~31~Chi non muore si rivede~

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Passò un giorno da quell'incontro ed ero ancora un po' scossa, continuavo a pensare a quell'uomo ed ancora non riuscivo a credere che era mio padre. Io lui non l'ho mai visto, perché quando se n'è andato, io non ero ancora nata è perciò mi devo fidare delle parole di Lincoln.

Andai a lavoro e dopo aver timbrato il cartellino, aver appoggiato tutte le mie cose e discusso con Bellick, andai al capannone dagli altri componenti del piano che stavano concludendo i lavori.

Aprii la porta ed entrai -Buongiorno ragazzi-
E mi fermai di colpo sorpresa. C'era Michael.

-Buongiorno Ashley-

Sorrisi e gli saltai addosso abbracciandolo -Ma quando sei uscito da psichiatria?-

Lui ricambiò l'abbraccio -Ieri sera-

Mi staccai -Ma come?-

Si intromise C-Note -Quello stronzo di Gary ci aveva fregato e si era preso i soldi senza darci la cella-

-Si e per uscire ho mentito a Pope e gli ho detto che era stato Gary a bruciarmi sulla schiena e l'ha licenziato tirandomi fuori da li, giusto in tempo-

Sinceramente non mi dispiaceva affatto di Gary, anzi se l'è meritato -In tempo per cosa?-

Lui tirò fuori un foglio di carta con disegnata l'ala di un angelo e me lo diede.

Guardai quel foglio un po' confusa, girandolo e rigirandolo da entrambi i lati -Che cos'è?-

-È la parte del tatuaggio che è andata bruciata-

Gli ridiedi il foglio -Ma come hai fatto?-

-Avevo un compagno di cella prima di Sucre, il suo nome era Haywire Patoshik ed era cosi ossessionato dal mio tatuaggio che se l'era imparato a memoria e per paura che lo dicesse a qualcuno lo feci mandare in psichiatria con una scusa-

-E quindi era tutto un piano il tuo, ti sei fatto rinchiudere apposta per riuscire a completare il tatuaggio-

Sorrise -Esatto-

Gli diedi uno schiaffo in faccia, lasciando tutti a bocca aperta per quel mio gesto.

Lui si toccò la guancia con la mano -E questo per cos'è?-

-Ti ho visto sdraiato li per terra, sporco del tuo stesso sangue e mi sono preoccupata un sacco per te ed alla fine scopro che è tutto un piano!-

-Mi dispiace-

Ero un sacco arrabbiata con lui, ma vederlo dispiaciuto mi bastava -Lasciamo stare- Ed andai verso la porta aprendola -Vi devo riportare in cella ora-

Loro annuirono e poggiarono gli attrezzi a terra seguendomi.

Mentre li riportavo all'interno del braccio arrivò un pullman.

T-Bag mi si avvicinò -Carne fresca-

Lo guardai confusa -Che cosa?-

-Stanno portando dei nuovi detenuti, questo vuol dire nuovi passatempi-

Alzai gli occhi infastidita -Se ti fa felice-

Lui mi passò davanti fermandomi -Non mi dire che sei gelosa?-

Gli feci un sorriso ironico -Non ho motivo di esserlo-

Lui mi sorrise maliziosamente -Allora non ti dispiacerà se ammiro un po' i nuovi detenuti- E si avvicinò alla recinzione appoggiandosi con le mani.

Dal pullman iniziarono a scendere una decina di nuovi detenuti e vedevo T-Bag che li ammirava sorridendo, come un bambino ammiri i giocattoli da fuori una vetrina, interessato ad averli ad ogni costo.

ESCAPE FOR LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora