Matt Pov's
Mi manchi.
Mi manca la tua risata. Mi manca chiederti "come stai" e vederti prendere le difese da me che mi preoccupo per te, perché ti amo. Mi manca dover insistere a doverti penetrare con le parole fin dentro la bocca e l'anima, anche se sapevi che alla fine, se si trattava di te, io non mollavo la presa. Mi manca stare ad ascoltarti mentre, con l'ansia che risaliva dallo stomaco ti stringeva la gola e il fiato, mi raccontavi dei mille problemi che mi spaventavano più di quanto quei farabutti facessero con te stessa, perché ho sempre avuto paura che da sola tu non potessi reggere il peso. Amavo ascoltarti parlare di tua madre, che conosco bene, delle tue giornate storte, delle tue aspettative, del tuo passato che non ho visto scorrere sotto i miei occhi. Mi manca la tua ironia dietro la quale spesso si celava la tua serietà da bambina. Sapevi sempre dove stava la verità. Mi manca toglierti quella maschera che indossavi per difenderti dai mostri che portavi addosso come ciondoli benedetti e preziosi. Non sei mai riuscita a capire fino infondo come era possibile che quel finto volto sorridente con me non funzionasse. Ad un ballo mascherato e agghindato ti avrei riconosciuta dall'odore della tua semplicità. Mi manca il tuo sorriso, perché quando sorridevi vedevo la tua nudità e, sullo sfondo dei tuoi occhi si stagliava un cielo livido. Ho sempre desiderato portarti al mare e l'ho fatto, perché lì tra gli scogli e le conchiglie, le murene e le stelle marine, sotto il cielo smagliante che si riflette nel mare tuffandosi a strapiombo all'orizzonte e ai piedi di una preziosa risacca, tu ritrovavi te stessa. Ed eri dolcissima chinata a terra, mentre mi chiamavi e mi porgevi una conchiglia dicendomi che ti stava antipatica perché assomigliava alla testa dura che avevo con te: infilasti il dito nel suo incavo come a volermi fare il solletico, ed io lo sentivo proprio lì, sui fianchi. Mi manca quella costante, inquieta incertezza di non sapere mai se dentro di te ci fosse un posto che stavi preparando per me: lo immagino pieno di luci, di colori, di odori, di ferite, di dolori. Io avrei sguainato la mia silenziosa spada e avrei strappato via l'erbaccia, i rovi, i veleni per donarti speranze e giorni nuovi dove avresti appoggiato il tuo capo al mio cuore: non ti avrei causato danni, ma solo amore. Anche se ora sei lontana dalle mie mani, non ti strappo ai pensieri e ti ho sempre qui vicino al cuore e prego Dio affinché tu sia protetta da tutti quei mali e quei mostri che ti spaventavano e ti tenevano prigioniera. Riesco a sentire ancora le tue urla strazianti, ma quando ti chiedo "dove sei?", tu non mi rispondi. Stai zitta e chini il capo verso l'ombra che ti tiene braccata per le caviglie: scivoli in un suo strattone e le labbra ti si spaccano di sudore misto a tristezza. Cosa vale più? Dimmelo! Cosa? Io non posso più salvarti, è troppo tardi. Confondevi i sogni con le illusioni, le stelle con le luci della città. Avevi preso ad ingoiare stupide giustificazioni che davi a te stessa, respiri rimandati a giorni che non ci saranno. Hai perso il tempo, il sangue e la vita. Non hai più occhi per meravigliarti, né lacrime che bagnino la tua aridità. Te ne stavi seduta nelle tue prigioni a guardare le tue vans nere sotto i lunghi capelli biondi che con un gesto rovesciavi da un lato oscurando metà del tuo viso. Sulla coda del tuo occhio portavi una direzione, l'eyeliner, che ti nascondeva e ti rendeva più bella anche quando piangevi e, col volto rigato come la superficie di un vetro di pioggia su cui scendevano informi scure gocce d'acqua celeste, facevi la faccia buffa, come quella di un pagliaccio: il naso che si accendeva di rosso è l'ultimo avanposto della tua fragilità. Non volgi più lo sguardo verso il cielo, perché ora sei tu il cielo. Sei nel cuore delle comete, anzi tu sei il cuore delle comete. Ora bruci su te stessa come la terra in cui vivevi. Porti al collo una croce: umanamente immobile, umanamente sconfitta. Come te.
Mi manchi ed io non so più che fare.
Vorrei solo sapere se io ti manco come tu manchi a me. Vorrei solo sapere se mi ami ancora, anche da lassù, in mezzo a tutte quelle stelle.
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Nel cuore delle comete #WATTYS2019
RomanceWATTYS2019 Lei la solita bella ragazza, dolce, solare e allegra di cui nessuno si cura perché è una secchiona, preferisce i libri alle persone e si veste alternativamente. Lui bello da mozzare il fiato, ribelle, arrogante e sano portatore di guai. ...