17~È un pinguino insopportabile

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Mi fa senso.

Rimango imbambolata per un paio di secondi, analizzando le sue parole che mi arrivano dritto in faccia, come se non sapessi già di fare schifo a James.
In questo momento vorrei ritornare in camera mia e chiudere la porta alle spalle, per poi posizionarmi davanti allo specchio e chiedermi cosa ci sia di sbagliato in me.
Non sono mai stata apprezzata dagli uomini: il mio primo ragazzo si è dovuto ubriacare per togliermi la verginità, mentre l'ultimo uomo che è entrato a far parte della mia vita ha deciso di frequentarmi solo perché voleva dimenticare la sua ex.
Forse non ho nulla che attiri l'attenzione: ci saranno sempre donne dal seno più grande del mio, dal sedere più evidente, dai capelli più lunghi e sicuramente più alte e magre della sottoscritta.
Edward è stato il primo a guardarmi come non sono mai stata ammirata da un uomo ed è per questo che merita tutta la mia attenzione, anche se per farlo ho dovuto lasciare un giorno del mio vero lavoro per fingere di essere una supermodella.

Mantengo lo sguardo vuoto fisso in quello di James, che finisce di abbottonare la mia camicia con quella smorfia scocciata in viso, ma non gli dò il tempo di allontanare le dita dal mio petto che allungo il braccio verso il suo corpo, per poi poggiare il palmo della mano all'altezza del suo stomaco.
Assume un cipiglio al mio gesto, abbandonando l'espressione infastidita, ma non gli dò tempo di aprire bocca che cerco di spingerlo lontano con il braccio teso, anche se non si muove di un millimetro, anzi, si limita ad alzare un sopracciglio con fare arrogante, il che mi fa ribollire il sangue nelle vene.
«M'importa solo il parere di Edward.»-sussurro con un tono tale da farmi sentire volutamente da lui, ma non mi soffermo a guardare la sua reazione.

Gli volgo le spalle sotto i suoi occhi attenti, quindi approfitto del taxi che continua ad avvicinarsi e faccio per alzare il braccio e fermarlo, ma non appena capisce il mio gesto, James fa un passo in avanti e afferra il gomito del mio braccio sollevato, costringendomi ad abbassarlo per poi seguirlo verso la sua macchina parcheggiata.
Spalanco gli occhi al suo gesto, cercando di liberare il gomito dalla sua presa, mentre James continua a camminare a passo felpato, trascinandomi con lui.
«Lasciami!»-dico tra i denti, cercando di piantare i piedi per terra inutilmente, al che stringe ancor di più la presa e serra la mascella, mettendo in evidenza i lineamenti duri del viso.

Imito la sua smorfia incavolata, girando la testa indietro per vedere il taxi allontanarsi di fronte alla macchina dello stronzo che mi ritrovo affianco.
Decido di arrendermi solo quando apre la portiera della sua auto, per poi poggiare la mano libera sulla mia altra spalla pur di costringermi di abbassarmi ed entrare, ma non gli dò il tempo di farlo e mi posiziono sul sedile del passeggero senza spiaccicare parola.

Incrocio le braccia e mantengo lo stesso broncio, anche se sento i suoi occhi addosso traffiggermi dall'alto e provo una gran voglia di incrociarli.

Abbandono per un millesimo di secondo la mia smorfia quando lo sento abbassarsi alla mia altezza sulla macchina, ma mi limito a guardarlo lo stesso con la coda dell'occhio:
«Basterebbe una sola parola da parte mia e Edward si dimenticherebbe persino la tua faccia.»-dice con una voce tagliente e talmente roca che mi vengono i brividi lungo le braccia, data la vicinanza della sua bocca al mio orecchio.

Riesco ad analizzare le sue parole e riprendere a respirare liberamente solo quando si alza di nuovo in posizione dritta.

Edward si dimenticherebbe persino la tua faccia...

Le sue parole iniziando a ripetersi nella mia testa freneticamente, lasciandomi all'inizio perplessa e pensierosa, ma poi la rabbia ritorna a prendere il possesso di me, quindi approfitto della presenza di James al mio fianco, ancora in piedi a guardarmi, per incrociare i suoi occhi penetranti.
Senza pensarci due volte metto di nuovo in mostra il mio collo e la piccola scollatura, sbottonando la camicia senza smettere di guardarlo con tono di sfida, ma il mio gesto non fa altro che farlo infuriare ancora di più, anche se questa volta si limita a soffiare l'aria dalle narici con insistenza, per poi sbattere la portiera della sua adorata macchina, imprecando a bassa voce, anche se riesco a sentirlo bestemmiare chiaramente.

James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora