Capitolo 25~ James, ti prego, ritorna!

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Mi guardo allo specchio da un quarto d'ora non appena finisco la doccia, rimproverando me stessa per non averci pensato prima di spogliarmi e lanciare i miei vestiti sul pavimento bagnato: mi sono rinchiusa in bagno con un asciugamano cortissimo intorno al corpo e non ho assolutamente intenzione di uscire per mostrare le mie gambe a James, tantomeno dormire con lui su uno stesso letto coperta solo da uno stretto asciugamano.

Quando siamo entrati in questa stanza sono rimasta soddisfatta dalle condizioni, dato che mi aspettavo di vedere i topi camminare in mezzo alla camera, ma sono rimasta perplessa quando ho visto un solo letto singolo appoggiato al muro dipinto di un grigio scuro, ma elegante.

Ho deciso di dormire per terra senza nemmeno provare a parlarne con James, anche perché so che mi contraddirà lo stesso per il semplice gusto di farlo.
Inizio a tamburellare le dita della mano destra sul lavandino, mentre continuo a fissare il mio riflesso, aspettando che dica qualcosa e mi suggerisca cosa debba fare, come se mi trovassi di fronte a una persona più saggia e adulta.

Giro rapidamente la testa verso la porta del bagno stretto nell'esatto momento in cui sento il rumore del portone cigolare.
Mi passa subito per la testa che il bodyguard se ne sia andato, quindi avvicino l'orecchio al muro che separa il bagno dalla camera, esultando e facendo dei piccoli salti di gioia quando sento la porta sbattere, ma smetto all'istante quando rischio di prendere una storta alla caviglia per l'ennesima volta.

Spalanco la porta senza pensarci due volte per catapultarmi sul letto non appena vedo la valigia di James sulla coperta dal colore nero.
Non mi preoccupo nemmeno del fatto che si possa arrabbiare come sempre e mi metto a frugare tra i suoi indumenti in cerca di una felpa larga da potermi coprire dalla testa ai piedi.
Non appena apro la cerniera l'odore della pelle di James mi invade le narici, facendomi provare l'istinto di prendere un forte respiro.

Rimango con gli occhi chiusi per un tempo indeterminato, per poi ritornare alla realtà quando sento la porta scricchiolare.
Convinco me stessa che questo posto sia sicuro e che James non mi lascerà sola per molto tempo, quindi riprendo a mischiare i suoi indumenti, approfittando per incuriosire tra le sue cose, ma arrossisco non appena un paio di boxer giganteschi finiscono tra le mie dita.

Scuoto la testa e afferro un maglione ampio tra le altre felpe scure e i boxer neri che mi hanno colpita, per poi allontanarmi dal letto e lasciar cadere l'asciugamano per terra.

Mi vengono i brividi non appena il freddo della stanza mi sfiora la pelle, quindi mi affretto a infilare la felpa dalla testa e i boxer per non sentirmi nuda.

Con i vestiti di James addosso mi sento così a mio agio che non penso nemmeno alla sua reazione quando ritornerà, ma infondo è stata colpa sua se mi ritrovo senza un vestito e non dovrei pentirmene.
Mi guardo sul piccolo specchietto appeso dall'altra parte della stanza, vedendomi così buffa con le maniche del maglione che superano di gran lunga le mie braccia e con il bordo della maglietta che copre persino le mie cosce abbondanti.
Mentre rivolgo le spalle alla televisione e allo specchio, facendo dei passi lenti verso lo specchio, mi chiedo dove sia finito il bodyguard.

Se prima ero entusiasta di essere rimasta finalmente sola, ora mi sale l'ansia solo a pensare di essere tutta sola in una camera così grande. E soprattutto con uno stomaco vuoto.

Non ho mai passato la notte in un motel, ma so che non sono i posti migliori in cui dormire senza avere paura che da un momento all'altro qualcuno possa entrare in camera.

Lascio la televisione accesa e la voce di Christiane Amanpour farmi sentire meno sola, ma mentre mi infilo sotto le lenzuola e mi stringo nella felpa del bodyguard i miei pensieri superano il rumore della tv.

Mi privo dell'elastico prima di poggiare la testa sul cuscino e lascio le ciocche dei miei capelli cadere morbide sul tessuto del maglione di James.
Lo ringrazio mentalmente per aver pensato di prendere con sé degli indumenti pesanti, dato il freddo anomalo di questa sera.
Non deve essere la prima volta che viaggia da queste parti, ma non voglio pensare che sia uscito per andare a caccia di prostitute, anche se è l'unica spiegazione che mi viene in mente, dato che non penso conosca qualcuno di questo quartiere.
Invece di pensare a dove sia finito e cosa stia facendo ora, dovrei fare i salti di gioia per essere rimasta sola, piuttosto che vivere dei momenti di disagio con lui.
Un altro rumore, questa volta proveniente dalla finestra, mi fa sobbalzare e nascondere il naso sotto il lenzuolo.

James, ti prego, ritorna!

Urlo mentalmente in preda al panico mentre penso che mi sentirei davvero più protetta se quel idiota fosse qui con me ora, magari infastidendomi con la sua sfacciataggine.

Il tempo passa così lentamente che comincio davvero ad annoiarmi.
Allungo il braccio verso il comodino per vedere l'ora o se qualcuno si è ricordato che esisto,ma il mio cellulare non segna l'arrivo di alcun messaggio.

Non appena decido di spegnerlo e addormentarmi in attesa della giornata stancante che mi spetta domani, riconosco il rumore sordo della porta, quindi salto sul letto, attirando le ginocchia al petto e affondandovi la fronte.
Mi stringo nelle spalle quando sento il portone aprirsi, ma non trovo il coraggio di alzare la testa per vedere se è chi davvero vorrei che sia.

La luce che viene accesa mi rassicura leggermente, quindi convinco me stessa che si tratti del bodyguard e alzo la testa lentamente, mentre sento un peso sprofondare il letto al mio fianco.

«Non avrei dovuto lasciarti sola.»-la voce di James echeggia in camera nell'esatto momento in cui incrocio i suoi occhi più chiari del solito, accorgendomi che è chinato alla mia destra con una mano poggiata sul letto, mentre allunga l'altro braccio verso il mio viso e pizzica il mio naso tra il pollice e l'indice, in un gesto veloce e tenero che mi fa capire che è di buon umore, anche se la sua espressione è leggermente preoccupata.

Sento ogni singola particella del mio corpo rilassarsi e fletto le ginocchia, trattenendomi dallo sbuffare e dal chiedergli dove sia stato finora.

No, idiota, non avresti dovuto!

Vorrei rispondergli male, ma prima di parlare i miei occhi finiscono sulla busta che ha in mano e sul profumino che arriva dritto alle mie narici, offuscandomi la mente più del profumo che emanano i capelli di James.

Non ci penso due volte prima di dilatare leggermente le pupille e afferrare il contenitore insieme alla busta che lo copre, strappandolo letteralmente dalle mani del bodyguard, che alza gli occhi al cielo al mio gesto, quasi aspettandosi la mia reazione.
«Cos'è?»-chiedo, mentre mi affretto ad aprire la piccola scatola che emana odore di cibo delizioso.
L'idea che James sia uscito solo per andare a prendermi da mangiare mi fa provare una strana sensazione che non credo di aver mai provato prima d'ora.

Gli lancio una veloce occhiata per studiare la sua espressione, ma distolgo gli occhi rapidamente quando lo becco farmi i raggi x dalla testa ai piedi, confuso e divertito allo stesso tempo mentre si accorge che indosso la sua felpa.

Prima ancora che James realizzi la mia domanda e mi dia una risposta, una gigantesca fetta di quiche alla pancetta.

I miei occhi si illuminano all'istante, mentre la mia domanda esce spontanea, dato che mi pare ovvio che non l'abbia presa in un ristorante:
«Chi l'ha fatta?»-afferro la forchetta all'interno del contenitore per iniziare a riempire il mio stomaco che continua a brontolare, ma mi blocco all'improvviso quando il bodyguard decide di rispondere:

«Hilary...»

😘😘😘
Scusaaaateeee😢😢😢😢 per il ritardo, ma ecco finalmente un altro capitolo.

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