Attraverso la strada in fretta, mentre la mia testa si perde tra i mille pensieri: sono appena stata inviata dall'uomo più sexy degli stati uniti!
Per quanto nel mio cervello penso a disdire tutto, la parte più folle di me prende il sopravvento e mi dice di conoscere meglio quell'uomo.E se mi scoprisse? Infondo abitiamo sotto lo stesso tetto e potrebbe capitare che lui decida di scendere nelle stanze della servitù e che mi becchi a cucinare avvolta nella puzza di cipolla o carne cotta, piuttosto che posare davanti a stilisti di grande fama.
Dall'altro lato sarebbe poco probabile: perché dovrebbe fare un giro sotto le scale?
Porto una mano tra i capelli, mentre oltrepasso il cancello:
«Da chi fuggi?»-faccio un salto, per poi accorgermi del mio amico e James alle sue spalle.
Rivolgo un'occhiataccia a quest ultimo, come se in questo momento mi stesse guardando, ma la sua attenzione è catturata dal telefono che ha tra le mani.
«Si, mi stava inseguendo tua madre.»-ride alle mie parole, e in quell'esatto momento mi ricordo di dover davvero parlare con quella donna, il che è più difficile che fingere di essere una modella davanti a Edward.
«Cos'ho fatto?»-senza nemmeno farlo apposta la vecchia appare alle sue spalle con delle buste della spesa in mano.
«Ti devo parlare!»-cerco di cambiare argomento, poggiando una mano sulla sua spalla.
«Togli la mano, e non darmi del 'tu', non sono tua madre!»-faccio subito un passo indietro.
«Per fortuna.»-bisbiglio tra me e me.
«Di cosa vorresti parlarmi?»-aggiunge.
«Volevo chiederti il permesso per uscire stasera.»-le sussurro vicino, ma vengo sentita dagli altri due, dato che James alza lo sguardo dal suo aggeggio, per poi volgere gli occhi da tutt'altra parte, disinteressato.La vecchia alza le spalle, con la solita espressione annoiata: «Sono soldi che escono dal tu stipendio.»-dice, per poi sorpassarmi.
Sospiro tranquillizzandomi: temevo non sarebbe stato così semplice.
Saluto il ragazzo al mio fianco con un cenno della mano, prima che mi possa chiedere il motivo della mia richiesta, mentre evito l'altro: mi rimane assai poco tempo per prepararmi e non ho la minima idea di come conciarmi.
L'unico vestito adatto a questa serata è quello che ho già indossato il primo giorno in cui l'ho conosciuto: se si trattasse di un uomo qualsiasi non ci penserei due volte prima di metterlo di nuovo, ma lui lavora proprio in un'azienda di moda e devo essere attenta a mostrarmi alla sua altezza.
Sbuffo mentre apro il mio armadio, ma mi arrendo alla prima vista di ciò che trovo all'interno.
Opto per un vestito semplice e nero, forse banale per quella che lui crede che io sia, ma devo ammettere che è l'abito più decente che abbia comprato recentemente.
Lo poggio sul letto per poi correre in bagno a fare una doccia veloce, il che è un ossimoro, dato che mi servono poco più di due ore solo per aggiustare l'acqua.
Insapono i capelli frustrata, pensando di nuovo al casinò in cui mi sto ficcando.
Ho sempre saputo di essere impulsiva e di non riuscire a controllare i miei sentimenti, ma non ho mai raccontato una bugia in vita mia, tranne ai miei genitori, ma solo per uscire la sera con un ragazzo piuttosto che con 'le solite amiche'.
Tra l'altro non sono mai stata capace di socializzare e mia madre lo sapeva bene, quindi non so come abbia fatto a crederci.Molto probabilmente non sfuggerò ai giornalisti nemmeno questa volta, ma la cosa che più mi preoccupa è non poter mentire a mia madre, che già si starà facendo mille storie su quello che ha letto su quel dannato sito, che non so nemmeno come abbia fatto a trovare!
Infatti Gordon è conosciuto per aver fondato una delle case di moda più famose dell'America dell'Ovest, ma solitamente nessuno si interessa dei fondatori, nemmeno dei stilisti, quanto degli indumenti che pubblicizzano o le pose che assumono i modelli.
Quindi non capisco né l'interesse delle riviste newyorkesi nei confronti di questa famiglia, né quello di mia madre a leggere intorno a eventi del genere.Pensando ancora a quello che mi aspetta, cerco di trovare una soluzione per tutto quello che dovrò affrontare: come farò a diventare la nuova immagine senza firmare un contratto?
O meglio, come farò a firmare un contratto con il mio nome falso? E se poi mi chiedessero i documenti?
Gordon ha detto che lui avrebbe licenziato la vera modella, il che, se all'inizio mi faceva sentire in colpa, ora mi risulta piacevole.
Prima di tutto perché per uno come Edward ne varrebbe la pena, ma anche perché sarà una delle solite riccone del cazzo, orgogliose del loro aspetto, anche se di nascosto hanno sempre qualcosa di rifatto.Esco dal box doccia, scivolando prima di raggiungere la porta che collega il mio bagno alla camera da letto, ma, dopo aver solo sbattuto la testa allo stipite, mi rialzo e raggiungo il comò, per poi prendervi il mio amato asciugacapelli.
Mentre mi ritrovo di nuovo a parlare con la mia immagine riflessa, dò un'occhiata al mio corpo.
Cavoli! Non mi ero accorta di avere il culo così sporgente, sembro Chloe Kardashian per davvero, anche se più volte l'ho pensato per scherzo.Mordo il labbro inferiore, passando più volte l'arricciacapelli intorno ad una ciocca che preferisce rimanere mossa, piuttosto che arricciarsi.
«Ti dò fuoco se non ti arricci, e ti faccio fare la fine della cattedrale di Notrê Dame!»-la minaccio, tenendo più del dovuto il ferro, per poi toglierlo, per non rischiare di bruciare per davvero i miei capelli.
Dopo aver finito di prepararmi, mi guardo allo specchio: mi sembra di poter sostituire un pagliaccio al circo stasera, ma mi arrendo a trecentosessanta gradi.
I miei capelli sono ritorni mossi, anche dopo un chilo di Intesa, la punta di matita dell'occhio sinistro mi è più volte uscita diversa da quella dell'occhio destro, quindi ho finito per scegliere un trucco naturale acqua e sapone.
Insomma, sembro Cenerentola, ma prima che la zucca si trasformasse in carrozza.Mi ritrovo stranamente 'pronta', ma più che altro arresa di poter migliorare questo casino, mezz'ora prima del dovuto, quindi mi metto a girare intorno al letto, mentre guardo dei video tutorial su come essere eleganti.
Porca polpetta, avrei dovuto seguire America's next top model quando mia madre me lo consigliava, oppure Girlfriends' Guide To Divorce: 'Quelle donne sì che sanno essere eleganti.'-diceva la mia babysitter.
Ma io non le sentivo, tanto che fino a due anni fa preferivo guardare Tommy e Jerry, piuttosto che Beautyful.
Ma ora sono cresciuta, infatti sono passata a Leone il cane fifone.Sospiro,mentre mi avvio di nascosto fuori dalla mensa, non senza essere guardata in modo strano dalle altre dipendenti che già iniziano a mettersi tra i fornelli.
No ho mai capito a cosa servono a Gordon tante cuoche e cameriere, come se alla fine stasera non a cena non ci fossero solo lui e uno dei suoi figli, ma anche i 101 dalmati de 'La carica dei centouno'.
Sì che ho visto pure quello, ma non il film, il cartone.Raggiungo il cancello senza attirare l'attenzione di nessuno, quindi mi aggiusto il vestito, per poi suonare il citofono e fare finta che che questa è la prima volta che io vedo questo castello.
Dopo nemmeno un minuto sento il portone aprirsi e un uomo anziano, che da dipendente non ho mai visto, molto probabilmente è il damigello, seguito da Gordon: spalanco gli occhi non appena lo vedo, per poi correre nella sua direzione.«Sono nei guai...»-inizio ma mi interrompe.
«Shh, devi solo dire che Ester è il tuo nome d'arte!»-ride sotto i baffi, per poi schiarirsi la voce.
«È un piacere conoscerla, di persona è più bella.»-dice non appena suo figlio appare alle spalle.
Il cuore mi sale in gola alla vista di Edward in giacca e cravatta.
Mentre si scambia delle occhiate con suo padre approfitto della sua distrazione per fissarlo, ma sposto lo sguardo dalle sue scarpe quando la sua attenzione è rivolta a me.
«Vi lascio andare, ancora una volta, è stato un piacere conoscerti Hannah.»-Gordon mi fa l'occhiolino.
«Hannah?»-Edward assume un'espressione corrucciata, mentre suo padre si allontana, abbandonandomi.
«Ester è il mio nome d'arte!»-mi affretto a seguire il consiglio di Gordon.
Forma una 'o' con la bocca:
«Quindi... Hannah, sei bellissima stasera. Non che di solito tu non lo sia!»-sembra più imbarazzato di me, il che mi fa sentire più a mio agio.Gli sorrido arrossendo leggermente, mentre mi invita a seguirlo con una mano vicino a una delle tante macchine disposte in fila.
Si guarda intorno: «Dov'è finito quel mascalzone?»-ride mentre guarda verso l'entrata.
«Puntuale come sempre.»-Edward alza gli occhi al cielo, rivolgendosi a quello che presumo sarà il nostro autista
«Avevo da fare, coglione!»-rimango perplessa quando vedo James alle mie spalle.
Ma soprattutto per la risposta che ha appena dato a Edward.
Non appena i suoi occhi finiscono su di me, mi guarda dalla testa ai piedi, per poi distogliere subito gli occhi.
La sua espressione minacciosa mi fa quasi paura, mentre prego mentalmente che non apra bocca e continui a ignorarmi.
STAI LEGGENDO
James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti Riservati
ChickLitCostretta a lavorare per permettersi l'ultimo anno di università, Hannah ascolta il consiglio della madre e accetta di diventare la cuoca del ricco signor Gordon, in una villa. Qui conosce i suoi figli, tra cui quello maggiore. Gli bastavano quei 30...