Capitolo 23~ È tutta colpa tua, pinguino maledetto!

6.7K 296 40
                                    

«Sei sicura di aver preso tutto?»-chiedo a me stessa a bassa voce, grattando il retro del collo mentre fisso le valigie di fronte a me, emozionata più che mai nell'incontrare Edward a New York, tanto che sono sicura di aver dimenticato qualcosa.

Il sole cocente oggi mi dà fastidio, invece di farmi sentire bene come al solito, ma è tutta colpa di James che non si presenta da mezz'ora.

Ci ho messo tanto per chiedere il permesso a Maleficent, ma se mi becca aspettare al parcheggio del castello di Gordon con tre valigie piene e pesanti, mi licenza prima ancora che lo zio lo venga a sapere.

Sbuffo per l'ennesima volta, distogliendo gli occhi dalla macchina di quel bodyguard, per poi voltare le spalle al cofano e fare un piccolo saltello per sedermi sopra il metallo bollente.
Aggiusto gli occhiali da sole sul naso, cercando di essere paziente come non lo sono mai stata in vita mia pur di non farmi rovinare la giornata, quindi chiudo gli occhi e immagino di trovarmi già affianco al mio capo, mentre mi guarda con quelle pupille da cerbiatto e mi invita a passare del tempo con lui, magari passeggiando al Brooklyn Bridge Park piuttosto che andare in un ristorante.

Anche se non avrei mai dovuto inviare un messaggio del genere a Edward, è stato l'errore più giusto che io abbia mai fatto, dato che a New York non mi tratterrà solo come una dipendente della sua azienda.

Mi sembra di non vederlo da anni e mi manca davvero, anche se sono passati solo pochi giorni da quando lui è partito.
Mi manca già il suo sorriso, ma soprattutto la sua eleganza.
La sua gentilezza...

«Che cazzo ci fai sulla mia macchina!?»-salto sul posto al suono della voce grave di James e, senza nemmeno notare la sua presenza, scendo immediatamente, presa dalla paura, per poi portare una mano sul petto.
Caccio un sospiro di sollievo e mi affretto ad alzare la testa nella sua direzione per incenerirlo con gli occhi.
«Sto contando le pecore, non vedi!»-cerco di imitare il tono della sua voce e faccio per sedermi nuovamente sulla macchina giusto per farlo arrabbiare ancor di più e per il gusto di sentirlo sparare altre parolacce, ma non appena incrocio il suo sguardo, capisco che era arrabbiato ancor prima di raggiungermi, quindi mi conviene fare la brava donna che non sono.

Rabbrividisco quando noto i suoi occhi scuri leggermente arrossiti, mentre le spalle premono contro la maglia bianca, lasciando vedere i lineamenti del suo petto scolpito.

Non risponde alla mia esclamazione mentre lo osservo in silenzio, aspettando che si avvicini con la piccola borsa sportiva che solleva con una mano, ed è quello che fa, ma imprecando a bassa voce e passando una mano tra i capelli frustrato.

Porto una ciocca ribelle di capelli dietro l'orecchio, lasciandoli cadere in delle morbide onde sulla schiena, per poi volgere le spalle alla figura di James, avanzando verso il bagaglio della sua amata macchina.

Ho capito oramai che non ne vale la pena prendersela con uno come lui e che, anche se sono costretta a passare i prossimi due giorni in sua compagnia, devo essere attenta a quello che dico e faccio, a meno che non voglio essere abbandonata in mezzo alle quattro strade.

Sono stata distratta dal messaggio di Edward al punto che non mi è nemmeno venuto in mente di prendere l'aereo e raggiungerlo da sola, piuttosto che aspettare il suo bodyguard minaccioso e non trovare il coraggio di insultarlo per avermi fatta attendere sotto al sole.

Non mi prendo nemmeno la briga di guardarlo con la coda dell'occhio e mi limito a incrociare le braccia al petto davanti al bagaglio, dopo aver trascinato le valigie sull'erba del piccolo giardino profumante, ma, sebbene io ami la natura, i miei tacchi che affondano nell'erba mi fanno pentire di averli indossati.

Non è la prima volta che mi sento a disagio con il mio abbigliamento, ma la mia gonna stretta e a vita alta mi sta facendo soffocare, mentre la mia canottiera leggera stringe il mio petto da farmi male.
Vorrei essere in camera mia in pigiama e con le gambe in aria mentre fisso il soffitto, guardando Lucifer su Netflix e mettendomi nei panni di Chloe Decker.

James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora