«Mamma!»-urlo contro lo schermo del telefono, mentre stringo la cintura di sicurezza per la rabbia.
Non penso di averla mai odiata come in questo momento:
«Appena torni da New York ci presenti Edward.»-ripete con una voce ferma e fredda, facendomi perdere un altro battito quando realizzo le due parole.Guardo con la coda dell'occhio James che continua a guidare impassibile, evitandomi da stamattina, persino quando ho preso una felpa e una cintura dalla sua valigia per trasformarli in un vestito, anche se le mie gambe scoperte non mi fanno sentire a mio agio affianco al bodyguard, dato che mi sembra che i suoi occhi finiscano ogni volta sulla mia pelle nuda, anche se non mi sta cagando per ciò che gli ho detto ieri sera.
«Gordon non mi darà mai il permesso, ho già perso una settimana di lavoro...»-cerco di convincerla, ma non mi lascia finire e alza la voce dall'altra parte della linea:
«Ci ho già parlato ed è d'accordo a presentarci il figlio.»Spalanco gli occhi alle sue parole, sentendo i miei battiti rallentare sempre di più.
Lo zio non può aver promesso a mia madre una cosa del genere: se Edward scopre che sono una semplice cuoca che lavora per lui non mi rivolgerebbe più la parola.Non sapendo come controbattere mi limito a stringere i denti e passare la lingua tra le labbra asciutte e screpolate.
Sospiro e chiudo gli occhi quando mi accorgo che mia madre mi ha appena chiuso il telefono in faccia.
Senza aspettare un secondo in più mi affretto a digitare il numero di Gordon, e fortunatamente non devo aspettare oltre il primo squillo che risponde all'istante, come se si aspettasse la mia chiamata:«Figliola...»-fa per darmi una spiegazione prima ancora che io gli chieda qualcosa, ma lo interrompo in modi sfacciato e con una voce tremante:
«È vero quello che dice mia madre?»-riprendo a mordicchiare il mio labbro inferiore per il nervoso, sentendolo prendere un forte respiro dall'altra parte del telefono e facendomi capire la risposta.
«Edward non accetterebbe mai...»-inizio ad alzare la voce, ma questa volta è lui a prendere la parola con un tono decisamente più calmo.
«È tutto risolto.»-si limita a dire, facendomi venire voglia di intromettermi di nuovo, ma decido di essere paziente questa volta:
«Conosciamo entrambi tua madre.»-continua ridacchiando, ma la mia espressione rimane assai seria e tesa: mia madre non è severa e testarda solo ai miei occhi, ma tutti se ne accorgono facilmente.«Se non vuole aspettare di conoscere Edward...»-si ferma per un paio di secondi, per poi riprendere a parlare mentre assumo una smorfia confusa:
« ... allora faremo passare qualcun altro per Edward.»-conclude soddisfatto, ma rimango talmente delusa dalle sue parole che alzo gli occhi al cielo.
«Zio, ti ho già detto che non funzionerebbe.»-gli ricordo che mia madre mi ha beccata in una foto con suo figlio durante il gran galà, quindi sbuffo in preda al panico, mentre i grattacieli newyorkesi scorrono davanti ai miei occhi.Prima che Gordon provi a convincermi penso già a come dire a Edward chi sono veramente e mi preparo a qualsiasi reazione da parte sua.
«Ho già contattato i direttori delle riviste principali.»-alzo gli occhi di scatto, dilatando le pupille e sentendo i miei battiti accelerare all'impazzata, anche se non capisco dove voglia davvero arrivare: «Non ci saranno notizie di Edward per un bel po' sui giornali.»-si schiarisce la voce, per poi riprendere a parlare subito dopo: «E non penso che tua madre metterebbe in dubbio le mie parole.»-dice talmente sicuro di sé che per un momento riesce persino a convincermi, ma mentre Gordon cerca di rassicurarmi che tutto andrà bene, nella mia mente si ripetono una serie di domande a cui non so dare una risposta: e se mia madre ricordasse il volto di Edward dalla foto che ha visto?
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James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti Riservati
ChickLitCostretta a lavorare per permettersi l'ultimo anno di università, Hannah ascolta il consiglio della madre e accetta di diventare la cuoca del ricco signor Gordon, in una villa. Qui conosce i suoi figli, tra cui quello maggiore. Gli bastavano quei 30...