• Capitolo Extra •

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Voglio Solo Te

Claudio

Sono passati già quattro anni da quando io e Mario abbiamo lasciato la nostra bella Roma per studiare a Milano. Mario si è laureato da un anno e già lavora in una palestra, invece io, sto impazzendo per gli ultimi due anni di università.

Sono tremendamente stressato che non mi ricordano nemmeno più l'ultima volta che ho fatto l'amore con il mio fidanzato.

Patetico vero?

Lo riconosco anch'io...

Dopo il nostro quarto anno insieme, le cose sono cambiate. Sarà per il lavoro di Mario, sarà per il mio continuo studio. Ma è quasi un mese che non ho il mio ragazzo accanto.

Andiamo a letto separati, e ci svegliamo ad orari completamente diversi.

Mi manca tanto.
Mi manca la nostra spensieratezza di un tempo. Lui che mi prendeva in giro, io che mettevo il broncio per poi finire uno nelle braccia dell'altro.

Mi manca tutto, troppo.

So che in questo periodo sono estremamente stressato per gli esami, lo so perfettamente, sono alquanto isterico perora, me ne rendo conto da solo. Capisco di averlo trascurato ed a volte l'ho trattato anche da schifo, e mi dispiace così tanto, giuro.

Ancora mi ricordo una sera di gennaio, un sabato per essere precisi, ero andato a studiare dal mio collega per tutto il giorno, non avevo fatto caso nemmeno all'orario per quanto fossi immerso dentro il libro di anatomia. Quando mi arriva la chiamata di Mario erano già le dieci passate, dire che mi sono sentito uno schifo è poco, dire che mi sono sentito ancora peggio vedendo la tavola apparecchiata per due appena ritornai a casa, è niente. Mi sono scusato così tante volte, ma guardare i suoi occhi delusi e feriti, mi hanno rotto dentro, completamente...

Lo so che è arrabbiato, che si sente trascurato da me, ma devo studiare cazzo, sto male anch'io, fa male anche a me, però sono gli ultimi esami, quelli più pesanti, e lui non la rende neanche semplice.

Adesso si è impuntato, ogni sera esce fuori, con quel suo collega spagnolo, e il cervello mi va in fumo a pensarlo con lui ogni santa notte.

Sono geloso di quello, ho visto come l'ha guardato la prima volta che siamo usciti insieme. L'aveva squadrato dalla testa ai piedi, e dannazione! C'ero io presente!!!!!! Non oso immaginare che cazzo fa quando non sto nei paraggi. Ogni sera rincasa alle 3 di notte, e il mio cuore si rasserena solo quando sento quella dannata porta aprirsi e poi richiudersi.

Sembriamo due estranei, schiena schiena, sguardi assenti, cuori senza forza...

Non batteva da tanto, non sentivo più quell'armonia di un tempo.
Mi mancava anche il mio nomignolo, mi manca sentirmi nominare ciambellina con la sua voce dolce e calda. Volevo le sue mani sulla mia pelle, volevo sentirlo di nuovo mio, volevo il mio uomo.

Sono le 2 di notte, e di Mario non c'è nemmeno l'ombra, è sabato sera ed io sono qui come uno sfigato a studiare, mentre il mio ragazzo chissà dove si trova. Inizio a vedere ogni lettera annebbiata, sento gli occhi stanchi quanto liquidi, e provando a finire quel dannato capitolo, lascio che le lacrime bagnino quelle pagine lucide. Le asciugo velocemente, alzando su il naso, cercando di ricacciarle indietro, ma è tutto inutile. Mi alzo, sbuffando come un patetico, prendendo il rotolo di scottex per asciugarmi gli occhi. Sbuffo, sospiro ed abbassando le spalle rassegnato pensando a quanto si stia divertendo Mario alle mie spalle...

Ma non faccio nemmeno in tempo a proiettare la mia mente in disco, che si apre la porta d'ingresso, ritrovandomi due occhi, i miei occhi, di fronte a me. Sono lucidi, avrà bevuto, mi guarda però rimane in silenzio.

Nel Nero dei tuoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora