto sulla sua nuca, tirando la maglia sulla sua testa, in uno scatto veloce per non perdere il controllo della macchina. Lascia cadere a terra la maglietta, sotto lo sguardo subito molto più interessato di Camila. Il gruppo delle sisters la guarda mentre alza le sopracciglia e distoglie lo sguardo, per non cadere nelle solite tentazioni. Appena riporta gli occhi sul gruppo seduto attorno al tavolo, trova tutti che la fissano con sorrisi maliziosi.
"Ma guardatela come se lo mangia con gli occhi...!", dice James divertito. Camila ride, e muove le mani sul tavolo in imbarazzo.
"Siete belli insieme, Mila... Fin troppo a volte!", dice Dinah ridendo.
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La figlia del coach || Camren Fanfiction
FanfictionNelle giovani squadre dei licei americani, che siano di basket o di baseball, vige una regola non scritta, una regola infrangibile. Nata così tanti anni fa, da diventare tradizione tramandata fino alle nuove generazioni di giovani atleti. Agli occhi...