48~ Hannah è mia!

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Guardo l'abito con diffidenza, mentre Mark mi guarda di sottecchi alle spalle, cercando di convincermi che mi sta d'incanto.
Non posso negare che il vestito bianco sia mozzafiato... ma non lo è su di me.
Forse perché avrei voluto scegliere io il primo abito della collezione. E non solo l'abito...

«Dammi un sorriso.»-il fotografo smettere di guardarmi di sottecchi e si volta dalla mia parte, dopo aver lanciato un'occhiata veloce alla mia amica bionda dall'altra parte della stanza.

Edward non è stata una scelta, ma l'unica soluzione al mio problema, l'unico modo per uscire dal casino che io stessa ho combinato.
Forse l'ho fatto perché mi sentivo in debito con Edward, o forse per dimostrare a tutti che non sono la donna di cui si è parlato fino ad ora nei giornali e sui social, ma una donna che non si lascia influenzare dal corteggiamento del primo uomo sexy che compare davanti ai miei occhi.

Ho scelto di continuare a lavorare con lui a prescindere da quello che si scriverà sulle riviste o della sua presenza ovunque, solo per dimostrare che sono ... diversa.
Anche se fare la modella non mi è mai piaciuto tanto quanto fare la cuoca.

Lascio lo stilista riprendere a torturare i miei capelli e fissarli con così tanta lacca che persino i miei polmoni si saranno irrigiditi per quanta ne ho respirata.

«Questo è il tuo bouquet.»-la bionda decide finalmente di parlare.
Non ha esitato ad accettare quando Edward le ha chiesto di lavorare per lui e sembra già essersi adattata all'azienda e al personale, mentre io ci avevo messo un bel po' di tempo.

Quasi la invidio: le sono bastate pochi giorni per trovare 'l'amore della sua vita', come dice anche lei, mentre io sono costretta a nascondere la rabbia e i miei sentimenti, anche se James non si presenta da giorni.
Forse si è fatto licenziare da Edward, ma so che non può essere vero e, a giudicare dalle continue chiamate che si scambia con il figlio di Gordon, è facile capire che hanno già risolto e sono tornati ad essere più amici di prima.
Mi dispiace ammetterlo, ma vorrei che non fosse così.
Ingoio la saliva quando Mark il fotografo cerca di attirare la mia attenzione:
«Ci sono più di cento fotografi là fuori.»-porta una mano sotto il mio mento e mi rivolge un sorriso di conforto, mentre le sue parole non fanno altro che innervosirmi ancor di più.
«Più di quaranta giornalisti.»-continua a farmi capire quanto sia importante questo evento, mentre le mie gambe iniziano a tremare.
«E il regista più famoso di Londra.»-conclude soddisfatto, mentre inizio a strofinare le mani contro la gonna ampia del vestito non appena iniziano a sudare:
«Vedi di non combinare guai.»-finge una sorriso a trentadue denti che mi porta a lanciargli un'occhiataccia.

Questo giorno segnerà il mio futuro e lo sapevo anche prima che l'uomo dai capelli grigi mi facesse questo discorso.
Non sarà solo il mio giorno, ma anche di Edward e di tutti quelli che mi circondano, ma l'idea che tutto dipenderà da me mi fa venire i brividi.
Non ho mai avuto grandi aspettative in vita mia per evitare di assumermi grandi responsabilità come questa, ma oggi mi sembra che il futuro dell'azienda dipenda da me.

Prendo un forte respiro e riprendo a guardarmi allo specchio, ma più fisso il mio riflesso più continuo a capire cosa c'è che non va in me. Non capisco perché tutti i fotografi, stilisti, e persino Edward, pensano che io sia bella, mentre a lui facevo così schifo che non ci ha pensato due volte prima di prendermi in giro per far vedere al suo amico che ero una... puttana.

Il mio sguardo si perde nei miei occhi riflessi al ricordo delle ultime parole che ho sentito lasciare la sua bocca quel giorno, le stesse che oggi mi costringono a odiarlo con tutta me stessa.
Forse è davvero il disprezzo nei suoi confronti che mi ha portata a essere qui oggi, pronta ad attraversare un altare davanti a gente che non conosco, attenta a non inciampare davanti alle telecamere che registreranno ogni singolo dettaglio.

James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora