48- Resa dei conti

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Ormai non ci ferma piú nessuno, mietiamo vittime con una facilità tale da farci paura. La battaglia sta imperversando da un paio di ore. Siamo un pò ammaccati, ma non sono ferite di cui preoccuparsi. Ho avuto un incontro molto ravvicinato con cinque freddi armati di coltelli e velocità, ma con l'aiuto degli altri sono riuscito a cavarmela con qualche taglio già in via di guarigione. Ad ogni uccisione ci sentiamo piú forti di prima, io la chiamo adrenalina, ma penso sia l'effetto della caccia. Mi sento forte e scaltro come quando andavo dietro al cervo nel bosco. Pure gli altri mutaforma possiedono una ferocia strabiliante. Mi chiedo come faccia un esercito come il nostro a soccombere? Siamo una vera forza della natura. L'ennesima lancia mi trafigge, questa volta sono andati vicini a collo, perforandomi la spalla. Mi lamento di dolore mentre Jisoo mi viene a coprire.

"Pronto?" Jisoo afferra subito il legno fra i denti e tira, strappa la lancia lacerandomi la pelle. Meglio fuori che dentro. Ringhio di dolore mentre mi lecca la ferita. La ringrazio mordendogli un orecchio e zoppicco via. Abbiamo fatto talmente tante volte questa cosa cosa che ormai non ci impressiona piú. Torno a cacciare, gli odori sono diventati molto confusi e il chiasso pure, in qualsiasi angolo io mi giri sento e vedo morte, devo affidarmi solo alla vista. Individuo un uomo venirmi in contro con una lancia fra le mani, mi guarda con aria di sfida. Accetto divertito. Acquattandomi gli mosto la mia fila di denti affilati, a testa bassa, pronto ad attaccare. Arrivo a mezzo metro da lui, quando sulla sua faccia compare la confusione. Rimane interdetto e si volta. La tensione che c'era si disperde, peggio per lui. Abbaio un avvertimento e salto.

"Aspetta, aspetta, mi arrendo" L'uomo scansa l'attacco velocissimo e alza le mani. Brontolo minaccioso, increspando il naso. Contro ogni prerogativa lascia andare la lancia che cade con un tonfo sull'erba.

"Si stanno arrendendo"

"Fermatevi" Fra la folla cala il silenzio, accampagnato da un leggero vociare.

"Bello, bandiera bianca, ok?" Qualunque cosa stia succedendo non smetto di ringhiare, finché sotto di me non sbuca Kai che richiama la mia attenzione. Il lupo marrone si è intrufolato sotto le mie gambe.

"Si arrendono, abbiamo vinto" Lascio perdere il freddo, che inizia a correre via. Sembra che anche il resto degli altri stia retrocedendo.

"Ma che cazzo stanno facendo" Sbotta Nam che viene a scacciare Kai da sotto di me mordendolo. Gli ringhio contro lasciando il giovane lupo sotto di me. Ci sono problemi peggiori di cui occuparsi. Alzo la testa il piú possibile per cercare di capire qualcosa: la marea nera si sta lentamente muovendo verso il proprio accampamento.

"Non abbassiamo la guardia" Scavalco Kai e inizio a seguire l'armata nemica nel suo veloce ritiro. La cosa non mi torna. Perchè dovrebbero ritirarsi? Sono sicuro che la situazione non può essersi ribaltata cosí facilmente. Fra i caldi non vola una mosca, trasformati e uomini rimangono fermi, con le armi ancora pronte e la faccia di chi non sa cosa fare. Nessuno esulta. Anzi, li scortiamo verso la loro tana, a volerne una riprova. Li seguiamo, pronti ad ogni passo falso. Salto poi per vedere la situazione in lontananza, c'è una lunga schiera di soldati freddi, non molto distante. Piú avanti c'è un ragazzo che sta nel mezzo. Io conosco quel ragazzo. Scatto in avanti spaventando le persone che mi circondano. Jimin. Con prepotenza sfilo tra le persone.

"Che fai? Aspetta" Il mio branco si lamenta della mia partenza repentina. Quello è Jimin. Dovrei prenderlo a schiaffi, oppure giocarci semplicemente? Zoppicante ci metto un pò, ma arrivo sbucandogli in faccia. Non è Jimin. Il ragazzo si allarma, facendomi cenno di fermarmi. Assomiglia molto a lui, però nè i lineamenti nè l'odore sono i suoi. Pensandoci bene, Jimin, non può essere guarito in così poco tempo. Oltre ciò il suo cuore non batte, non respira. Nam sbuca accanto a me e sniffa il ragazzo. Quando è sicuro che non è Jimin sbuffa, inclinando la testa come un cane curioso. Il ragazzo non capisce e rimane teso, studiandoci. Quando si rende conto che non siamo minacce, fa un passo avanti.

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