39- Branco di pivellini

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Crollo a terra appena sono sicuro di essere fuori dall'appartamento. La testa mi va a fuoco, pulsa in modo bestiale e il teletrasporto improvviso non ha aiutato. Rotolo su un fianco ,sperando che il dolore passi il prima possibile. Non so dove io sia finito, ho formulato un indirizzo a caso nella mia testa e mi ci sono teletrasportato. Al momento non avevo idee migliori. Sento il rumore di macchine non molto lontano, non devo essere distante dalla civiltà. Osservo l'ambiente circostante e ci vuole un pò prima che metta a fuoco visto che è buio. Nell'aria c'è l'odore di erba e foglie. Sono in un bosco? Come se avessi abusato della mia vista, una fitta alle tempie mi punisce e digrigno i denti. Forse devo aumentare la dose dell'antidolorifico. Fortunatamente, ho avuto la fantastica idea di portarmi dietro le pillole. Ne prendo un'altra senz'acqua, la butto giú con non poca difficoltà. Il medicinale lascia un sapore amaro in bocca che mi fa salire la nausea. Non ci pensare.

"Che schifo" Grugnisco e sputo a terra. Mi dispiace per gli altri, la mia partenza è stata improvvisa. Saranno incazzati come bestie, ma è la mia decisione. Andrò incontro a quelle responsabilità, dopo che avrò chiuso definitivamente con mio padre. Non mi avrebbero mai lasciato andare e avrei dovuto spiegare che i ricordi sono tornati e di conseguenza ammettere che sono stato un traditore, ció non è ancora nei miei piani. Sono un codardo, ma un codardo con un piano. Spero solo che Hoseok non mi odi, si stava prendendo cura di me in modo così premuroso, mi sento un dannato stronzo.
Con uno sforzo mi metto in piedi. Starò tornando umano, ma penso di non essermi mai sentito cosí di merda. Non so, nemmeno, come io faccia ad andare avanti in questa maniera. Il mio corpo sembra marcire, cadere a pezzi, se non fosse per il cuore che scalpita potrei essere scambiato per uno zombie. Avanzo e per poco non finisco in una pozzanghera. Guardando meglio mi accorgo che è un laghetto. Sono stato fortunato, qualche metro piú in là e mi sarei teletrasportato nel lago. Da quanto mi concedono di capire i vialetti, i lampioni e il ponte in mezzo al laghetto, sono in un parco. Devo solamente capire in che parte del mondo sono, procurarmi dei vestiti decenti e partire per la missione. Avanzo verso uno dei marciapiedi, costretto a tenere la testa bassa, lontana dalla luce, visto che alimenta la bomba che ho nel cervello. Il vialetto mi accompagna su una strada principale, intravedo qualche insegna e capisco di essere in cina. Poteva andarmi molto peggio, sono stato fortunato. La strada, il traffico intenso e i suoni dei clacson, mi scuotono da capo a piedi. Cerco di ignorarli e attraversare la strada senza farmi schiacciare. I negozi sono ancora aperti, sara all'incirca l'ora di punta. Forse non devo aspettare troppo per sistemarmi. Appena adocchio un negozio di vestiti mi ci butto dentro. Quà la luce è ancora piú forte, mi fa impazzire. Vorrei tanto staccarmi il cervello e lanciarlo per terra. Devo trovare degli occhiali da sole al piú presto. I proprietari mi squadrano. Si, faccio schifo, lo so. Non è un vero e proprio negozio, ma una piccola bottega con vestiti ammassati su manichini in pose strane. Afferro il primo giacchetto che trovo -una scarsa replica di un giacchetto di pelle- e lo indosso. Mi accorgo ben presto che è da donna. Perfetto. Lancio l'indumento per terra, afferrando un giaccone di stoffa e me lo metto. Risulta essere troppo grande, ma andrà bene. D'altronde non devo partecipare ad una sfila di moda. La proprietaria mi viene incontro e si altera per il giacchetto buttato a terra.

"Pagherò" Annuncio in cinese, anche se non è vero, non ho soldi ne altri metodi per pagare. Userò il mio potere, mi dispiace per i proprietari, magari un giorno tornerò a pagarli, ma adesso il piano ha la priorità. La signora gonfia il petto, non lasciandosi intimorire. Le donne sono sempre così testarde.

"Non litigare, avete occhiali?" Chiedo facendomi finta di togliermi gli occhiali. Con il cinese sono arrugginito, ho fatto qualche lezione decenni fa, ma non mi è mai servito fino ad'ora. Quindi non l'ho mai usato così spesso da farmelo rimanere in testa, a differenza dell'inglese o il francese. La signora sbuffa e mi indica la cassa, non avevo notato gli occhiali attaccati dietro al signore. Bene. Vado lì e chiedo di passarmene un paio. L'uomo accatta un paio dalla montatura semplice. Perfetti, non ho molte pretese oggi. Li indosso e tocco il braccio del signore. Cerco di creare un collegamento ignorando il dolore pungente alle tempie.

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