Voglio Baciarti

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Non riuscivo a formulare un pensiero, stavo immobile a fissarlo, senza riuscire a dire niente.

Pensavo a quelle labbra sulle mie.
Pensavo alla sua morbidezza
Pensavo a quella grande bocca che per pochi secondi ne ho assaporato il sapore.

Pensavo che tutto quello era completamente assurdo.

Le sensazioni che stavo percependo erano così forti, che guardando aprire la bocca di Mario, non riesco a sentirlo, perché troppo concentrato a guardare il movimento delle sue labbra.

"Claudio mi stai ascoltando?"

Mi gesticola con la mano, per portarmi alla realtà.

"Eh?"
Dico semplicemente, sbattendo gli occhi più volte.

Lui sbuffa ripremendo
"Ti va di venire con me, domenica allo stadio?"

Come?
Mi stava invitando ad uscire?
Cla morditi questa lingua qualche volta

"Perché?" Chiedo stupito, da questo invito alquanto insolito.

Non riuscivo seriamente a capirlo
È il mio enigma più grande

"Devo premiare il mio cagnolino, non pensi?"

Mi risponde, con un tono beffardo.
Come al solito.

Io risposi timidamente un "ok" incerto.

Si alza di scatto, e io sobbalzo sorpreso

"Ok perfetto, andiamo ti accompagno a casa.

Strabuzzo gli occhi.

Di nuovo in moto con lui?

Mi alzo nervosamente, facendo cadere anche la sedia a terra, sotto gli occhi stranito di lui, alla mia relazione, non tanto sobria.

"No no tranquillo, vado a casa da solo, devo vedermi con Paolo"

Lui non ribatte, mi rispose con un semplice "ah ok, va bene allora" e poi salutandolo velocemente, scappo da quella casa.

Lui non scende nemmeno, rimane in mansarda, senza accompagnarmi alla porta.

Me l'aspettavo. Ma speravo almeno di guardarlo mentre andavo via.

Invece mi sono accontentato semplicemente della sua testa bassa, alla mia risposta, mentre prendevo le mie cose per andarmene.

Aveva un aria indifferente sul volto.
Non gli interessava cosa era successo, e neanche che stavo andando via da casa sua.

Senza un saluto, solo un semplice movimento della testa, per poi girarsi e sistemare da solo la sua scrivania, guardo quella schiena per un po', prima di fare le scale e uscire fuori dalla porta.

Ritorno a casa in autobus, non dovevo vedermi con Paolo, ma quella casa, e la sua presenza, stavano diventando troppo opprimenti.

Con lui non riesco a respirare normalmente. Mi sento a disagio in continuazione, per questo suo modo di approcciarsi.
Non capisco se gli sto simpatico, non capisco se mi odia, non capisco se per lui sono seriamente un giocattolo.

Mario non ti capisco proprio

Quando le nostre labbra si sono toccate avrà percepito anche lui qualcosa?

No, perché io mi sento impazzire. Quel cuore dentro il mio petto sta saltando felice, per quel semplice, contatto accidentale.

Secondi che per me furono la mia adrenalina in bolo.

Una boccata di aria

Per poi terminare in nulla.

Come succede ad ogni mio sogno.

Nel Nero dei tuoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora