"Sbrigati, Hannah!"- la strega mi rimprovera, quindi mi affretto a concludere l'ultimo piatto del gala.
"Ecco a voi."-poggio le portate su un vassoio, per poi darle a una cameriera.
C'è tensione in aria questa sera: ho passato una giornata tranquilla, fino a quando si sono fatte le quattro del pomeriggio.
Non ho mai odiato preparare una cena, ma stasera è stato assai tremendo, anche se sono stata aiutata dalle altre cuoche: ho cucinato per più di novanta invitati, se non centonovanta, da come mi è stato detto.
Non appena mi accorgo di aver appena terminato, un sorriso si fa largo sulle mie labbra e mi tolgo il grembiule, esaltando.
Finalmente posso godermi la festa.
"Dove vuole andare, signorina?"-una delle cuoche richiama la mia attenzione.
"Voglio passare a salutare zio Gordon e fare gli auguri al figlio."-alzo le spalle.
"Se lo scordi! I dipendenti non possono salire, oggi!"-mi rivolge un'occhiataccia.
Rimango assai perplessa:"Ma come? Le cameriere lo fanno!"-protesto, mi ero anche preparata un vestito.
"E come ci facciamo arrivare il cibo?"
Sbuffo, per poi voltarle le spalle.
Prima di uscire entro nello stanzino accanto alla cucina, per poi buttarvi il grembiule sporco.
Non appena raggiungo la mia camera, i miei occhi sono catturati dal vestito lungo che poggia sul letto.
Mi mordo il labbro inferiore, per poi passare una mano tra i capelli.
E se...
Se mi infiltrassi per pochi secondi, solo per guardare quello che sta succedendo in questo momento al piano di sopra?
Vorrei convincermi che non sia proprio la decisione giusta, ma non appena lo faccio, della musica lenta si diffonde per tutta la villa quindi senza pensarci due volte, decido di infiltrarmi tra gli ospiti di zio Gordon.
Tanto so che non si arrabbierà, e poi cercherò di non farmi vedere o riconoscere da nessuno,o almeno di non fare figure di merda.
Sarò una persona civile, almeno stasera.
Mi metto davanti allo specchio e cerco di rendermi irriconoscibile: passo da un fondotinta ad un altro e da un rossetto a un altro, per poi completare la mia opera d'arte indossando il vestito nero ed elegante.
Amo essere elegante, essere apprezzata da persone colte, ma solo per l'aspetto esteriore, anche perché non riuscirei mai a comportarmi educatamente.
Sbatto la porta alle spalle, evitando di chiudere a chiave, per poi avviarmi lentamente sulle scale.
Per fortuna non incontro alcuna cameriera e raggiungo il salone, ma non appena mi guardo intorno rimango a bocca aperta.
Non ho mai visto una meraviglia del genere prima d'ora: mi devo ricordare di rimproverare Gordon per non averci mai invitato in feste del genere.
Abbassando gli occhi noto alcuni invitati guardarmi di sottecchi, quindi avvicino la borsetta al viso per non farmi notare e mi allontano di lì:
mi sento a disagio tra queste donne alte e magre: sembrano delle modelle, ma sono tutte uguali, scheletriche e bionde.
Sembra di stare in un negozio in cui si vendono Barbie, l'unica eccezione sono io.
I miei capelli mossi sono lunghissimi, raggiungono la mia vita, ma proverei rimorso a tagliarli, non mi riconoscerei più, anche se sta diventando sempre più difficile gestirli.
E poi sono castani, a differenza delle Barbie dai capelli d'oro che mi circondano.
Mi muovo tra loro, guardando gli ospiti in faccia ad uno ad uno: direi, con un alto tasso di probabilità, che tutte le donne presenti in questa stanza sono le ex di Edward.
Molto probabilmente è il suo prototipo di ragazza ideale:
"Buonasera!"-faccio un salto nel sentire una voce maschile alle spalle, quindi mi giro lentamente, sperando di non incontrare persone che conosco.
Ma non appena lo faccio, rimango a bocca aperta: un dio greco mi si presenta davanti, un dio greco in giacca e cravatta, alto, asciutto e biondo come un attore hollywoodiano.
Io sono innamorata di ogni singolo attore hollywoodiano, dai quarant'anni in giù.
Mi guarda profondamente con i suoi occhi scuri, per poi rivolgermi un sorriso mozzafiato: porge una mano in avanti, quindi la afferro e lo saluto come ho salutato la vecchia appena sono venuta in questa villa.
Ride, in un modo tutto suo che mi ha quasi fatto venire un orgasmo, per poi salutarmi come mi sarei dovuta aspettare: poggia le labbra carnose e rosee sul dorso della mia mano.
"Buo-buonasera, ehm!"-balbetto e mi schiarisco la voce-"Buonasera!"-ripeto cercando di riprendermi.
"Tu devi essere la nuova immagine della nostra azienda."
Ci metto un po' a capire le sue parole, perché mi perdo tra le sue labbra.
"Ehm?"-chiedo, credo di star sbavando in questo momento, ma lui continua a parlare:
"Mi avevano detto che eri assai bella, ma non avrei immaginato così tanto."-arrossisco violentemente, mentre abbasso la mano da lui baciata: non la laverò per i prossimi vent'anni!
"Ah! Io sono Edward, il direttore dell'azienda di moda E&U, piacere di conoscerla."
"Il piacere è mio!"-mi affretto a dire.
Quindi lui è il famoso figlio di Gordon, e ora capisco perché è famoso.
"Domani la vorrei invitare in una cena di lavoro, se per lei è possibile. Qui, in questa casa."
Ritorno alla realtà:
"No, si sbaglia, io non sono..."-inizio ma mi interrompe all'improvviso.
"Non accetto i rifiuti."-mi volge le spalle, per poi allontanarsi con la sua aria elegante, lasciandomi un vuoto nello stomaco.
Cos'è appena successo?
Senza nemmeno accorgermene fermo un cameriere, per poi rubare un bicchiere dal suo vassoio.
Lo tiro giù in un sorso senza nemmeno sapere di cosa si tratti, ma quando il liquido raggiunge la mia gola, sento un forte bruciore, che mi costringe a tossire: Negroni, il mio incubo.
Ormai, però, è troppo tardi e ho già ingerito il cocktail.
In realtà gli alcolici in me hanno sempre avuto l'effetto opposto: da ubriaca sono molto più seria e ragionevole, mentre da sobria, beh, non sono una ragazza normale.
Almeno così dice chi mi circonda, secondo me sono gli altri ad essere troppo formali, invece.
"Devo assolutamente parlare con zio Gordon."-borbotto tra me e me.
Infatti non avrei mai il coraggio di andare a parlare a Edward.
È davvero sexy, educato, a giudicare a quelle poche parole che ci siamo scambiati.
Come ha fatto a scambiarmi per una modella, tra l'altro come l'immagine della sua azienda di moda? Ha visto il mio culo? Ho i fianchi larghi e non posso farci nulla se mi piacciono i carboidrati.
Posso competere con le sorelle Kardashian, sicuramente vincerei contro Cloe.
Appena lo vedo in lontananza, alzo la mano per attirare l'attenzione di Gordon.
Molti si voltano nella mia direzione: ho solo alzato un braccio e ho chiamato lo zio a voce alta, cos'ho fatto di strano.
Invece di guardarmi con espressione critica come gli altri, si avvicina sorridente, poi spalanca leggermente gli occhi:
"Hannah, figlia mia, sei bellissima stasera."-all'inizio penso lo stia dicendo solo per farmi un complimento, ma noto che la sua espressione non cambia, quindi arrossisco leggermente.
"Grazie, zio. Ti volevo parlare."
"Dimmi, è successo qualcosa?"-evito di citare il fatto che stasera le sue dipendenti volevano impedirmi di venire alla festa e vado diritta al punto.
"Prima ho incontrato Edward, ma mi ha scambiato per la nuova modella dell'azienda. Potresti dirgli che sono una cuoca e basta? Sai, mi sento un po' a disagio in sua presenza."-gli spiego, sperando di essere capita, ma assume un'espressione maliziosa, per poi girarsi a guardare suo figlio.
Sposta gli occhi tra me e lui, per poi iniziare a parlare:
"No."-si limita, alzando il mento.
"Come no?!"
"No, anzi, ora chiamo la vera modella e le dico che è licenziata."-spalanco gli occhi alle sue parole.
"Come? No! Perché?"
"Non sento!"-alza leggermente la voce, mentre si allontana facendo finta di non sentire.
Faccio per seguirlo, ma vengo interrotta da qualcuno.
Mi volgo scocciata, per poi incontrare l'espressione annoiata di Ethan: "Mi voglio suicidare in questo momento. Mi devo sfogare con qualcuno."-dice, mentre io mi guardo in giro in cerca di suo padre.
"Vai da Carl!"-gli consiglio.
"Chi stai cercando?"-si guarda intorno, imitandomi:
"A proposito, sei da stuprare stasera."-mi fa l'occhiolino, mentre io mi limito ad alzare gli occhi al cielo.
"Peccato che me lo dici tu."-ribatto.
"Perché? Se lo dico io non è un complimento?"-fa una faccia offesa, ma inclino la testa, poggiando una mano sulla sua guancia.
"No."
"Perché?"-alza il mento.
"Perché sei gay."-alzo le spalle.
"Bisex"-precisa, quindi mi metto a ridere.
Avevo bisogno di un po' di distrazione in questo momento, e Ethan mi sta di grande aiuto.
"Vuoi un cocktail?"-mi invita.
"Mi sono già bruciata l'esofago stasera, grazie lo stesso."-decido di chiarire tutto domani sera con Edward, quindi ritorno a concentrarmi alla festa e cerco di distolgliere i miei pensieri dai suoi occhi penetranti.
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James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti Riservati
ChickLitCostretta a lavorare per permettersi l'ultimo anno di università, Hannah ascolta il consiglio della madre e accetta di diventare la cuoca del ricco signor Gordon, in una villa. Qui conosce i suoi figli, tra cui quello maggiore. Gli bastavano quei 30...