Lo vedo rannicchiato per terra e mi vengono in mente tutti ragazzi che nella prima trasformazione non erano controllati.
"Non è colpa tua" Gli tendo una mano, ma non mi guarda, continua ad essere assente.
Decido di non aspettare e lo tiro su, lo trascino per il braccio fino a casa. Entriamo, lui rimane davanti la porta a fissare il vuoto. Questo è uno dei momenti piú difficili, sopratutto quando il neonato uccide. In questi casi puoi fare ben poco, se non osservare la moltitudine di emozioni nei loro occhi. Nel peggiore dei casi non riesconi a sopportare il peso di uccidere e si ammazzano a loro volta. Non invidio ciò che passa per la loro testa, perfino la mia entrata nel mondo soprannaturale e stata meno violenta. Lo vado a recuperare e lo faccio sedere sul divano."Che fine faranno i corpi?" Domanda con un filo di voce.
"Vengono smaltiti da quel ragazzo" Non ho il coraggio di aggiungere altro, sopratutto non è questo il momento di spiegare cosa sia uno zombie. Odio essere così inutile, non sono bravo né con le parole e né con le emozioni.Lui annuisce e fissa il pavimento.
"E i loro genitori, i familiari?"
"Una squadra sta cercando di rintracciare parenti e amici , i loro ricordi verranno cancellati, come se non fossero mai esistiti" Dico. Il ragazzo alza lo sguardo e mi guarda inespressivo, fa no con la testa. Sul tavolino c'è ancora il thè.
"Continua a bere" Glielo metto in mano, ma sembra una statua, cosí perso e immobile.
"Quindi verranno dimenticati, come se non fossero mai esistiti?" La voce gli si spezza.
"Si" Vedo le prime lacrime formarsi nei sui occhi.
"Dirti che non è colpa tua è inutile, ma non lo è. Ti hanno trasformato in modo illegale, la responsabilità è di quell'alfa, del tuo creatore" Continua a fare no con la testa e posa la tazza. A volte capita che subentri pure la pazzia. È brutto per noi tutori vedere questi ragazzi andare in pezzi piano, piano. Per questo andando avanti col tempo ho scelto un'altro lavoro. Rimaniamo fermi in quella posizione per un quarto d'ora, io lo osservo incapace di decifrare i suoi pensieri. Mi aspettavo che irrompesse in un pianto invece niente, rimane inespressivo.
"Hoseok?" Non risponde.
"Non voglio che vengano cancellati, non voglio, non riesco nemmeno a pensare a-a una cosa del genere, voglio che vengano ricordati, è possibile?" In questo caso sono impreparato, non mi hanno mai fatto una richiesta del genere.
"No, Hoseok, mi dispiace" dico sincero.
•••
Fisso il tavolo, sono senza forze, i pensieri stanno arrivando pian piano e mi trafiggono come chiodi.
Essere dimenticato mi mette paura, il solo pensiero mi distrugge. Tanto meno voglio che dei ragazzi innocenti, morti per mano mia, vadano cancellati cosí come se niente fosse."Invece si, dovrà esserci un modo" Parlo talmente piano che neanche io riesco a sentirmi.
"No -dice nuovamente, sconsolato. - è il protocollo, nel mondo nascosto funziona cosí, ogni prova del nostro passaggio va cancellata" Inizia a giocare con le proprie dita.
"Ma non posso sopportarlo, li ho uccisi e poi cancellati" Mi mordo un labbro, vorrei farmi del male, sento il suo sguardo fisso su di me. So che l'oblio giungerà per tutti, verremo dimenticati e accantonati, ma non posso essere la causa scatenante di una cosa così precoce. Chissà i parenti, i familiari, oppure i compagni.
"Almeno puoi farmi dare i loro nomi, ti prego" Purtroppo non mi sono mai preoccupato dei vicini, non gli ho mai parlato se non per salutarli la mattina mentre andavano a lavoro. I loro nomi mi sono ignoti, come quelli dei loro figli.

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INFECTION
FanfictionNella vita di tutti giorni, Hoseok compra un coltello per la sua adorata collezione, tutto bene finchè non si distrae per un secondo e si taglia accidentalmente. In quel momento il suo sangue viene infettato e contro ogni suo volere diventerà qualcu...