"Ma quindi io sono il cattivo?" Jimin ritrae la testa, mentre strascica l'ultima vocale.
"No, sei uno dei buoni, leggermente fuori uso, che ha mandato all'aria i piani degli altri, ma sempre uno dei buoni" Storge la testa emettendo un lungo mugolio. Mi ha trascinato nella stanza delle brande, pregandomi di rispondere ad alcune domande. In questo momento sono seduto sulla branda con lui seduto fra le gambe. Questo Jimin è leggermente piú invadente dell'altro e non ho ancora capito se la cosa mi piace o meno.
"Sono ancora un demone?" Cerca di grattarsi la spalla fasciata, ma lo blocco.
"Eri? Lo sei? Non lo sappiamo piú" Jin ha lasciato piú domande che risposte . Il caso "Jimin" va oltre le sue conoscenze, o almeno quelle momentanee.
"Capisco. Cosa mi sta accadendo?" Si stuzzica un livido nero sul braccio, preoccupato.
"Non lo sappiamo, anche il dottore è rimasto basito. Il tuo corpo sta mutando." Gli accarezzo il braccio, per distoglierlo dal livido.
"Lo chef Nam ha fatto la pasta" Nam irrompe nella stanza con due piatti di plastica e della pasta al pesto. Nuovamente, mi stavo dimenticando il pranzo, fortunatamente abbiamo Nam. Inciampa in una borsa rovesciandola, ma non ci fa caso e ci lascia i piatti. Quel ragazzo ha la delicatezza di un carrarmato.
"Ecco a voi, pizza, pastaaa...italiano" Esce dalla stanza come è entrato, portandosi dietro il suo caos e il pessimo umorismo. Entrambi iniziamo a mangiare con gusto la pasta e il sugo pre-preparato, che Nam ha dilegente cucinato. Se solo la pasta non fosse un pò scotta, sarebbe perfetta. L'entrata di Nam ha spazzato via la preoccupazione dalla testa di Jimin, si sta preoccupando solo del cibo, facendo forchettate abnormi.
"Mangia piano" Che piccola bestia diventa quando si tratta di cibo, molto probabilmente, dopo cento anni senza cibo umano, farei di peggio. In quattro e quattr'otto ha già finito il suo piatto di pasta e punta al mio.
"No" Dico secco, deve smetterla di rubarmi il cibo. Lui fa il broncio ed esce dalla stanza. Eppure non mi sembra di essere stato cosí brusco. Sospiro, la malattia, o mutazione, o qualunque cosa sia, lo stanno rendendo strano. Prendo un'altra forchettata di pasta, domandandomi se sia il caso di andarlo a recuperare. La porta si riapre e compare con un altro piatto pieno di pasta fumante. Ok, era un falso allarme. Col broncio mi fa cenno di spostare i bracci per farlo accomodare. Scocciato lo faccio tornare sulle mie gambe.
"Ti piace starmi sulle palle eh" Tiro la battuta, ma non ottengo il risultato sperato. Aggrotta la fronte e fa un verso interrogativo.
"Non ho capito" Replica.
"Niente, tranquillo, te la spiego quando sei piú grande" Nemmeno l'ultima battuta lo scalfisce. Meglio lasciar perdere.
"Ma io sono grande" Fa uno sbuffo e alza la testa indignato. Oh santo dio. Forse anche i neuroni stanno mutando, può mutare un neurone? I demoni hanno i neuroni? Beh di sicuro qualcuno ce l'ha, ma non abbastanza. Mi meraviglio dei miei stessi pensieri e gli faccio il verso in risposta.
Mangiamo in silenzio. Finisco per secondo e rimango con la fame, dopo la stramaledetta trasformazione il mio stomaco è diventato un buco nero. Lascio il piatto sulla brandina, non ho voglia ne di alzarmi ne di chiederla a Jimin. Lui guarda il mio piatto e fa un sorriso vittorioso. Sono tentato di lanciarlo via, ma ci ripenso quando mi imbocca un pò della sua pasta. Allontana la forchetta, mantenendo lo sguardo su di me e sulle mie labbra. Mastico sogghignando, Jimin. Si avvicina e mi bacia, faccio in tempo a ingoiare prima di strozzarmi. Si ritrae immediatamente chiedendomi scusa. Mi ha spiazzato con quel gesto repentino.
"Scusa"
"Perchè ti scusi?" Ridacchio, se solo sapesse che solitamente sono io quello che lo tenta. Arrossisce e continua a mangiare, lo vedo masticare con veemenza mentre cerca di non guardarmi. Forse posso stuzzicarlo anche ora, chissà, magari recupera la memoria tutto d'un colpo. Sporgo il corpo e gli sto praticamente col fiato sul collo, lui tossisce e colgo l'attimo per stampargli un bacio sulla guancia. Blocca tutto quello che sta facendo, rimane imbambolato sulle mie gambe. Se non respirasse e il suo cuore non battesse, penserei che è impagliato. Decido di dare il tocco finale e lo bacio all'angolo della bocca, questa volta mettendoci tutta la delicatezza possibile. E' divertente tentarlo, solo che questo Jimin pare invadente, ma casto. Il contrario di quello vecchio. Il ragazzo prende e scappa di nuovo in salotto. Che c'è adesso? Non penso di aver esagerato, ho fatto di peggio. Beh, probabilmente dovevo tenere in conto che Jimin al momento è fuori uso, anche se ha iniziato lui. Faccio un lungo sospiro. Sono un pirla. Prendo il suo piatto e mi alzo, ma lui salta fuori dalla porta chiudendosela alle spalle e viene verso di me, stampando la sua bocca sulla mia. Non capisco. Mette le mani sul mio viso e mi spinge verso di lui, mentre muove le labbra incerto. Assomiglia molto al nostro primo bacio, è impacciato come allora. Appena mi riprendo dalla sorpresa inclino la testa per far combaciare meglio le nostre labbra. Questo si che è un bacio, non quel tentativo di strapparmi la lingua del giorno prima. Percepisco la delicatezza, la passione e la timidezza, il tutto è già piú apprezzabile. Sento lo stomaco sciogliersi e sorrido contento.
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INFECTION
FanfictionNella vita di tutti giorni, Hoseok compra un coltello per la sua adorata collezione, tutto bene finchè non si distrae per un secondo e si taglia accidentalmente. In quel momento il suo sangue viene infettato e contro ogni suo volere diventerà qualcu...