Suonano il campanello. Contento vado ad aprire sapendo già chi troverò la fuori. Spalanco la porta e lo trovo sorridente. I ricci sbarazzini oggi sono nascosti sotto ad un cappello di lana celeste - probabilmente un'altra invenzione di sua madre con l'uncinetto- qualche ciocca sfugge alla lana e gli accarezza le guance rosee per il freddo. Gli occhi celesti accesi e squillanti, mi osservano.
"È arrivato il ragazzo delle pizze" Si apre il giaccone per mostrare la divisa e urla come sempre. Ogni volta deve fare la sua entrata scenografica, se no, non è contento di sè stesso. Alzo gli occhi al cielo. Ormai pure i vicini sanno che lavora come fattorino.
"Smettila e vieni dentro, si gela" Lo tiro per la maglia e lui si lascia trascinare dentro. Sento odore di cipolla e mozzarella provenire dalla scatola che ha in mano. Stasera si è portato una pizza dal lavoro, menomale, mi sono totalmente scordato di preparagli la cena. Penso a chiudere la porta mentre sento già le sue mani stringersi sui miei fianchi.
"Com'è andata la giornata?" Mi bacia sulla nuca. Quando fa cosí mi fa impazzire ancora come se fosse la prima volta, mi scioglie dentro come un pezzo di cioccolato. Con il poco autocontrollo che ho cerco di rispondergli come si deve.
"Bene oggi era l'ultimo giorno di tutoraggio, Tommy sa gestirsi perfettamente anche senza di me. Presto lo lascerò tornare alla sua vita." Parlo dolcemente e accarezzo le sue mani. Sono cosí fredde.
"Un problema in meno, no?" Torno ad alzare gli occhi al cielo, è sempre così geloso dei ragazzi che aiuto, anche se continuo a ripetergli che non mi interessano e amo solo un unico cretino su questo pianeta.
"Tommy non è un problema e ti ricordo che ha 17 anni, non pensi che io sia un pò troppo grande per lui? E dove hai messo i guanti che ti ho regalato?" Solo adesso mi accorgo che non indossa i miei guanti da sci. Essendo inverno avevo pensato bene di rimediare alle sue mani secche e arrossate con dei bei guantoni, ma a quanto pare è testardo come un mulo.
"I veri uomini non usano i guanti "Dice e lo sento impettirsi. Allenta la presa e ne approfitto per voltarmi. I suoi occhi sono cosí unici che mi ci perdo ogni volta. Lascio un piccolo bacio sul suo naso, rosso e freddo anche questo.
"Ti classifichi come un vero uomo, Fabian?" Gli lascio un altro bacio sulle labbra. Queste a differenza del resto sono già piú calde. Lui ghigna e azzera le distanze, tirandomi contro di lui.
"Tu che dici?" Capisco le sue intenzioni, però cosí facendo farà raffreddare la pizza.
"Prima mangia, poi ne riparliamo" Lo allontano facendogli l'occhiolino. Lui però mi tira violentemente contro di lui.
"Non senti freddo Jimin? Io si" Ridacchio alle sue avance. Non voglio servigli l'antipasto, ma il dolce. La porta si spalanca con un colpo e la neve prende a turbinare. Sobbalzo preso alla sprovvista.
"Che diamine?" Mi pare di averla chiusa, non pensavo che il vento fosse cosí forte. Corro a chiuderla, questa volta a chiave, con due mandate. Peró il freddo non se ne va, anzi, i vetri delle finestre cominciano a tremare. Tira cosí tanto vento fuori? Ultimamente il tempo sembra come impazzito. Ció mi fa venire voglia di infilarmi sotto le coperte con lui, al caldo con tanto di coccole. Anche se non dovrei provare tutto questo freddo. Cerco Fabian, ma è sparito.
"Fabian?" Domando, ma la casa e vuota e spenta. Ho le traveggole? Magari è uno dei suoi scherzi. Incrocio le braccia al petto, aspettando che salti fuori urlando. Si dimentica sempre che sono un demone dotato di un padiglione auricolare molto sofisticato. Acutizzo i sensi per rintracciarlo, ma sento solo il rombare del vento fuori casa e le finestre vibrare. Storgo la testa disorientato, mentre comincio a tremare. Uno schianto risuona nell'aria e le finestre cedono. Sbattendo nei muri rilasciano nell'aria schegge di vetro e neve. Folate di vento sconquassano la casa, turbinano, facendo cadere qualsiasi cosa sia poco stabile. Salto per la paura, mentre sento il pavimento duro sotto la testa. È solo un fottuto sogno.
Apro a malapena gli occhi, cercando di sopravvivere ai raggi mortali della luce solare. Ho i vestiti appiccicosi e un freddo cane che mi scuote le ossa. Addormentarsi con la febbre, per terra, non è stata una delle mie migliori idee. Il mio cuore batte ancora all'impazzata, scosso dalla fantasia del mio sogno. Che cavolo ho sognato? Sopratutto chi è Fabian? Ho sognato quel ragazzo diverse volte e stasera ne ho ottenuto il nome. Sempre se non sto sbagliando.
"Fabian? Fabian" Provo a ripetere il suo nome, ma non mi torna in mente niente, ho solo questa strana sensazione di averlo conosciuto. Bah. La mia testa è tremendamente instabile. Combatto con la forza di gravità e mi metto a sedere. La testa pulsa, la sento vuota e leggera. Sto tornando umano, ma ho l'impressione di perdere neuoroni. Sbuffo e per la prima volta dopo anni di immortalità, torno a sentire il bisogno di stiracchiarmi. Tiro i muscoli che rispondono con il dolore. Ok, con calma. Sono andato troppo bruscamente. Faccio schioccare le articolazioni che fanno dei rumori incerti, oltre a dolermi e stiro le braccia con calma. Sono letteralmente uno straccio. Tremori continuano a sconquassarmi il corpo, sento piú freddo di quello che è in realtà. Come viene curata la febbre? Con le aspirine, no? Le chiamano cosí, devo trovarne qualcuna e ristabilirmi. Con difficoltà, torno in piedi e mi accascio sul tavolo davanti al letto. La gravità sembra essere raddoppiata durante la notte, mi sento due volte piú peso. Davanti al tavolo c'è un grande specchio, alzo il capo e ne approfitto per osservare il cadavere che mi fissa.
"Cazzo, quanto sono bello" Ho la fronte imperlata di sudore, gli occhi arrossati e la pelle bianca latte. Sono veramente un disastro. Non sono piú un demone, devo prendermi cura di questo nuovo e delicato corpo, se cosí si può dire. Adocchio la bottiglietta d'acqua sul tavolo e ringrazio l'hotel per questo piccolo dettaglio. Sto muorendo di sete. Stappo la bottiglia e bevo, mettendomi a sedere sul letto. In confronto al pavimento è cosí morbido che potrei dormirci per due giorni. La tentazione di sdraiarmi e mandare a fanculo il mondo è tanta, ma non posso, almeno non adesso. Le mie responsabilità chiamano, non mi sono fatto odiate dai miei amici per niente. Per anni ho passato il tempo a fissare gli altri bere, cercando di ricordarmi come fosse la consistenza dell'acqua. Fare un gesto cosí semplice, mi da una soddisfazione immensa. Penso alle cellule del mio corpo e al loro bisogno di acqua e sali minerali che mi rendono umano. Avevo accettato la perdita di questo equilibrio, non capendo quanto mi mancasse veramente. Gusto piano piano l'acqua:è cosí leggera e delicata, unica in confronto al sangue viscoso. La finisco, lanciando la bottiglietta sul tavolo. Adesso devo nutrirmi, anzi mangiare. Non sono piú un assassino bisognoso di sangue. Oltre ciò devo stilare il piano d'azione.
"Jimin, concentrati" Osservo la mia figura allo specchio, cercando di capire quali sono i punti importanti per riuscire nell'impresa.
"Primo, ti serve un arma, so che potresti ucciderlo a pugni, ma è piú veloce una lama" La mia spada è dispersa in chissà quale parte del globo e sicuramente non posso comprarla al botteghino di fiducia. O torno a casa o vado in un armeria, anche se mi sembra piú plausibile la prima, dovrei avere almeno un altra spada di qualità in soffitta. Prima di entrare in casa, però, devo essere sicuro che non ci sia nessuno.
"Secondo, un corpo decente" Mi do una pacca sulla coscia, facendomi male. Non posso praticare attacchi potenti, questo è poco ma sicuro. Dovrò muovermi usando tutta la furbizia possibile. Mio padre non è un soldatino di cartapesta, sa combattere e usare molte tecniche, mi darà del filo da torcere se lo sfido apertamente. Essendo suo figlio mi resta la carta del rapimento, il cuore vivo in mezzo al petto rimarà difficile da spiegare. Magari posso raccontargli una bugia, inventandomi che mi hanno maledetto o via dicendo. Il mio mondo è sempre stato costituito da bugie e codardie, un'altra non mi farà male. Bene, adesso non mi resta che capite dove comparire. Diretto al covo o per vie secondare? Probabilmente è presto per parlarne, devo risolvere i primi punti. Mi sdraio sul letto cercando la forza per alzarmi e fare almeno un bagno.
"Muovi il culo Jimin"
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INFECTION
FanfictionNella vita di tutti giorni, Hoseok compra un coltello per la sua adorata collezione, tutto bene finchè non si distrae per un secondo e si taglia accidentalmente. In quel momento il suo sangue viene infettato e contro ogni suo volere diventerà qualcu...