09-Parlando

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Rimango sulle scale aspettando che si addormenti, per ora continua a rigirarsi  e piangere. Tutto questo non ci voleva. Il problema che ha avuto con la sua ragazza è diventato un altro spillo conficcato nella sua testa, ci vorrà molto prima che le cose tornino tranquille. Sospiro, a volte vorrei saper far di più, aiutare le persone a gestire le situazioni, le emozioni, la rabbia, ma purtroppo sono solo un demone il quale non sa prendersi cura nemmeno di se stesso. 

"Miaaaaouaaao" Sobbalzo mentre un gatto sbuca dalla porticina sul retro, quanto diamine sono brutti i suoi miagolii.

"Sono quà, Cali" Parlo piano, giusto per farmi sentire.

"Miauuuauuu" Non riesco a trattenere le risate mentre il mio gatto, con qualche chiletto in piú, si fa strada verso di me sculettando poderosamente. Ecco forse se avessi un minimo dello stile di quel gatto potrei fare molte più cose, basta che io sculetti per avere il mondo ai miei piedi.

"Vieni bello" Si fa avanti sballottando la ciccia. Gli avvicino una mano, lui annusa e soffia, molto probabilmente sente l'odore di Hoseok. Non va d'accordo con i cani né tanto meno con i  lupi.

"Non te la prendere con me, ingrato. Vieni quà" Fa un pò l'altezzoso, ma poi si struscia sul mio ginocchio, emettendo delle fusa che lo fanno sembrare un motore a scoppio.

"Muaaaauaaooo...miao" Cosa darei per capire cosa dice, sembra la cantilena di un gatto agonizzante. Si mette sulle mie gambe e si buttà giú a peso morto. Ogni volta che torna ha sempre un pezzo di pelliccia in meno. Obeso e vecchio com'è, combatte ancora per le compagne.

"Hai mangiato qualcosa visto che sono stato fuori per un pò?" Rotola sulla pancia e mi da una zampata sulla maglia.

"Ahia bastardello"

"Muawaaaaaaa" Vuole i grattini sulla pancia. Dannato gatto viziato. Inizio a muovere le mani sulla sua pancia cercando di schivare gli artigli e i suo denti.  Nel frattempo Hoseok è ancora sveglio, non so se stia ascoltando me e cali, oppure no, comunque sia, pare essersi tranquillizzato.  Finisco l'ultima goccia di sangue nella tazza. Non mi dispiace il sapore del sangue, è qualcos'altro che non digerisco. Il mio piano di spegnermi piano, piano è stato interrotto da Tae, il quale mi ha obbligato a nutrirmi almeno fino alla fine del tutoraggio. Non può darmi ordini, anzi a dirla tutta volevo tenerlo nascosto ancora un pò, però in quel momento avevo bisogno di lui e di sangue. Non potevo rischiare di far fuggire Hoseok. Ho semplicemente accettato il suo consiglio a testa bassa, rifornendomi dalla sua scorta. Anche se il ragazzone non lo dava a vedere, sembrava preoccupato per la mia scelta. Faccio un lungo sospiro. Questa vita è la solita cosa ogni giorno, una completa noia. Rimango sempre lo stesso, non invecchio, non mi ammalo. Niente di niente. Non ho altri motivi per rimanere qui. Il gatto cerca di mordermi una mano, ma gli manca un dente e tutto quello che riesce a fare e uno strano tentativo di farmi del male.

"Che vuoi fare?" Aggrotto la fronte, lui si rotola sulla schiena e fa le fusa. In vent'anni non ho mai capito che problemi abbia.

"Vieni a mangiare fetente" Mi alzo e vado in cucina. Taehyung mi ha rifornito di sangue, il frigo pieno ne è pieno. Oltre alle scorte di sangue, ho un quintale di cibo per gatti. Afferro una scatoletta al pollo dallo scaffale. Cali mi sta seguendo a coda ritta, attento ad ogni mio movimento. Prendo la sua ciotola e la riempo.

"Eppure mangi cosí poco, come fai ad essere cosí largo?" Quel gatto è un mistero in tutto per tutto. Un giorno è comparso nel giardino, da chissà dove, e mi ha praticamente costretto ad adottarlo. Ricordo ancora il piccolo micio che era, pellicia bianca pezzata di rosso, con i peli sparati in aria. Almeno lui cambia, invecchia. Solitamente scompare e riappare a suo piacere. I pochi ospiti che ho  avuto lo chiamavano "il gatto fantasma", perchè affermavano che solo io possa vederlo. Ancora oggi non ho capito se fosse una presa per i fondelli o no, ma non mi meraviglierei se fosse paranormale anche il gatto.

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