36~Non posso competere con Hilary

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«Quella?»-l'autista indica il taxi che si trova già a un paio di metri di distanza da noi, al che mi affretto ad annuire per suggerirgli di seguirlo.
«Non penso sia lecito signorina.»-dice quasi spaventato dalle mie intenzioni, ma non riesco a trattenere la rabbia e lo incito a partire senza pensarci due volte:
«Sbrigati!»-infondo non capisco di che cosa si lamenta se poi verrà pagato.

James mi ammazzerebbe se lo sapesse, ma la curiosità mi dentro tanto da voler sapere dove sta andando.
Una parte di me pensa che stia ritornando sicuramente all'azienda di Edward, ma non capisco perché il mio lato oscuro e ficcanaso mi suggerisce di spiarlo.
Forse in questo modo saprò qualcosa di lui, dato che è così misterioso e non gli scappa mai nulla sulla sua vita privata.
Ma non voglio mentire a me stessa: lo seguo soprattutto perché ho il brutto presentimento che la sua meta sia la casa di Hilary.

L'autista si zittisce per il resto del viaggio, mentre i miei occhi rimangono fissi al taxi di fronte a me.

Mi sale l'ansia solo pensando alla reazione del bodyguard se dovesse beccarmi, ma la curiosità di sapere cosa stia combinando si fa sempre più forte, mentre l'auto percorre strade che non ho mai visitato prima.
La cosa che mi lascia perplessa sono gli alti grattacieli che sembrano superare in altezza quelli newyorkese, anche se mi sono distratta a tal punto finora che non so nemmeno se siamo usciti fa New York.

Mi sembra un luogo davvero invitante, soprattutto per gli alberi giganteschi che segnano il marciapiede, ma cambio idea all'istante quando ci allontaniamo abbastanza dalla piazza da trovarci in un area più appartata, quasi abbandonata per le poche abitazioni ai lati della strada.

Socchiudo gli occhi e dilato leggermente le narici quando il taxi che James ha fatto fermare, parcheggio proprio di fronte a un gruppo di prostitute, che, non appena il bodyguard esce dall'auto, raddrizzano la schiena e si fanno avanti nella sua direzione.
Sbatto più volte le palpebre, non credendo ai miei occhi, ma tiro un sospiro di sollievo quando mi accorgo che James le sorpassa e le lascia alle spalle, avanzando a passo felpato, mentre un sorriso si forma sulle mie labbra, ma all'improvviso mi rendo conto del mio obiettivo e del fatto che il taxi si è fermato, quindi mi affretto a pagare l'autista ancora spaventato dal mio atteggiamento, e correre alle spalle del bodyguard.

Solo in occasioni come questa mi pento di non aver indossato un paio di scarpe da tennis, invece dei tacchi alla Lady Gaga, ma non avrei mai immaginato stamattina che mi sarei messa a rincorrere il bodyguard per sapere chi è quella donna speciale di cui so solo il nome.

Il cuore mi sale in gola quando gira la testa a destra, quindi rallento il passo e mi preparo a nascondermi dietro la fontana al mio fianco, ma riprendo a camminare con un respiro regolare quando riprende a guardare di fronte a sé.
Dopo un pIo di secondi approfitto della situazione per fare i raggi x del suo corpo, come se non conoscessi già ogni curva che formano i suoi muscoli sotto la giacca nera.
Il modo in cui cammina non lo lascia inosservato di fronte ai passanti, ovviamente di sesso femminile: le sue mani sono infilate nei jeans scuri che indossa e le sue spalle rigide e larghe suggeriscono tutto ciò che c'è sotto quella sua dannata camicia.

Scuoto la testa e ritorno alla realtà quando passa una mano tra i capelli e imbocca uno stretto viale che parte dalla piazza, quindi cerco di non distrarmi e affrettare il passo prima di perderlo di vista.

Non credo di aver mai seguito una persona in vita mia, anche se sono una ficcanaso e amo farmi gli affari degli altri.

Socchiudo gli occhi quando l'uomo di fronte a me passa una mano tra i capelli, per poi alzare la testa per salutare uno dei passanti, che all'improvviso si ferma con una risata sincera.
Spalanco gli occhi per nascondermi dietro ad un bidone della spazzatura a pochi passi di distanza, ma abbastanza da riuscire a sentire la conversazione tra i due.
L'uomo sembrava davvero anziano e ne ho la conferma quando inizia a parlare a James:
«Figliolo!»-dalle sue labbra scappa un'altra risata stanca, inframezzata da una lunga tosse, mentre dà una pacca alla spalla al bodyguard: «Eri piccolo così l'ultima volta che t'ho visto.»-cerco di catturare ogni dettaglio della scena che ai presenta di fronte a me.

James, The Bodyguard || ©Tutti I Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora