INFECTION

27-Problemi a trattenersi

"Lo sai che se hai dei problemi puoi dirmelo" Jin mi sta parlando preoccupato, non so perchè lo sia cosí tanto, visto che è l'ottava volta che lo rassicuro. Quando ha chiesto il perchè della mia assenza, mi sono inventato una scusa: problemi famigliari improvvisi, ma non pensavo reagisse cosí.

"Tranquillo, abbiamo risolto tutto. La prossima volta avviserò" Dico queste parole fissandomi i piedi. Lui mi poggia le mani sulle spalle, strizzandole leggermente. Quanto odio mentire.

"Ok, vai. Passa una bella serata" Con una pacca mi butta fuori dallo studio, sollevato mi dirigo verso l'uscita. Anche se non ho un rapporto così profondo con Jin mi dispiace, c'è la fiducia fra datore di lavoro e dipendente che non volevo rompere. È una brava persona, non se lo merita. Appena esco prendo una boccata d'aria e metto da parte quel pensiero, con le altre decine di cose che devo ancora smaltire, fra cui la lista dei nomi dei ragazzi. La tengo nascosta nel cassetto di camera, aspettando di capire come rendere onore a quelle vite. Faccio un altro grande sospiro riempindomi i polmoni di aria fresca, accantonando tutti quei sentimenti negativi. Finalmente è venerdì sera e posso uscire con gli altri. Avrei saltato una sera di allenamenti, ma poco importa. Sono tutti occupati con la guerra e io non vedo l'ora di sfuggirne. Stamattina Taehyung mi ha fatto ritrovare il telefono sul bancone della cucina, quel ragazzo è semplicemente un mago dalle mani lunghe. Appena avrò la possibilità di vederlo lo ringrazierò come si deve. Apro il telefono e mi accordo con suga per un possibile incontro a quattro, magari conosco meglio Luna e lui Jimin, anche se non gliene ho parlato direttamente del mio legame con Jimin, lui sospetta già qualcosa. Per la scoperta di Luna mi sono inpermalosito, ma anche io ho i miei segreti, sono ipocrita a voler saper quelli degli altri. Arrivo alla macchina e vado verso casa.

Ovviamente quando entro in casa Jimin non c'è. Stamattina non l'ho svegliato, gli ho lasciato una sveglia per le 10 non curante dei programmi della casata, doveva riposarsi. La serata prima mi è sembrato distrutto, non l'ho mai visto cosí stanco, sopratutto non l'ho mai visto piangere cosí. Quel ragazzo riesce a farmi una tenerezza tale da scombussolarmi il cervello.
Lancio la giacca sul divano e rispondo a Suga che mi da la conferma per stasera, si unirà pure Alvin con la moglie. Rispondo a tutti con un "Ok" e vado a farmi il bagno. Una mezz'ora dopo sono pulito e lindo, pronto per l'abbuffata al pub. Lascio un foglio sul bancone per Jimin con il nome del posto e l'indirizzo. Se mai tornerà in tempo sa dove trovarmi.
Preso dall'eccitazione esco di casa, pronto a mettere in moto la macchina. Mi sento particolarmente euforico, uscite come questa mi mancavano, da tempo non ci riunivamo tutti insieme e poi c'è quell'aria frizzantina, fresca, che mi fa venire voglia di andare a corsa al ristorante. Si prospetta una bella serata.

•••

Arrivo al locale e saltellante vado verso Suga che sta aspettando fuori dal locale, con un broncio e la faccia di chi sta muorendo di fame, l'abbraccio ma lui, scorbutico, mi scosta.

"Che hai ultimamente? Il tuo essere mutaforma ti rende piú appiccicoso?" Lo zittisco dandogli un pizzicotto sulla pancia.

"Come siamo tignosi, sono contento. E sopratutto posso conoscore Luna" Alza gli occhi al cielo sistemandosi i vestiti. Si è messo una giacca nera elegante e Jeans, in più riconosco il profumo che gli ho regalato, nel complesso è il suo classico stile da poeta barbone.

"E io conoscerò meglio Jimin, Mr.mipiaceprenderlo in culo" Da Suga non mi sarei mai aspettato quelle parole, infatti mi giro di scatto per controllare la sua faccia. Alza un sopracciglio e ghigna.

"Non ancora" Gli lascio andare una gomitata nel costato. Lui risponde prendendomi un orecchio, dando inizio alla zuffa. Le nostre solite bambinate che ci portano ad avere gli occhi dei passanti a dosso. Se fossi intelligente mi fermerei qui, ma sinceramente mi mancano queste cose e ho bisogno di distrarmi quindi, inizio a punzecchiarlo.