Dell'esatto momento in cui James si presenta allo stipite della porta in tutta la sua altezza ed espressione incazzata, prima ancora di sapere cosa ho combinato e che la pazza che si sta accoppiando con l'albero sono proprio io, chiudo gli occhi, non trovando il coraggio di guardare la sua reazione all'accorgersi che l'ho perseguitato.
Gli attimi di silenzio che seguono mi fanno rabbrividire più dello sguardo chiaro della donna vestita di nero.
Non ho focalizzato bene il suo viso per l'imbarazzo, ma dai suoi lineamenti e dai capelli quasi più lunghi dei miei, posso capire perché James tiene tanto a questa Hilary.«Scendi da quel cazzo di albero.»-la calma nella voce del bodyguard mi fa tremare solo pensando alle conseguenze della mia azione.
Non apro gli occhi, continuando a pensare che se lo facessi, mi ucciderebbe solo il suo sguardo profondo.
Si sofferma su ogni sillaba, ma non riesco a muovermi di un millimetro per un paio di secondi, al che la voce acuta della donna si diffonde in aria:
«Riprendete a lavorare!»-la sua severità nei confronti dei servitori mi mette assai a disagio, ancor di più pensando al fatto che ho fatto irruzione in casa sua.
Alle sue parole sento dei passi farsi sempre più veloci, indice del fatto che le cameriere si sono allontanate, ma non app apro lentamente gli occhi, mi accorgo che lei è lì e non ha intenzione di andarsene, quindi continua a fissarmi curiosa.Quando il mio sguardo finisce su James, bastano due secondi che abbasso subito gli occhi, non appena mi rendo conto di una vena gonfia che attraversa il suo collo e di cui non mi ero accorta prima d'ora.
Ritorno alla realtà e guardo verso il basso per trovare il modo in cui scendere dall'albero il più in fretta possibile, almeno per evitare di infuriarlo ancor di più.Scendendo il più velocemente possibile mi rendo conto che anche il bodyguard fa dei passi nella mia direzione, facendomi salire il cuore in gola per l'ennesima volta.
Non capisco le sue intenzioni fino a quando non lo ritrovo di fronte a me, quasi volendo coprire il mio corpo da quello della donna seduta in carrozza.
Quando lo trovo a due millimetri dal mio viso trattengo il respiro, aspettando di avere a che fare con il lato peggiore di James, ma spalanco gli occhi quando le sue mani gigantesche si allungano nella direzione delle mie gambe per afferrare il bordo inferiore del mio vestito corto.Arrossisco violentemente al suo gesto, non capendo le sue intenzioni, ma premo le labbra e sopporto i suoi occhi chiari quando abbassa con entrambe le mani il tessuto del vestito aderente al mio corpo, che non mi ero accorta che si fosse rialzato nel mentre scendevo dall'albero.
Lo lascio fare, mentre deglutisco sotto i suoi occhi che dicono mille cose, bestemmiando in mille modi diversi.
«Sei finita.»-la sua voce bassa e rauca mi porta a sbattere più volte le palpebre e non riesco a fare in tempo ad aprire bocca per chiedergli di perdonarmi che la donna alle sue spalle si schiarisce la voce:
«Credo di meritare una spiegazione da lei, signorina.»-non appena porto gli occhi sulla sua figura mi rendo conto che non è una donna assai giovane, o almeno sicuramente non tanto quanto James, anche se è così bella e severa in viso che può fare a gara con Yolanda Hadid.
Per un millesimo di secondo mi dimentico della presenza di James, pronta a scusarmi con lei, anche se temo che il minimo che possa fare è chiamare la polizia.
«Vi aspetto a cena.»-dice prima ancora di lasciarmi rispondere, lanciandomi una lunga occhiata priva di emozione e lasciandomi perplessa, come se fosse normale trattare da ospite una ragazza che si è infiltrata di nascosto nella propria casa.
«Mamma...»-James fa un passo nella sua direzione, quasi obiettando, mentre le mie labbra si spalancano di nuovo quando realizzo il suo richiamo.Mamma...
Mamma!
Mamma?
Sì, ha detto proprio 'mamma'!Porto una mano sulla fronte per passare la mano tra i capelli e impallidire all'istante.
Lei non è Hilary.
Infatti come poteva essere Hilary?Lei è sua madre!
Quello al nostro fianco è il suo albero!
Questa è la sua casa! Tutto questo lusso che mi circonda è proprietà del mio bodyguard!«Non voglio sentire storie.»-la madre di James urla senza pensarci due volte, quindi il bodyguard si zittisce, il che mi stupisce ancor di più.
Ho appena fatto una figura di merda di fronte alla madre di James, la quale mi ha invitato a cena dopo che sono stata aggredita dal suo cane e sono così scossa che non riesco a prendere l'iniziativa di andare nella sua direzione.
Gli occhi dell'uomo al mio fianco finiscono di nuovo su di me, incenerendomi e sospirando pesantemente contro la mia fronte, ma non gli do il tempo di sfogarsi e mi affretto a sorpassarlo per raggiungere l'ingresso a testa bassa.
A questo punto e dopo tutto quello che ho fatto, mi sento più sicura affianco a sua madre, piuttosto che stare in compagnia di James.Non appena lo lascio alle spalle, mentre mi fa i raggi x dalla testa ai piedi ancor più incazzato, mi perdo nei pensieri, notando che la sua relazione con la madre è decisamente migliore di quella che ha con il padre e mentre mi chiedo il motivo, qualcosa mi dice che c'entri il fatto che la donna è seduta su una carrozza.
Non oserei immaginare di essere al posto del mio bodyguard: litigare con mio padre e ammirare mia madre mi fa ridere al solo pensiero.
Mio padre l'ho sempre adorato, non perché mi sia stato più vicino di mia madre o perché sia il mio migliore amico, ma forse perché ho sempre provato pietà per lui, che deve sopportare più di me quella donna.Quando comincio a sentire i passi di James alle spalle sono già dentro la sua villa, ma i miei occhi si spalancano all'istante e non riesco a capire cosa mi faccia stupire di più tra il lampadario interamente cristallino e pendente da un ampio soffitto, che mi fa quasi diventare agorafobica, o le scale di legno che si dividono a metà per portare al primo piano come nei castelli della Disney.
Socchiudo gli occhi ripercorrendo con lo sguardo la fila di quadri lungo il muro che affianca il soggiorno, mentre mi incammino lentamente seguendo le cameriere che portano vassoi e piatti in mano.
Mi trattengo dal ridere, quasi dimenticandomi di quanto è successo poco fa, quando i miei occhi sono catturati da un ritratto tra gli altri, ma molto meno monotono, dato che ritrae un bambino offeso talmente basso che il pittore ha deciso di rappresentare solo la parte del suo viso che va dal suo ciuffo disordinato al suo naso arrossito, mentre le sopracciglia sono incurvate verso il basso.
Mi basta guardare l'espressione scocciata per capire che si tratta di James, quindi mi trattengo seriamente dallo scoppiare a ridere.
Mi riprendo all'istante quando sento bisbigliare due dipendenti che passano al mio fianco:
«Sta arrivando!»-una di loro fa un cenno all'altra alle sue spalle, al che iniziano a ridacchiare e sbirciare verso l'ingresso: alzo gli occhi al cielo quando capisco che parlano di James, anche se non riesco a trattenermi e mi schiarisco la voce prima che il bodyguard se ne accorga, quindi lancio un'occhiataccia alle cameriere per farle ritornare alla realtà.
Si allontanano velocemente bisbigliando, forse offendendomi, ma in questo momento ho altro a cui pensare, invece di riprenderle, per cui mi affretto a evitare James quando sento i suoi passi farsi sempre più vicini alle mie spalle.«Puoi accomodarti, cara.»-sobbalzo al sentire la voce della madre del bodyguard, senza riuscire ancora a capire se è davvero così elegante e gentile con tutti o è ironica e cerca il momento di mettermi in imbarazzo e prendermi a schiaffi davanti a suo figlio.
Ingoio la saliva, evitando il suo sguardo, mentre seguo le sue indicazioni e prendo posto su una sedia affianco a lei, già sistemata e con un piatto di fronte.
Lancia un'occhiata rapida alla cameriera che poco fa stavo per prendere per i capelli, facendole capire di servirmi, mentre alzo la testa all'improvviso quando James prende posto di fronte a me, passando i suoi occhi tra me e sua madre, ma non riesco a capire se è arrabbiato o soltanto pensieroso, anche se mi preoccupa già il fatto che non dice una parola
«Fratellone!»-salto sulla sedia quando un urlo acuto si diffonde in soggiorno, ma non faccio in tempo ad accorgermi della presenza della bambina che salta su James, circondando con le sue braccia sottili il suo collo.
Trattengo di nuovo il respiro quando realizzo che il bodyguard ha anche una sorella.
Stringo la forchetta tra le dita, fissando la scena che appare davanti ai miei occhi quasi con ammirazione, mentre il sorriso di James si allarga e i suoi occhi si illuminano:
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James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti Riservati
ChickLitCostretta a lavorare per permettersi l'ultimo anno di università, Hannah ascolta il consiglio della madre e accetta di diventare la cuoca del ricco signor Gordon, in una villa. Qui conosce i suoi figli, tra cui quello maggiore. Gli bastavano quei 30...