28~ Portami da Edward

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Il mio respiro si blocca mentre il cuore sembra voler uscire dal mio petto sotto lo sguardo prepotente di James, che mi sovrasta in tutta la sua altezza, continuando ad abbassare il viso all'altezza del mio così lentamente che minaccio me stessa di allontanarmi solo quando il bodyguard chiude gli occhi.

Non appena le sue lunghe ciglia scurissime poggiano sui suoi zigomi mi allontano dal suo corpo gigantesco in confronto al mio e stacco la mia mano dalle sue dita.

«Portami da Edward.»-dico alle sue spalle continuando a trattenere il respiro, mentre sento le guance andare in fiamme per l'imbarazzo.

Portami da Edward.

Non è vero che voglio andare da Edward. Voglio solo rinchiudermi in una camera e non vedere più nessuno per i prossimi sette giorni.

Non volevo baciarlo.
No che non volevo baciare quello stronzo!

Con la coda dell'occhio lo vedo serrare la mascella, ma non si muove di un millimetro, mentre porto una mano tra i capelli frustrata.

Non appena solleva la testa e comincia ad annuire lentamente, mentre sospira così pesantemente che mi viene la pelle d'oca al solo pensiero che se fossi ancora davanti a lui in questo momento il suo sospiro si mischierebbe al mio.

***

Allargo il sorriso e porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio quando l'immagine del mio capo si presenta dietro il fotografo.
«Hannah...»-mi guarda dalla testa ai piedi, anche se non capisco se mi guarda con ammirazione o con stupore, dato che indosso un maglione scuro da uomini.

«C'è stato un incidente.»-schiarisco la voce non appena il fotografo si allontana dall'ufficio di Edward, non prima di aver trattenuto una risata e avermi fatto l'occhiolino.

Il fatto che finalmente siamo soli in questa stanza mi tranquillizza e mi aiuta a dimenticare la giornataccia passata a New York dal primo giorno in cui vi ho messo piede.
«Saresti bella anche con uno straccio addosso.»-imita il mio fotografo, strizzando l'occhio dall'altra parte della sua scrivania, ma invece di arrossire come al solito, mi scappa una risata sincera.

«Il viaggio è andato bene?»-chiede, quasi distratto mentre scorre gli occhi sullo schermo di un gigantesco computer.

Annuisco rapidamente come se mi stesse vedendo, per poi mentirgli spudoratamente:« Abbastanza.»-lo assicuro, trattenendomi dal chiedergli di cambiare il mio appartamento.

«Immagino i paparazzi ti abbiano già scocciata.»-cambia completamente discorso, alzando all'improvviso gli occhi, quasi preoccupato della mia risposta.

Se solo sapesse che suo padre ha corrotto tutti i giornalisti per colpa mia mi farebbe ritornare a Compton senza pensarci due volte.
«Mi sono abituata, ormai.»-cerco di convincerlo, cercando di non scoppiare a ridere alle mie parole.
L'unica intervista che mi è mai stata fatta era sulla difesa dei criceti ... a sei anni.

«Ho fatto bene a fidarmi di James.»-si rilassa, riprendendo a guardare il computer, mentre il sorriso mi muore sulle labbra.

Dal momento in cui mi ha accompagnata fino all'ufficio del mio capo, il bodyguard non si è più fatto vedere, per fortuna.
Non so come tutti facciano ad averlo così a cuore e trattarlo come il perfetto dipendente di cui fidarsi in ogni occasione.

«Già.»-dico con un filo di voce, per poi riprendere con un tono più alto: «Hai già pranzato?»-chiedo dopo un paio di secondi di silenzio.

«In realtà... No.»-dice lentamente, ma non faccio in tempo a invitarlo che mi anticipa:« Ma ora non possiamo.»
Aggrotto le sopracciglia alle sue parole, leggermente allarmata, dato che il mio stomaco sta già brontolando.

«Tra mezz'ora abbiamo una riunione con il resto del personale.»-riprende a guardarmi dalla testa ai piedi, per quanto può, stando seduto di fronte a me, ma facendomi capire che mi conviene cambiare il mio look.

Alzo gli occhi al cielo al suo atteggiamento, cercando di trattenere un sorriso: «Non vuoi proprio offendermi, eh?»- piego le labbra verso l'alto, mentre porta una mano dietro la nuca non appena realizza le mie parole.

«Mi dispiace, è orrenda.»-storce il naso, imitandomi, per poi muoversi sulla sedia e alzarsi in piedi, mostrando la sua giacca formale e firmata e facendomi rendere conto di quanto debba sembrare ridicola in questo momento.

Annuisco di nuovo, sforzando di mantenere il sorriso alla sua esclamazione, non che non sia d'accordo, ma cominciavano a piacermi le maglie larghe del bodyguard e il profumo che emanano ad ogni piccolo movimento che faccio.
Questa felpa è davvero così calda che non la sostituirei nemmeno con un abito Max Mara, anche se amo essere elegante e indossare tacchi a spillo anche quando devo fare la spesa.

Seguo il mio capo sexy e timido in silenzio, mentre porta il telefono vicino all'orecchio.
Anche se convinco me stessa di non farlo, la parte più pervertita di me prende il sopravvento e i miei occhi finiscono sulle gambe di Edward: è così bello, cavoli! Persino per il modo in cui cammina!
Al solo ricordo di avergli detto che mi mancava attraverso il messaggio che non avrei mai voluto inviare provo un'improvvisa voglia di sculacciare me stessa, anche se la risposta di Ed mi ha davvero resa felice.
«Voglio i documenti firmati sul mio tavolo entro un minuto.»-inclino la testa alla vista dell'uomo di fronte a me che alza l'indice verso una dipendente che si avvia verso di noi, quindi la donna si ferma a metà strada, quasi scossa dal suo tono freddo, per poi rivolgerci le spalle senza rivolgere la parola a nessuno.
Abbasso le sopracciglia, mentre sento il cuore salire in gola.
Chissà se mi avrebbe trattata allo stesso modo se sapesse chi sono veramente: Gordon e Ethan mi hanno fatto capire che non è molto amichevole con chi assume a lavorare per lui, ma vedere di fronte a me una scena del genere mi fa sentire ancora peggio è più in colpa.

Prego tutti gli santi che il piano funzioni, dato che mi serve più tempo per capire se Edward prova qualcosa per me, anche se non fa altro che invitarmi a uscire con lui ogni volta che non deve lavorare.

Ma ciò non significa che gli sto a cuore. Può darsi che vuole conoscermi meglio come sua collega e basta.

Faccio per sbuffare sonoramente, ma mi trattengo nel momento in cui Edward si rivolge verso di me con la stesa espressione dolce di poco fa, tranquillizzandomi quando mi guarda direttamente negli occhi con un sorriso, mentre si ferma davanti ad una porta in legno scuro:

«Ho una sorpresa per te.»

Non odiatemi😭😭😭

È stata una settimana intensa e sono davvero esausta, ma ho trovato il tempo di pubblicare questo piccolo capitolo SIGNIFICATIVO

Un bacione😳😳😳😳

AH!!! PROSSIMAMENTE TRA JAMES E HANNAH ⬇⬇⬇😰😰😰

AH!!! PROSSIMAMENTE TRA JAMES E HANNAH ⬇⬇⬇😰😰😰

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James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora