«È dentro?»-da un'occhiata alle mie spalle, ma non trovo né il coraggio né la forza di annuire, rimanendo impalata davanti all'immagine dell'uomo che sembra odiarmi più di suo figlio ancor prima di conoscermi.
È così alto che capisco da chi deve aver preso James, e hanno persino l'identica espressione scocciata.
Non riesco nemmeno a rendermi conto di cosa stia accadendo che mi sorpassa, spingendomi leggermente di lato per entrare in soggiorno senza nemmeno chiedere il permesso, mentre mille domande mi vengono in mente.
Fino a un secondo fa non sapevo nulla della famiglia del bodyguard, se non il fatto che è particolarmente legato alla madre, mentre ora mi ritrovo alle spalle dell'uomo che lo ha cresciuto, mentre le mie gambe iniziano a tremare per non so quale motivo.
«James non c'è.»-dico con un filo di voce, cercando di attirare la sua attenzione, anche se continua a guardarsi intorno con uno sguardo dubbioso, facendomi sentire a disagio.
«Lo vedo.»-dice con lo stesso tono, scrollando quasi le spalle sotto la giacca pesante, dalla quale già capisco che si tratta di un uomo d'affari.
Corrugo di nuovo la fronte, ringraziando me stessa per aver messo in ordine l'appartamento durante il pomeriggio, ma l'uomo non sembra volersi allontanare e sospira pesantemente, con un'improvvisa espressione dispiaciuta che mi fa provare pena.
Capisco che è da tanto che non vede il figlio e che tra loro deve esserci qualcosa che non va, altrimenti avrebbe parlato con il figlio per sapere se era qui a quest'ora.
Stringo la lingua tra i denti e socchiudo leggermente gli occhi quando fa per spostarsi e uscire di nuovo dal portone, ma non riesco a trattenermi e sollevo una mano a mezz'aria:
«Resti!»-dico, pentendomi subito dopo averlo pronunciato. Lo vedo rallentare i passi, per poi fermarsi e aggrottare la fronte alla mia esclamazione.
«Posso chiamarlo...»-inizio a dire poco convinta, per poi concludere davanti ai suoi occhi attenti:
«... e dirgli di venire.»Inclina leggermente la testa nella mia direzione, quasi dubitando della mia proposta e del fatto che James possa venire per lui.
«Non dirgli che sono qui.»-dilato leggermente le pupille, mentre le sue parole echeggiano nella mia testa.
Mi aspettavo che dicesse di lasciare perdere, invece di suggerirmi addirittura di mentire a suo figlio.
Rimango ferma e impalata davanti alla sua figura per un paio di secondi, cercando di capire cosa esprimono i suoi occhi, ma sono così freddi che fanno venire i brividi.
Dopo un paio di secondi lo sento sospirare, quindi scuoto la testa e vado in cerca del telefono, sperando che a James faccia piacere che suo padre sia venuto a fargli visita, anche se ho un brutto presentimento.
Mi tremano le mani persino mentre digito le iniziali del suo numero, che non ho mai avuto il coraggio di registrare sul telefono.
Mordo l'interno della guancia così forte che non mi sorprenderei se iniziasse a sanguinare.
Sobbalzo già al primo squillo, aspettando che risponda prima che la chiamata finisca, anche se temo di disturbarlo, mentre la sua immagine con Hilary al suo fianco si fa spazio nella mia mente.
Il mio respiro si blocca quando mi sorprende e apre la chiamata al secondo squillo, rispondendo come se si aspettasse una chiamata da parte mia, ma il suo tono di voce è talmente allarmato che mi sento ancora più in ansia.
«Stai bene?!»-faccio persino fatica a riconoscere la sua voce per quanto appare preoccupato: «È successo qualcosa?»-continua, mentre sento l'uomo alle mie spalle respirare di nuovo pesantemente.
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James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti Riservati
ChickLitCostretta a lavorare per permettersi l'ultimo anno di università, Hannah ascolta il consiglio della madre e accetta di diventare la cuoca del ricco signor Gordon, in una villa. Qui conosce i suoi figli, tra cui quello maggiore. Gli bastavano quei 30...