I miei fratelli

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"Faith, tesoro, lo lasci un pò quel libro e mi vieni ad aiutare?" chiede dolcemente mia madre.

Chiudo annoiata il libro e raggiungo mia madre che è indaffarata in cucina a preparare mille cose per gli ospiti che ha invitato per pranzo. La vedo sfrecciare tra le pentole, gli scolapasta, i tegami mentre guarda con un'occhio l'acqua che bolle, con l'altro il polpettone in forno e con l'altro l'impastatrice che lavora la pasta. Si, ho detto bene, non è stato un mio errore, mia madre non ha un occhio, non ha due occhi ma ha la bellezza di diecimila occhi nascosti da qualche parte che usa per spiare tutto e tutti. 

"Apparecchi gentilmente che stanno per arrivare?!"

"Quanti siamo?"

"Ecco, vediamo.... uno, due.... siamo sette"

Prendo coltelli, forchette, tovaglioli e bicchieri e mi avvicino al tavolo per sistemare tutto alla perfezione, come vuole mia madre. Il campanello suona e mia madre schizza come una molla per andare ad aprire, mentre passa guarda schifata il tavolo e indicandolo dice:

"I tovaglioli incartali a forma di fontana, non mi piacciono così piatti"

Uff, mamma cerca di accontentarti che non siamo al ristorante ed io non sono un cameriere da schiavizzare. 

La vedo rispuntare poco dopo sempre con il suo passo veloce mentre corre di nuovo in cucina e al suo seguito entra nella stanza anche Kate, che non sapevo fosse una degli invitati. 

Continuo a incartocciare i tovaglioli avendo come unico risultato un mucchio di stoffa accartocciata, sembra del letame che viene risucchiato dall'alto. 

"Stupendi, ma perchè ora non vai di sopra a darti un'aggiustata generale, eh?"

Salgo le scale ed entro nella mia stanza per darmi l'aggiustata generale di cui parla mia madre, non sia mai che i nostri ospiti mi vedano in queste condizioni pietose. Apro la cabina armadio e prendo il mio solito e prevedibile jeans, una felpa nera con la scritta 'Be different' e poi dopo molto tempo decido di truccarmi. Mi posiziono di fronte lo specchio e ammiro il mio viso stanco, pallido, con le occhiaie viola e visibilmente dimagrito. Abbasso la testa prima che mi metta a piangere come una bambina di fronte al mio riflesso. La porta si apre e ad entrare è Kate che viene subito verso di me e prendendomi le mani tra le sue mormora:

"Sei bellissima!" vedendo che quelle parole non mi tirano su di morale aggiunge "Vuoi che ti trucchi così facciamo sparire questo pallore cadaverico?"

Annuisco, prende la mia borsetta dei trucchi ed inizia a spalmare del fondotinta su tutto il viso, applica poi il correttore per coprire le occhiaie, continua con l'aggiunta del mascara e matita nera, un spolverata di fard sulle guance e per finire un gloss trasparente all'essenza di fragole. 

Prego il buon signore che Kate abbiamo fatto un miracolo, ed è così, tutte le imperfezioni non sono sparite ma sono state coperte in modo da intravedersi solo se ci si fa caso molto attentamente. Ha fatto davvero un'ottima lavoro. 

"Che ne dici se leghiamo in capelli in una coda tirata con una treccia al lato sinistro"

No. Non lego più i miei bellissimi capelli in code o chignon che tanto amavo. Con l'inizio della terapia ho iniziato a perdere cumuli di capelli, a mazzi proprio, e da questo ne è dipesa la decisione di portare i capelli sciolti, per coprire i buchi che ho in testa di modo da non farli vedere e destare sospetto tra la gente. 

Il campanello suona e io e Kate siamo pronti per scendere ad accogliere i nostri ospiti. Spero con tutto il cuore che mia madre non abbia avuto la felice idea di invitare di nuovo Livia e Matt a pranzo senza avermi avvisato, come l'altra volta. E infatti non sono loro i nostri ospiti ma la famiglia Robinson, gli amici di una vita.

Nel cuore delle comete #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora