40- Stesso sangue

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Dopo esserci rivestiti, torniamo nella tenda, giusto per conoscerci un pò e capire come sistemarci. Adesso mi sento veramente responsabile, sono un alfa e ho a carico un ragazzino, uno scaricatore di porto e una ragazza. I due Culligan devono sbrigarsi ad insegnarmi, non so ancora niente di niente. L'istinto mi aiuta, ma non so se questo sia il metodo giusto, sopratutto non è la risposta a tutto. Nel tendone vado dritto verso lo zaino, tiro fuori la mia capsula e sfodero la spada, mettendola accanto a quello che ho deciso essere il mio letto.

"Avete con voi il coltello?" Chiedo ai nuovi arrivati, anche se a dirla tutta gli ultimi arrivati siamo noi qui dentro. La ragazza annuisce, andando verso il suo letto. Tira fuori la scatola e la capsula, sfodera poi una spada simile alla mia, solo piú snella. Sono l'unico a cui è toccato il macigno di ferro.

"Tu?" Parlo a Kai. Il ragazzo nega col capo.

"Mi hanno attaccato, no ho il coltello" La sua voce è giovane, squillante. Inciampa sulle parole, immagino sia già un ottimo traguardo parlare così bene.

"Ti hanno attaccato? Aspettate, con voi devo mettere in chiaro una cosa, sono il vostro alfa, ma ne so veramente poco di questo mondo, ok? Dobbiamo imparare un sacco di cose e condividerne altrettante" Indossare i panni del ragazzo serio mi fa sentire autoritario e stupido al tempo stesso. Peró la situazione è questa, non so un cazzo e immagino che nemmeno loro siano così esperti.

"Mi hanno coltelato, il ragasso è spaito col coltelo" Inizio a capire le dinamiche.

"Allora sei l'unico che non si tagliato come un coglione" Aggiungo, io sono stato il primo e mi sono tagliato come un deficiente. Nam mi ha raccontato una cosa del genere, ha comprato il coltello per un suo amico, ma mentre lo maneggiava si è fatto un taglio sulla gamba. La cosa è insolita visto che il coltello si usa con le mani, ma conoscendo il tipo, e la sua stupidità, non mi è servito sapere i dettagli.

"No, però sono stato in condizioni critiche,meglio essere stupidi no?" Si impegna con le parole, pronunciandole perfettamente. Strabuzzo gli occhi, correggendo l'espressione troppo preoccupata che voleva apparirmi sul volto. 

"Il ragazzo è andato in posti che non doveva vedere, l'hanno accoltellato due volte, i colpi non sono stati mortali,vma l'infezione gli impediva di guarire. Insomma sapete cosa succede" Jisoo va a posare una mano sulla spalla del ragazzo, dandomi più dettagli della storia.

"Ahia, guarda il lato positivo. Cioè mezzo positivo, ce l'hai fatta e sei con dei disperati come noi." Arricchisco le mie parole con un sorriso sghembo. Non è una fortuna essere lì, in mezzo alla guerra, ma almeno è vivo. Faccio schifo con le rassicurazioni, già.

"Quanti anni avete? Io e mister ragazzone ne abbiamo ventiquattro." Indico Nam che sta tirando fuori le cose dal suo zaino, appropriandosi di un letto vuoto. Da quando siamo tornati umani si è calmato, ma non perde l'opportunità di osservare la ragazza. Spero solamente non sia un maniaco, non ho voglia prenderlo a schiaffi per una cosa del genere. Mi fido del ragazzo.

"Io 17, lei 23" Cerco di non sembrare sorpreso dall'età del ragazzo, ma fallisco miseramente. È alto quanto Nam e ha solo 17. Mi sento un nano invecchiato.

"Sei minorenne? I tuoi genitori?" Esclamo attirando l'attenzione di Nam, che mi spalleggia dopo poco.

"Che succede?" Domanda stranito, leggermente giú di tono.

"I miei non sano che ono vivo" Mi imbroncio sperando di aver capito male.

"Aspetta cosa?" Vado a sedermi sul mio nuovo letto e il ragazzo si siede su una delle sedie in mezzo al tendone, chinando il capo. Guardo Jisoo per capire se è terreno sul quale marciare, oppure no. Non so se sia un argomento sensibile per il ragazzo. Lei non intende e mi fa spallucce.

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