Bisogna aspettare

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Sono ancora sdraiata su questo letto di ospedale sterilizzato da cima a fondo e seduto al mio fianco non c'è Matt ma il dottor Butler con affianco Derek. Sono entrati con irruenza ed hanno cacciato Matt per lasciare spazio a mia madre che trema dal terrore. In realtà tremiamo tutti in attesa che Il il dottore apri bocca e si esprima.

Non ho un buon presentimento e a peggiorare la situazione è il comportamento di Butler che non mi guarda in faccia preferendo puntare lo sguardo sulle sue mani che si strofinano tra loro. Andiamo ho avuto il cancro, è sicuramente tornato anche se non me lo hanno comunicato ufficialmente, cosa ci può essere di peggio? Non dovrei nemmeno avere paura, so cosa sto affrontando e cosa sto combattendo. L'ho già affrontato, ce la posso fare ancora.

"Faith. Le cose non sono andate come volevamo. Penso che ormai avrai capito che il cancro è tornato. Abbiamo sottovalutato troppo la situazione. Credevo davvero che la chemio avesse fatto un minimo del suo effetto per darti la tranquillità della tua età. Avremmo dovuto tenerti sotto controllo. È molto aggressivo, e... ti sta piegando al suo volere. Con la consapevolezza di ciò siamo arrivati alla conclusione che avviare un altro ciclo di chemio sia completamente inutile dato che le cure non hanno alcun effetto. L'unica cosa che possiamo fare è tenere sotto controllo la gravità ed impedire l'avanzamento del cancro di modo da non far raggiungere gli organi principali. Mi dispiace ma non possiamo far altro che aspettare"

Le cure non hanno e non avranno effetto...

L'unica possibilità è il tempo, bisogna aspettare...

Mi sbagliavo, c'è qualcosa di peggio nello scoprire di nuovo che hai il cancro. Siamo immobili, nessuno fiata. Guardo mia madre con lo sguardo perso nel vuoto che da l'impressione di essere rimasta in apnea. Derek ha il volto piegato verso il basso mentre cerca di controllare il respiro affannoso. Butler, invece, mi guarda con tristezza, compassione. Li odio, li odio quando mi guardano con quegli occhi stracolmi di compassione, non voglio fare pena a nessuno, NESSUNO!

Mi alzo dalla sedia e ringrazio il dottore con una calorosa stretta di mano per poi uscire da questa inquietante stanza.

Ad aspettarmi fuori ci sono i miei amici e Matt, che ancora non ho capito cosa siamo esattamente, che appena sentono lo scricchiolio della porta scattano con lo sguardo sulla mia figura.

Passo al setaccio i loro occhi, non c'è traccia di compassione ma solo di terrore nell'ascoltare parole terribili.

Mi basta non dire nulla per far capire in che guaio immenso sono.

Mi giro e per la prima volta da quando lo conosco vedo Derek piangere. 

"Cosa, cosa succede?" chiede timorosa Kate.

Guardo Derek e rispondo "Ho il cancro ed è alquanto aggressivo. Hanno interrotto le cure perchè non hanno e non avranno successo"

"E quindi?"

"Quindi bisogna aspettare e sperare che il mio corpo combatta poichè le medicine non lo faranno per me"

Cammino per i corridoi dell'ospedale ormai familiari a me per poi uscire dalla struttura e raggiungere la macchina. Apro lo sportello e prima di infilarmi nell'abitacolo guardo verso il cielo prendendo un respiro profondo. Aria. 

Raggiungiamo casa in silenzio, che non è esattamente una novità ultimamente. 

Quando apro la porta di casa sento un campanellino suonare segnando l'arrivo imminente di Polpetta, che mi aspetta ogni giorno dietro la porta. Si alza sulle zampe posteriori e saltella vicino alle gambe dandomi modo di capire che vuole salutarmi. La prendo tra le braccia e accarezzandole il pelo nuovamente folto raggiungo camera mia. 

Passo al setaccio la mia stanza rendendomi conto che non la sento più mia. Non ci passo del tempo come facevo prima, ore ed ore sul letto ad ascoltare musica, ad urlare a squarciagola le mie canzoni preferite, a saltare sul materasso solo per il gusto di ballare a ritmo. 

Raggiungo la scrivania dove non ci sono più libri, ma foto di tutti i miei momenti migliori, di tutti i momenti che meritano di essere ricordati al massimo del loro splendore. 

Un sorriso sfugge alle mie labbra guardando le foto. Ci sono foto con Josh, Kate e Matt. C'è ne sono anche con Derek, di quelle sere dove abbiamo mangiato pizza e abbiamo fatto il pigiama party nella mia stanza. 

Queste foto sono le uniche cose che rimarranno di me se un giorno me ne dovessi andare. 

Mi si blocca il respiro quando passo il dito sulla cornice di una foto con mia madre. L'ha scattata Kate la sera del ballo di l'anno scorso mentre mia madre mi spazzolava i capelli e canticchiava quella canzone talmente dolce da farmi inumidire gli occhi. 

Oh mamma... 

Lascio Polpetta a terra, afferro tutte le foto tra le braccia e le posiziono sparse sul letto lasciando un piccolo spazio al centro. 

Con Polpetta tra le braccia, mi sdraio tra i miei momenti felici. 

Nel cuore delle comete #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora