41~Non mi ha fatto provare niente

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New York è decisamente mozzafiato, ma mi sono mancate persino queste pareti durante quei giorni.
Mi guardo intorno, aspettando seduta nell'ufficio di Gordon, mentre lo zio è intento a firmare dei fogli sparsi sul tavolo, concentrato come non l'ho mai visto prima d'ora.
Mordo l'interno della guancia sentendomi una stupida ragazzina ingenua anche nei suoi confronti: lo zio cambierebbe completamente idea di me se sapesse cosa ho combinato a New York, soprattutto dopo avermi aiutata così tanto ad avvicinarmi al figlio.

Mi viene voglia di vomitare al solo pensiero di aver accettato di essere il giocattolo di quello stronzo, tanto che ho chiesto a Edward di ritornare a casa in aereo,pur di evitare di guardarlo in faccia.
Non so cosa sarei capace di fare se dovesse provare ad avvicinarsi a me come ha già fatto, ma sicuramente non permetterò più al bodyguard di toccarmi nemmeno un capello.

Ho persino pensato di potergli interessare, quando invece, dopo nemmeno ventiquattro ore, è andato a letto con un'altra.

Porto una mano sul petto al ricordo di quella scena, ritornando a sentirmi male come se la stessi vivendo di nuovo in questo istante, ma cerco di scacciare le lacrime per non destare sospetto in Gordon, ma soprattutto perché non se lo merita.
Non dopo il modo in cui mi ha trattata.

Forse il fatto che ha fatto sesso con la segreteria di Edward mi ha aiutato a ritornare in me: ho ripreso a odiarlo da quello stesso istante e ho smesso di rivolgergli la parola per non cadere più nella sua trappola, anche se non è stato difficile, dato che nemmeno lui mi ha degnato di un'occhiata.
Mi ha aiutato anche ad avvicinarmi a Edward, nei pochi giorni rimasti, soprattutto dalla sua notizia che il mio volto è stato scelto anche da un'altra azienda newyorkese, vicina alla MaxForer, il che significa che passeremo ancor più tempo insieme in futuro.

«Non sai quanto ci ho messo a convincere quel giovane a sostituire Edward alla cena con tua madre.»-salto sulla sedia alle parole dello zio, per poi assumere un broncio quando analizzo le sue parole.
Se avessi un'altra scelta sicuramente la sfrutterei, ma, sebbene senta di aver tradito Edward, dopo intere giornate rimasta a riflettere, ho deciso di non rinunciare a lui.

Racconterò prima o poi la verità a Edward e, anche se lo zio continua a insistere sul fatto che non tollera i dipendenti, dopo averlo conosciuto, non penso che Edward possa essere così malvagio, almeno non è questa l'impressione che mi ha dato.

Devo dirgli anche che io e il suo migliore amico... siamo andati a letto insieme, e prima che sia il bodyguard a farlo.

«Grazie.»-farfuglio, mentre Gordon riprendere ad assicurarmi che andrà tutto bene e che mia madre non si accorgerà di nulla, ma ad un certo punto il mio sguardo si perde nel vuoto, cercando di scacciare dalla testa quel minimo di dubbio che mi è rimasto riguardo a Edward.

«Tutto chiaro?»-annuisco lentamente alle parole dell'uomo di fronte a me, ma non faccio in tempo a ringraziarlo di nuovo che sento bussare alla porta dell'ufficio, mentre la voce del mio capo si diffonde nella stanza:
«Papà, sei lì?»-alzo la testa di scatto verso lo zio, che ha perso il colorito del viso e si affretta a indicare l'ingresso:
«Dietro la porta! Dietro la porta!»-sussurra, spintonandomi leggermente e annuendo quasi per assicurarmi, quindi faccio come mi suggerisce e mi nascondo all'angolo vicino alla soglia nell'esatto momento in cui la porta si spalanca.
«Sei qui. Perché non rispondi?»-la risata di Edward alla parte opposta del legno mi fa rabbrividire, mentre perdo ogni speranza di potermi salvare da questa situazione, ma quando lo vedo avanzare verso Gordon e volgermi le spalle, non ci penso due volte prima di uscire dal mio nascondiglio, prima che la porta possa venirmi addosso.
Tiro un sospiro di sollievo e mi affretto ad attraversare il corridoio con il cuore in gola, mentre penso al disagio che deve provare lo zio in questo momento.

James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora