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«Che il suo caro amore era una fottuta spia!»
Continuano a rimbombarmi queste parole dentro la testa. È come un eco senza fine. Così fastidioso. Così forte. Così insistente. Così doloroso.
Non riesco ad ascoltare. Non posso. Dan non deve rovinare così la memoria di un uomo morto ormai da anni. Non dovrebbe parlare neanche in questo modo perché Nic lo ha più volte salvato da morte certa.
«Una spia?»
Travis appare più stupito e scosso di me, chissà per quale strana ragione.
Dan invece sorride come un pazzo. Incoraggiato dalle domande continua a parlare, a blaterare, a confondere ogni ricordo che mi resta di lui.
«Gli avevo detto di non fidarsi di quel bastardo e invece come al solito ha deciso di lasciarsi convincere da una testa di cazzo che le ha solo mentito per tutto il tempo, che l'ha usata e alla fine come era prevedibile l'ha anche abbandonata.»
«È morto», mormoro più tra me in risposta. «Lui è morto», alzo il tono singhiozzando, sentendo esplodere nel petto una rabbia sconosciuta.
Staccandomi dalla parete mi avvento contro di lui sbattendolo contro il muro per togliergli quell'espressione soddisfatta dal viso. Ho capito il suo stupido gioco e non vincerà più.
Non credo di averlo mai odiato così tanto come in questo momento.
Perché mi sta facendo questo?
«È morto e tu non dovresti parlare così di lui. Non lo conoscevi neanche. Ti ha salvato il culo e tu...»
«Ho iniziato a fumare, a farmi a causa sua!» urla come un indemoniato a sua volta premendo la fronte sulla mia, guardandomi con rabbia, con occhi spiritati.
Non indietreggio. Lo affronto. Lascio che le sue parole mi annientino del tutto. Lascio che affondino gli artigli dentro la mia mente in subbuglio facendo crollare ogni cosa, facendomi sentire esposta.
«Tu sei malato», asciugo le lacrime allontanandomi da lui, abbracciandomi. Lo guardo male, con disgusto. «Tu hai bisogno di un vero aiuto. Come puoi dire una cosa simile?»
Si avvicina ancora. Travis gli sbarra la strada. Non lo tocca ma gli fa capire di non avanzare ancora verso di me perché altrimenti reagirà male. Dan rispetta questo confine tenendomi sotto tiro.
«No, sei tu quella che alla fine di questa storia avrà bisogno di una terapia, fidati», risponde. Non sopportando la distanza che ho creato e non demordendo si avvicina.
«Ti ha abbandonata perché sapeva che prima o poi qualcuno lo avrebbe fatto fuori. Ragionaci, Bi. Se ne andava per intere settimane e poi tornava e tu eri sempre lì, davanti quella maledetta porta, ad aspettarlo. Non ti dava mai una spiegazione quando gli facevi delle domande sulle sue mancanze perché non poteva. Ti rifilava solo delle bugie a cui tu credevi continuamente perché lo vedevi come il tuo "eroe". Per non parlare del fatto che non ti ha nemmeno portata a letto perché lo sapeva. Sapeva che ti avrebbe lasciata tutta sola.»
Indietreggio tappandomi le orecchie. Mi disgusta quello che sta dicendo. «Stai mentendo...»
«NO!» urla di un'ottava facendomi sussultare.
Con una mossa repentina mi spinge ancora contro la parete stringendomi per le spalle. «E io ero così geloso, così invidioso da volere dimostrarti che non era chi credevi. Davvero non ci arrivi? Ho fatto tutto per te. Un giorno l'ho seguito fuori città e ho scoperto che si incontrava di nascosto con degli agenti. Gli consegnavano sempre delle cartelle con dentro le informazioni sulle persone da tenere sotto controllo. Era una spia, Bi. Passava informazioni guadagnando tutti quei soldi che spendeva senza problemi per aiutare gli altri e qualcuno lo voleva morto per questo. È stato proprio lì che mi ha visto. Inizialmente ha fatto finta di niente ma poi mi ha spinto ad avvicinarmi a quella merda con le sue assurde preoccupazioni su di te, su come l'avresti presa se avessi saputo tutto quanto. In realtà voleva solo tenermi buono e...»
Nego. «No... non lo avrebbe mai fatto. Lui... non lo avrebbe mai fatto a te. Lo sapeva. Sapeva che avrei sofferto. Sapeva che ci stavo male. Lo ha visto quando ti hanno pestato a sangue come ho reagito... o quando sei finito in ospedale perché non respiravi più. Lui...» ansimo in preda ad una crisi asmatica. «Tu avresti dovuto dirmi la verità. Perché hai fatto passare tutto questo tempo? Sei uno stronzo! Un vero traditore!»
Travis lo spinge via afferrandomi per il viso. «Ehi, respira. Calmati. Cerca un pensiero felice e calmati. Fallo per me.»
Usa un tono preoccupato ma allo stesso tempo pacato, in grado di aiutarmi.
I suoi occhi per qualche attimo diventano la mia ancora e in breve riprendo a respirare normalmente. Singhiozzo nascondendomi contro il suo petto dove cullata dal suo calore ritorno con i piedi ben saldi sul terreno. Mi bacia la testa guardando male Dan che se ne sta appoggiato come se niente fosse alla porta.
Si guardano con astio.
«L'ha fatto, Bi. Lui sapeva tutto. Io sapevo tutto. Ho scoperto qualcosa di lui che mi avrebbe rovinato e che lo avrebbe rovinato. L'ho fatto per te, capisci?»
Prova ad avvicinarsi poi ci ripensa notando che Travis è pronto ad attaccarlo.
Massaggia la fronte. «Io lo capisco che per te questa è solo l'ennesima doccia fredda. Ma lui non è sparito nel nulla come pensi. Non se ne è andato a divertirsi. Non è andato a vendere quella merda come ti hanno fatto credere. Non è morto in una sparatoria tra clan. Lui è stato ucciso perché aveva scoperto qualcosa, perché sapeva troppo. Prima di sparire è venuto da me...» valuta la mia reazione a questa notizia.
Come dovrei reagire esattamente? C'è un modo preciso, un'etichetta da seguire per certe situazioni?
Lo guardo un momento di troppo valutando se attaccarlo o se rovinarlo. Sento allo stesso tempo il corpo di Travis tendersi. Stringo le dita sulle sue braccia per aggrapparmi a qualcosa di solido che non sia l'odio. Purtroppo ormai annebbia ogni briciola di razionalità.
«È... venuto da te?»
Annuisce. «Mi ha chiesto lui di darti quella collana che porti sempre al collo. Mi ha chiesto lui di prendermi cura di te perché non sapeva se sarebbe mai tornato. Mi ha chiesto anche...» fruga dentro la tasca pescando una busta bianca. «Di darti questa», dice. «Sono passati anni e ormai credo sia giunto il momento...»
Mi stacco da Travis come una furia. Gli mollo un pugno in faccia cogliendolo alla sprovvista. «Tu... tu mi hai tenuto nascosto tutto questo?» afferro la busta che abbraccio. «Per anni mi hai vista piangere, mi hai vista soffrire e mi hai tenuta lo stesso lontana dalla verità? Per quale assurdo motivo? Per quale ragione? Perché?» urlo con la vista che si annebbia ad ogni respiro, ad ogni singhiozzo. «Zia Marin sapeva tutto, non è vero? Perché... perché l'hai fatto?»
«Perché ti amo, Bi. Ti amo da sempre.»
Mi volto rabbiosa. Come un animale pronto ad azzannare la preda.
«Vattene!»
«Ti ho solo protetta e questo lo sai. Mi sono preso cura di te. Ti ho fatto da spalla. Ti ho sostenuta. Adesso non vado più bene, vero?» mi costringe a voltarmi e, ancora una volta Travis, l'unico estraneo ai fatti, lo spinge via. «Hai sentito quello che ti ha detto?»
Dan gli si avvicina rabbioso. «Non hai ancora capito», soffia dal naso. «Lei non ti amerà mai come ha amato lui. Non hai ancora capito che quei due erano inseparabili?»
Strizzo le palpebre sentendo il colpo che incassa emettendo un breve urlo di dolore. Travis lo colpisce forte al viso. Stringe il pugno macchiato voltandosi verso di me. «Come si chiamava», Chiede irrigidito.
«Nic Thomas.»
Boccheggia non appena pronuncio il suo nome. Mi guarda con occhi infuocati, come se per la prima volta lo avessi reso reale.
«Ho bisogno di una boccata d'aria.»
Passa il dorso sotto il naso e con rabbia e una strana espressione dipinta in volto, esce fuori.
Rimango stordita mentre Dan si rialza da terra tenendosi il fianco, versando sul pavimento altre gocce di sangue. «Nessuno sarà mai all'altezza. Lo sai meglio di me», tira su con il naso. «Nic non era chi credevi. Il tuo nuovo maritino non è chi credi...»
«Neanche tu», replico freddamente.
Spalanca gli occhi. «Io ci sono stato!» urla. «L'ho fatto per non vedere ancora quell'espressione vuota nei tuoi occhi. L'ho fatto perché me lo aveva chiesto lui!»
«No, l'hai fatto solo perché sei ossessionato!» replico a tono senza indietreggiare quando si avvicina rabbioso.
«Io non sono ossessionato. Io ti amo davvero. Ho fatto in modo che stessi bene. Ti ho tenuta lontano dai problemi ma...» scuote la testa. «Non è servito a un cazzo essere buono con te. Perché hai sempre voluto di più. Perché hai sempre amato la feccia. Tua zia ha ragione, potrebbero mostrarti il mondo, regalarti l'universo ma tu sarai sempre legata ad una inutile pietra.»
Gli mollo uno schiaffo abbastanza sonoro. «Sei un bastardo», la voce si inclina. «Sei un bugiardo! Un manipolatore!» strillo spingendolo verso la porta. «Sei sempre stato a conoscenza di tutto e non hai avuto le palle di dirmi la verità. Non sei stato sincero perché hai sempre pensato di avere una possibilità. Ma, ti sei sbagliato. Ti sei sempre sbagliato su di me, su di noi. E... adesso che hai scoperto che sto bene, che amo Travis, che l'ho persino sposato... hai escogitato questo piano per rovinare tutto. Perché sei sempre stato così. Tu sei veleno. Sai una cosa: è finita!»
Prova a parlare ma lo sbatto fuori dall'appartamento con tutta la forza di cui dispongo.
«Ho solo fatto quello che dovevo. Ricordati che ancora non ho finito. Tu sarai solo mia, Bi.»
Nego. «Morirei piuttosto che stare con te. Io ti disprezzo per quello che mi hai fatto», urlo senza controllo.
Passa la manica sotto il naso. «Vedremo... lo vedremo...»
Scuoto la testa. «Sei un mostro, Dan.»
Sorride. «Sai bene come finirà tutto questo. In fondo con Nic è stato facile.» Solleva il telefono. «Il tuo caro maritino dovrà vedersela con suo padre e tu... be' sarai sola...»
Gli mollo un altro pugno. Questa volta la mia mano fa male. Non me ne curo, perché sono pronta a colpirlo ancora.
«Ti consiglio di lasciarmi in pace, perché non mi fermerà nessuno se dovesse succedere ancora qualcosa a Travis.» chiudo la porta.
Sento il suo pugno che si schianta contro la superficie, il suo ringhio. «Lui non ti merita. Ti tradirà proprio come ha fatto Nic quando si stancherà di te perché sei piena di problemi.»
Sussulto ma non apro. Non gli urlo altro contro. Piuttosto scivolo giù, a terra.
Apro la busta chiusa ingiallita e leggo le ultime parole dell'uomo che diceva di amarmi ma che mi ha abbandonata. Leggo la lettera che Dan ha deciso di darmi per infliggermi la più dura e profonda delle pugnalate.

Come proiettile nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora