34- Salsicce e fagioli

64 10 0
                                        

Alzo il corpo di Jimin, sistemandolo fra le gambe. Il pavimento sembra scomodo, quindi decido di fargli da cuscino. Nam e Taehyung sono partiti da circa due ore, inizio ad annoiarmi in questa casa. Non c'è ammobilio ne niente che possa catturare la mia attenzione, solo un un vecchio divano smarrito nel salotto e polvere. Ho sbirciato fuori dalle finestre, diamo in alto, forse al terzo, quarto piano di un condominio, in un borgo francese? Non so dirlo con certezza, visto che si intravede poco o nulla, e non sono un esperto del territorio francese. Spero solo tornino il prima possibile, non avendo mezzi con cui comunicare possono essere tranquillamente tutti nuovamente nei guai.

Inizio ad accarezzare Jimin, mi sto lentamente abituando alla sua puzza. Il suo corpo va pulito il prima possibile, è in condizioni pessime spero tanto non sia grave come sembra. Il problema maggiore è che se mi muore fra le mani non me ne accorgerei nemmeno. Gioco con una ciocca di capelli e lui mugola infastidito.

"Passa la palla" Brontola nuovamente. A volte si scuote nel sonno e inizia a parlare con persone a caso, invocando oggetti oppure chiedendo cose. Gli unici segnali che ho per capire se è ancora vivo.

"Posso passarti una palla di polvere se vuoi" Dico richiamando il mio senso dell'umorismo per sdrammatizzare, ma il tentativo fallisce in un sorriso malinconico. Cosa voglio fare? Passo un dito suoi lineamenti del suo viso, percorrendo piccole linee delicate dalla bocca al naso. Mi rilassa e chissà, magari rilassano pure lui. Bussano al muro e sussulto. Chiunque sia interrompe un momento delicato.

"Siamo noi" Namjoon tiene il mio zaino fra le mani piú il suo sulle spalle.

"Tieni, ti hanno fregato i soldi, ma il telefono e i documenti ci sono" Lo poggia al mio fianco, mettendosi a sedere con il viso sconvolto.

"Grazie e adesso riposati" Esclamo attirando la borsa verso di me, c'è di tutto li dentro, può tornarci utile oltre al sollievo di sapere che non devo rifare documenti e carte di credito. Guardo Taehyung che sembra essere rinato, le occhiaie sono sparite e i capelli biondi sono tornati a fare capolino. Indossa il suo vecchio giaccone nero con sguardo determinato e fiero. E il secondo lo abbiamo recuperato, manca solo Jungkook e siamo al completo.

"Tieni, disinfettante. Acqua. Garze, c'è tutto. Non sono riuscito a trovare nessuno stregone libero. Sono tutti occupati con i feriti, domani riproverò"Mi porge le borse. La parola stregone mi suona strana, ma non ci vuole molto per capire che è una specie di dottore paranormale, se così si può dire.

"Grazie, sai niente di Jungkook?" Lui sorride, ma fa schioccare la lingua, i due comportamenti non mi fanno capire molto.

"Lo stronzo è riuscito a scappare, ma è finito prigioniero dei caldi. Stava cercando Alexius e suo padre, ma lo hanno catturato prima che potesse dire una parola. Ovviamente nessuno ha parlato riguardo la cattura e pure i due Culligan pensavano che fossimo morti. Volevo portarlo quà ma è scappato appena l'ho liberato, aveva questo strano guantone. Appena gliel'ho toccato si è teletrasportato." Sospira, alle ultime parole.

"Perché?" Chiedo, non conosco le dinamice del loro rapporto, ma non vedo il motivo per cui Jungkook debba scappare da Taehyung.

"Lui vuole combattere e sa che non gli permetterò di fare altro. Appena lo prendo gli do tanti di quegli schiaffi. Vieni, stendilo." Dal tono acido di Taehyung capisco di non voler essere nei panni di Jungkook e forse riesco a capire il motivo della sua fuga. Il demone, di nuovo nel pieno delle forze, prende dalle buste un sacco a pelo e mi aiuta a sistemarci Jimin. Libero il malato dalle corde di seta, poi prendo una bottiglia d'acqua per pulirgli il corpo. Bagno un piccolo straccio e inizio a strofinare il suo corpo, facendo molta attenzione, Sembra cosí delicato, che ho paura di fargli male. Finito di scrostare quel dannato sangue nero, apro la garza sulla spalla.

INFECTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora