34~Sei una ragazzina del cazzo!

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Ho sempre amato i fiori e vedere questa povera pianta nell'ufficio di Edward dalle foglie piegate per la mancanza di acqua, mi fa provare così tanta pena che mi alzo in direzione di Ed e prendo la sia bottiglietta d'acqua per metà già vuota.

È così preso dalla facciata del computer e dalle parole del fotografo al suo fianco che non si accorge del mio gesto, quindi ne approfitto e mi incammino verso la piantina per innaffiarla.

Mordo l'interno della guancia per l'ennesima volta, non sapendo se confessare o meno a Edward quello che ha combinato il suo migliore amico puttaniere ieri sera.

Forse James mi ha anticipata e ne hanno già parlato, ma Edward è troppo indifferente alla sottoscritta oggi, il che mi rilassa.

Porto istintivamente gli occhi fuori dalla vetrata dell'ufficio del mio capo, in cerca di non so cosa, o forse di una montagna di muscoli e una chioma scura e disordinata: porco ornitorinco!
Al solo pensiero delle labbra carnose e calde del bodyguard sulle mie, sollevo una mano verso il mio mento, per poi trascinare lentamente l'indice verso la mia bocca, mentre ritorna nella mia testa la sensazione delle labbra di James che avvolgono delicatamente il mio labbro inferiore.

Scuoto la testa all'improvviso quando sento Edward riprendere a parlare alle mie spalle e dopo essermi assicurata che di James non c'è nessuna traccia in giro.

«Sei emozionata?»-mi accorgo che si rivolge a me quando sento la porta sbattere e il fotografo uscire fuori dall'ufficio di Edward.
Annui senza pensarci due volte, cercando di non fargli capire nulla di cosa sia accaduto realmente.

Mi sento terribilmente in colpa e l'idea che suo amico possa confessargli tutto al posto mio mi uccide dentro.

Non solo non sto riuscendo a conquistare il mio capo prima della cena minacciosa che mi ha proposto mia madre, ma lo sto tradendo alla sue spalle senza rendermene conto o riuscire a controllarmi.

Dovrei essere davvero emozionata e ansiosa, se non fosse per il fatto che non ho mai voluto fare la modella e non m'importa do quello che pensa la gente, anche se i miei miseri follower sui social hanno superato le centinaia di migliaia non appena è stata lanciata la notizia ufficiale che sarei divenuta l'immagine dell'azienda più grande dell'imprenditore più sexy dell'America del nord.
Ho sempre odiato farmi notare, tanto che ho lasciato ai fotografi e a Edward guidare i miei profili, senza mai trovare il coraggio di vedere come vengo nelle foto.

Se la vera modella greca fosse al posto mio non oso immaginare quanto sarebbe felice in una giornata come quella di oggi, ma io so solo che presto troverò la mia faccia appiccicata ai muri dei quartieri di New York e altrove sotto forma di poster pubblicitario, il che mi dà anche assai fastidio, soprattutto temendo che a finire davanti agli occhi di tutti siano quelle foto a mio parere oscene.

Ed si alza dalla sua sedia, riempendomi finalmente delle attenzioni di cui avevo bisogno da parte sua, per poi incamminarsi con eleganza nella mia direzione.

«Avevo a malapena sette anni quando ho messo piede per la prima volta in questo ufficio.»-dice con un tono quasi malinconico, mentre porta gli occhi fuori dalla vetrata, studiando i suoi dipendenti attentamente, mentre la sua mano finisce sulla mia schiena, quasi volendo confortarmi, anche se quel gesto risveglia tutti i miei ormoni addormentati e scatena in me un putiferio.

Cerco di non darlo a vedere, anche se trattengo il respiro e lo lascio continuare, impegnandomi a non perdere il filo del suo discorso.
«Tutto questo mi sembrava irraggiungibile.»-indica gli uffici davanti a lui con l'indice mentre mi rivolge una rapida occhiata.
«Mi sembrava un altro mondo anche quando ho cominciato a lavorarci qui dentro.»-continua con un sorriso tenero e orgoglioso allo stesso tempo.

James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora