Non esiste più

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E chi se lo sarebbe mai aspettato?

Sono sdraiata sul mio letto ormai da un po di tempo e non faccio altro che pensare e ripensare a cosa mi ha detto quel dottore. Mia madre ovviamente è stata subito chiamata e informata della situazione. Non ha detto una parola, nemmeno una di incoraggiamento, non ha versato un lacrima, è stata fredda per tutto il viaggio di ritorno a casa. Quando però ha varcato la porta la sua corazza è crollata e quel senso di forza è stato abbattuto da un pianto isterico. È corsa in camera sua con le lacrime che le solcavano il viso e non è più uscita da essa. Si è rintanata, proprio come me, e come non comprenderla.

Il dottore ha detto che me ne sarei dovuta accorgere, che i sintomi erano quelli ed erano evidenti: perdita di peso, nausea, perdita di appetito, perdita di equilibrio, frequenti giramenti di testa. In pratica mi è stato servito tutto su un piatto d'argento. Ma come avrei potuto mai immaginarlo?!

Alzo la testa e guardo il cellulare illuminarsi e vibrare, ancora. Kate ha assistito alla mia caduta nel campo di football e non ha aspettato nemmeno un minuto per chiamarmi, non avendole riposto nemmeno una volta ha continuato a tartassarmi, ma continuerò a non risponderle. Come glielo dico?

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Il giorno dopo

Non ho chiuso occhio tutta la notte, mi sono solo girata continuamente tra le lenzuola. Ho deciso che oggi non parteciperò alle lezioni, non ho voglia di incontrare nessuno e dare alcuna spiegazione. Dovrei trovare delle parole per dirlo a Kate, a Josh e a Matt. Dovrei trovare delle parole di conforto per loro, ma la verità è che non le ho trovate nemmeno per me stessa.

Anche mia madre ha deciso di non andare a lavoro, almeno credo. Ieri sera non l'ho più vista e non sono nemmeno scesa a cenare, tanto non avevo fame e sicuramente lei ha perso l'appetito pensando a me. Stamattina non l'ho sentita passare ticchettando con i tacchi con la sua solita fretta che oramai fa parte della sua persona da svariati anni. A pensarci bene credo che non sia più uscita dalla sua stanza da quando ci si è chiusa dentro.

Mi giro sul fianco e chiudo gli occhi, la fregatura è che non riesco a chiudere le parole che mi corrono per la testa, non riesco a spegnere i pensieri che quasi mi soffocano. Mi tappo le orecchie con le mani come se potessi scacciare tutte le voci, ma non ci riesco, non riesco a mandarle via.

"AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH" urlo per sovrastare tutto quel rumore.

Sono sparite, tutto tace, non ci credo. Le palpebre si fanno subito pesanti e non posso far altro che crollare distrutta.

Vengo svegliata bruscamente dal campanello di casa che suona incessantemente. Ma chi è? Chi ha tanta fretta? Spero che si sia alzata mia madre perchè non ho molta voglia di alzarmi. Il campanello continua a suonare e mi arrendo al pensiero che sarò io che dovrò andare ad aprire. Indosso le ciabatte e scendo le scale ma mi blocco a metà, quando vedo mia madre davanti la porta che guarda Kate con un piccolo sorriso. Nel momento in cui si accorgono della mia presenza entrambe mi guardano e mia madre scoppia in lacrime. Non riesce nemmeno più a reggere il mio sguardo. Tutto questo mi sta uccidendo.

Kate la guarda stranita, non l'ha mai vista in quello stato, in realtà nessuno l'ha mai vista così a parte me. Mia madre è sempre stata una donna allegra e sorridente, e l'unico momento in cui è stata male come in questo momento è stato quando papà se ne è andato preferendo una donna alla sua famiglia.

Kate senza aspettare un'attimo abbraccia mia madre che si rifugia subito tra le sue braccia aggrappandosi in modo morboso alla sua giacca. Giro la testa e risalgo le scale e mi rimetto a letto.

Nel cuore delle comete #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora