76. Something you don't wanna know

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La notte corse senza tregua, lasciando i due giovani ragazzi senza più fiato e colti di sorpresa dal sole che prendeva a sorgere. Dopo averlo fatto una volta, lo fecero altre cinque, come se non sapessero più aspettare. Era la prima volta che finivano per passare la notte insieme, e quando Michelle fu sul punto di addormentarsi lui cercò di uscire dal suo letto. La ragazza si strinse a lui mugugnando, facendolo così tanto intenerire da decidere di rinunciare. In pochi minuti lui stesso prese il sonno, cadendo entrambi nella profonda stanchezza, nudi e coperti solo dal lenzuolo. Quando aprirono gli occhi erano le 11 della mattina; Laurin e Camila non disturbano mai loro figlia, così i due ebbero modo di rivestirsi senza fare brutte figure.

"Devo scappare, piccola, tuo padre porta a breve la sua macchina al mio garage. Se mi trova in camera tua penso che vorrà mettermi sotto.", ride lui vedendosi di fretta.

"Dammi un ultimo bacio", chiede lei, guardando la sua muscolatura. Francisco si avvicina a lei, prendendo i lati della testa per posare un bacio delizioso sulle labbra carnose di lei.

"Verrò anch'io con papà, ci vediamo dopo", lo avvisa lei e lui le fa un occhiolino, affacciandosi dal balcone alla ricerca di una via libera. Appena si accerta che la spiaggia fosse sgombra dai genitori di lei, scavalca il muretto.

"A tra poco, piccola.", Michelle si alza di scatto, sorridendo e corre verso di lui fermandolo nuovamente con un bacio.

"Aspetta un altro po', ti prego", l'erotismo di Michelle quando si sbloccava era continuo ed incontrollabile. Lui sentì invadersi la bocca e tirare i suoi capelli dalle mani affusolate di lei, e per poco non cedette. Si staccò dal bacio, cominciando a dare al suo alza bandiera mattutino una ragione di esistere.

"Mich ce l'ho già duro abbastanza, vuoi proprio uccidermi?", dice ridendo, pregandola di non istigarlo dato che doveva proprio scappare. Lei lo guarda con quegli occhi verde oceano talmente vogliosi, da farlo avvampare.

"Se fai in fretta puoi sempre arrivare in tempo a casa tua...", il tono persuasivo di lei, lo ammutolisce per qualche istante prima di far apparire sul volto di lui un sorriso beffardo e sicuro.

"Sapevo che aspettarti ne sarebbe valsa la pena", commentò quasi tra sé e sé e colpito da un'eccitazione troppo invasiva, afferró il sedere di lei schiaffeggiandolo un paio di volte per sentire come i glutei sodi rimbalzassero nei suoi palmi e impegnati in un bacio i due rientrarono alla cieca in camera. Lei sbottonó i jeans di lui e poi scostó il bordo del suo short che si era infilata senza mutandine. Il ragazzo la fece sedere sul letto e lei affrettó i suoi movimenti, dato che il tempo contato che scorreva le stava mettendo addosso una adrenalina eccitante.

"Fallo veloce, non pensare a me.", a lei ci pensava da sola. Non aveva bisogno di chissà quanti preliminari, le piaceva il sesso crudo. Lui infilò una mano nel suo boxer, cominciando a stimolare il suo pene mentre guardava la ragazza toccarsi i seni con pinzettate stuzzicanti. Chiunque guardi Michelle non penserebbe mai che nasconde un mondo dell'erotismo tanto sviluppato. Francisco sentì il suo pezzo di carne impennare alla vista di quella musa che si sfiorava in modo indecente, e si strinse con forza la cappella. Appena la ragazza aprì la bocca per rilasciare un fiato di piacere sotto la propria stimolazione, il portoricano prese entrambe le mani di lei con una sua, facendola cadere di schiena contro il materasso e mentre la inchiodava con i polsi sopra la sua testa, l'altra mano tirò fuori dai boxer il suo pene marmoreo e scostó il lembo del pantaloncino di lei. Affondò nella sua natura e martelló senza scrupoli. Le piaceva vedere lei perdere il senno sotto quelle stoccate rudi, e con la luce della mattina riuscì a notare quanto bello diventasse il suo viso, imperlato dal sudore, mentre crucciava il viso tra un ansimo e l'altro. Decise di testare la sua sopportazione, capire cosa davvero le piacesse e quanto, così con la mano libera raggiunse il suo collo, togliendole improvvisamente il fiato. Lei sembrò arrossire più dall'eccitazione che dal soffocamento, e con tutto che non avesse più possibilità di prendere fiato, lo sprecava per ansimare dei versi di consenso e piacere, che rendevano il ragazzo ancora più pronto all'apice. Lui si fermò all'improvviso, vedendo il corpo di lei contorcersi in modo esagerato, alla ricerca disperata di contatto. I denti di lui pinzarono un capezzolo, succhiandolo con una forza che avrebbe lasciato il segno, e riprese a scavare dentro di lei con delle stoccate fulminee e rumorose. Sentì ancora una volta la vagina di lei stringersi contro il suo compagno fedele, e per quanto stretta fosse, lui si ritrovò a venire prima del previsto, insieme alle sue convulsioni interne. Abbandonó la presa dal suo corpo, e lei rimase senza fiato, accaldata e col respiro pesante, a peso morto, mente lui con altre cinque forti spinte si aiutò a svuotarsi per bene dentro di lei riempiendola fino all'orlo. Quasi immediatamente lui uscì da lei, passandosi una mano sul pene per pulirsi e si alzò i pantaloni. Si abbassò per succhiare un'ultima volta un seno di lei con un sorrisetto da stronzo, e poi si avviò verso il balcone ancora con il suo pacco provato dall'eccitazione.

La figlia del coach || Camren FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora