46~Sono fottuto, mamma!

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Le urla della donna sotto di me mi fanno capire che vuole andare oltre, quindi la accontento senza pensarci due volte, quasi violentandola sotto il mio peso, ma a lei sembra piacere ancor di più.
«Ja-james!»-urla all'improvviso con una voce di merda e strozzata, ma al suo gemito ogni singolo muscolo del mio corpo si contrae e rallento i miei movimenti con un'espressione turbata.

Ja-james.

Nella mia testa echeggia la sua voce, la stessa voce con cui mi cercava quella sera, con una fottuta finta dolcezza.

Quando dalla bocca sporca della donna sotto il mio peso esce un altro gemito, scuoto la testa e ritorno alla realtà:
«Non chiamarmi per nome.»-dico in un sussurro per non distrarla, lasciandola trascinare le mani ovunque sui miei muscoli contratti.

Porto una mano sul suo petto nell'esatto momento in cui riprende a parlare con un sorriso tra le labbra:
«Ti dà fastidio...»-avanza con fatica verso il lobo del mio orecchio, afferrandolo tra i denti come solo lei sa fare, anche se ora questo gesto mi fa assumere quasi una smorfia di fastidio, ma cerco di non apparire freddo e lascio che Kate faccia la puttana come al solito.

È venuta a New York per farmi visita, dopo aver preso una pausa di due settimane, ma avrei dovuto immaginare che non le interessava sapere come stavo quando ha detto che voleva incontrarmi in un motel.

«James!»-geme di nuovo, ma questa volta cerco di trattenermi dal riprenderla e stringo i suoi capelli tra le dita per costringerla a riportare la testa sul cuscino e smetterla di provocarmi.

Ja-james!

Stringo più forte la presa tra i suoi capelli quando per un millesimo di secondo mi sembra di essere di nuovo chiamato da lei.
Chiudo gli occhi per evitare di pensarci e ritornare a occuparmi della donna sotto il mio petto, ma questa sembra non voler capire e, non appena la mia mano libera circonda il suo seno, inarca la schiena e sussurra, balbettando:
«James!»

Serro la mascella mentre sento il sangue ribollire nelle vene, ma questa volta non riesco a collegare il cervello alle mie azioni e sollevo una mano in aria per lanciare un pugno sul cuscino a pochi centimetri dalla sua testa:
«Ti ho detto di non urlare il mio nome, cazzo!»-urlo con un tono più che minaccioso, mentre Kate spalanca gli occhi e rimane pietrificata sotto il mio sguardo feroce.

Il mio petto va su e giù per la rabbia e l'eccitazione che provavo fino a poco tempo fa si consuma in un millesimo di secondo, tanto che esco da Kate in un gesto veloce, per poi mettermi seduto sul letto e poggiare i gomiti delle mani sulle ginocchia.
Passo una mano tra i capelli frustrato, ma mentre faccio per cercare di rilassarmi, la voce di Hannah riprende a cercarmi nella mia testa.

Mi chiama e geme teneramente sotto la mia pelle riuscire a controllarsi, mentre accarezzo le sue ciocche morbide e lunghissime...

Mi alzo in piedi di scatto per ritornare alla realtà e vestirmi senza sentir fiatare Kate alle spalle, ma immagino la sua smorfia terrorizzata.
Non la degno di un'occhiata e afferro la bottiglia già mezza vuota di whisky sul comodino, per poi portarlo con me mentre esco da questa stanza sporca e buia.

Porto la bottiglia alle labbra e lascio che il liquido bruci il mio esofago mentre butto la testa indietro.
Prendo un forte respiro quando mi sento finalmente più leggero, sospirando per le vie del mio paese fino a quando non intravedo il tetto della mia casa da lontano.

Mi lascio cullare dall'aria fresca con il whisky stretto tra le dita, mentre i miei capelli si attaccano alla fronte imperlata di sudore.

La ragazza che tu vuoi sposare è solo una puttana!

Passo di nuovo le dita tra i capelli e mi affretto a sorseggiare il resto del liquido come se fosse acqua, ma è di questo che ho bisogno.
Sarei dovuto diventare alcolizzato dal primo giorno che i miei occhi sono finiti su quella ragazzina...
Forse il whisky mi avrebbe aiutato a non cercarla ovunque dal giorno in cui ha messo piede alla villa di Gordon.

Passo la lingua tra le labbra per catturare il sapore dell'alcool, ma il fottuto odore delle sue labbra sulle mie sembra essere più forte.

Stringo i denti e approfitto della presenza di un palo a mezzo metro di distanza per sfogare la mia rabbia, allungando il braccio per ridurre la bottiglia in mille pezzi contro il ferro freddo.
Butto la parte rimanente, stretta tra le mie dita, per terra, strozzando un gemito quando mi accorgo del sangue che esce dal taglio che attraversa il mio dorso, mentre sento i miei occhi inettarsi di sangue, tanto da impedirmi di vedere chiaramente la strada.

Mi è bastata una parola per scoparla.

Non mi pento di averla trattata di merda. No, che non mi pento!
Ma vorrei che le mie parole fossero vere.
Vorrei averla usata e scopata solo per puro divertimento, invece di sentire i suoi occhi ingenui addosso ogni volta che mi tolgo i pantaloni, anche se lei non c'è.

E bastato a lei una parola per mandare il mio cervello a puttane, tanto da non riuscire ad allontanarmi dal suo corpo esile sotto il mio.

«Alla buon'ora.»- mia madre non si volta nemmeno a vedere che si tratta di me e mantiene gli occhi incollati alla televisione, mentre approfitto della sua distrazione per sciacquare la mano sotto il getto d'acqua del lavandino.

Se non fosse per la donna alle mie spalle, quella sera non sarebbe successo nulla e Hannah avrebbe accettato di sposare Edward.
Un cazzo di matrimonio! Ecco cos'ha pensato per portarmela via, senza sapere che lei non è mai stata mia. Non ho mai voluto Hannah!

Scrollo le spalle e continuo a sciacquare la ferita, pensando a cosa avrebbe risposto se non fossi intervento, anche se non mi potrebbe importare di meno, non dopo aver cercato di aprire gli occhi al mio amico.

«Mi accompagni in Norvegia, vero?»-mia madre cerca di attirare la mia attenzione mentre mi avvicino alla sua sedia a rotelle vicino al divano, ma senza risponderle.

I miei muscoli di contraggono quando il rumore dei singhiozzi di Hannah alle mie spalle riprendono a tormentarmi, mentre dicevo a Edward chi fosse veramente quella ragazza.

Stringo le mani in due pugni, pensando che infondo ho ragione: mi baciava sapendo che Edward provava dei sentimenti per lei.
Non è la donna onesta che il mio amico credeva che fosse, ma mi chiedo ancora come abbia fatto a provare simpatia per lei.

I miei occhi iniziano a bruciare per il disprezzo nei suoi confronti, mentre mi siedo per terra, davanti ai piedi di mia madre e poggiando la testa sulle sue ginocchia, come facevo quand'ero un bambino viziato e venivo messo in punizione, ma mia madre non parla e si limita a guardarmi dall'alto.

Hannah non è la donna più bella che io abbia mai visto finora, e sicuramente è una falsa, ma non è nemmeno la più intelligente tra le donne che abbia mai conosciuto: è solo... Hannah.

«Sono fottuto, mamma...»-sussurro con gli occhi chiusi iniettati di sangue, mentre gli effetti dell'alcool sembrano già svanire.

Ditemi se riuscite a leggere fino a qui💙💚



James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora