42- Dove tutto è finito

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Mi teletrasporto su un albero davanti casa mia. Non ricordandomi perfettamente com'è fatto finisco malamente contro un ramo.

"Ahia, cazzo" Batto una testata da farmi rimbombare il cranio. Ottimo atterraggio Jimin. Mi aggrappo al tronco, combattendo contro nausea e dolore, ovviamente facendo piú silenzio possibile. Ascolto ogni singolo movimento, osservo le finestre, annuso l'aria. Tutto è buio, non sembra esserci nessuno. Chi mi cercherebbe mai a casa mia? Anche se potrebbe essere una mossa da Taehyung, ma prevedendo la sua rabbia immagino non gliene freghi più di tanto. Come biasimarlo, lo stronzo sono io. Dopo una doccia bollente sono andato a prendere le aspirine, ne ho ingerite un paio ma la febbre sembra non volersi abbassare, sono ancora uno straccio tremante. Il freddo sembra essermisi conficcato nel midollo come una strana malattia, è una sensazione cosí orribile, eppure mi mancava. Sicuro che la casa sia libera lascio un piede nel vuoto e comincio a scendere dall'albero. Capisco immediatamente che è una cattiva idea, il mio corpo non regge, ma non posso nemmeno permettermi di sprecare altre forze nel teletrasporto. Trovo il ramo sottostante, ne saggio la resistenza e ci poggio anche l'altro piede. I bracci non hanno ma fanno da aggancio. Ripeto il procedimento finchè non arrivo all'ultimo ramo, quello piú vicino al terreno. Ho il fiatone e la testa gira come una trottola, sono cosciente di essere diventato una mezza sega. Mi aggrappo al ramo e lascio andare le gambe, questa volta le braccia non ce la fanno a reggermi e volo a terra, atterrando di schiena. Faccio un tonfo sordo, sentendo l'aria sparirmi dai polmoni. Che botta. Gli organi interni paiono essermi saltati fuori dallo sterno.

"Come si sta bene quà" Annuncio al vuoto. Chi ha piú forza di alzarsi? Continuo a respirare affannosamente, la schiena è a pezzi. Devo rileggere le istruzioni "come sopravvivere da umano",devo imparare nuovamente a vivere. Voglio dormire, magari sotto una coperta bella calda, o un piumone vicino al cammino. Tremo ancora di piú pensando a dove mi trovo.  Dentro casa ho proprio un letto morbido, con altrettante trapunte. Dai Jimin, un ultimo passo. Provo ad alzare una gamba, ma il resto del corpo grida di dolore. All'improvviso qualcosa si muove in un cespuglio. Ok, sono morto. Vedo sbucare una palla bianca con le orecchie consunte.

"Mauwaaaaaa" Il mio cuore scoppia per nulla, è quell'obeso di Cali. Ringrazio il cielo, non sono mai stato cosí tanto contento di vedere quell'ammasso di peli. Sta volta oltre alle orecchie scorticate ha tre graffi sopra la fronte. Provo ad accarezzarlo ma si ritrae. Odora l'aria e starnutisce.

"Non puzzo cosí tanto, fatti accarezzare merda" Bofonchio. Neanche il gatto mi vuole.

"Miaoooo" Pare rispondermi e monta sopra la mia pancia. In questo momento è l'equivalente di un macigno, mi schiaccia la cassa toracica rendendomi ancora piú difficile respirare, ma almeno si lascia accarezzare. Accende il motorino adibito alle fusa e si acciambella sopra di me, riscaldandomi un poco. All'improvviso ho tanta voglia di piangere, è cosí bello questo momento. Mi lascio andare alle lacrime, preso da un impeto interno. Cosa sto facendo?

"Cos'hai fatto alla fronte?" Non è messa bene, i tagli sono ancora aperti, magari posso ritagliare un piccolo pezzo di tempo per disinfettargli le ferite. Se solo riuscissi ad alzarmi. Do calci all'aria spaventando il gatto. Con una  determinazione mai vista prima mi asciugo le lacrime e lo faccio scendere.

"Scusa, la prossima volta ti riempo di coccole, ma ora devo andare" Lo scanso delicatamente e ignorando il dolore mi metto in piedi. Ogni volta la gravità mi sorprende, sono sempre piú pesante. Avanzo verso la casa, evitando di intrecciami nei miei stessi piedi. Il gatto mi accompagna cantando una cantilena di miagolii finchè non entra nella sua porticina. Lo seguo e faccio la mia comparsa nel salotto. Non c'è traccia di manomissione, intrusioni, niente. Meglio cosí, non ho nessuno che mi sta cercando anche se fondo in fondo in fondo, un pò ci sto male. Stupido e dannato cervello.

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