Bambina

45 5 1
                                    

"Papà..."

Cosa ci fa qui? Sono anni che non lo vedo ed ora è davanti la mia porta. Lo guardo attentamente e noto che gli anni hanno iniziato a farsi sentire. I suoi capelli non sono più castano scuro come una volta, ma hanno qualche ciuffo bianco sparso qua e là ed intorno agli occhi si vedono già i segni delle prime rughe. Dalla faccia che ha sembra essere stanco, spossato. Mi sta sorridendo con la sua dentatura perfetta e proprio come me, anche lui mi sta guardando.

Mi faccio coraggio e chiedo:

"Cosa ci fai qui?"

"Ciao tesoro" mi abbraccia evitando completamente la mia domanda. "Mi sei mancata!"

Ed ecco che mi colpisce un tonfo al cuore. Nessuno lo sente, tranne me. Fa male. Gli sono mancata, ma non al punto di prendere un qualsiasi mezzo di trasporto per venirmi a trovare. Sono sua figlia, ma non lo sono. Ho perso il diritto di essere chiamata così quando ha avuto altri bellissimi bambini, che stranamente mi assomigliano anche se poco.

Quando ci sciogliamo dall'abbraccio, chiudo la porta di casa e lo conduco in salone senza invitarlo verbalmente. Quando entriamo nella stanza tutto si ammutolisce e le risate si spengono. I miei amici guardano confusi l'uomo strano che ho lasciato entrare in casa, giustamente dato che non lo conoscono. Il mio sguardo viene puntato subito a mia madre che non sembra affatto sorpresa dalla sua visita, come se già sapesse che sarebbe venuto. Con la mano prende il calice di vino che si era versata poco prima e se lo scola in un solo fiato.

Abbassa lo sguardo e interviene.

"L'ho chiamato io. Era giusto che sapesse e che passasse un pò di tempo con te"

Non può averlo fatto. Invece è proprio così. Non ha nemmeno il coraggio di dirmelo guardandomi negli occhi.

Matt mi prende la mano e silenziosamente mi chiede chi lui sia. È arrivato il momento di presentarlo.

"Lui è mio padre. Papà, loro sono i miei amici"

Si presenta poi personalmente con una stretta di mano. Tutti lo guardano con occhi di riguardo, dato che conoscono bene la mia storia. La persona che lo guarda con maggiore rabbia è Matt, che mi ha ascoltate ore ed ore sull'argomento papà. Ci sono voluti mesi per farmi parlare di lui, ma alla fine è riuscito a farmi esplodere.

"È stato un piacere conoscervi. Ora, però, dobbiamo proprio andare"

"Andare?"

"Si, sono venuto a prenderti bambina, per fare un giro insieme"

Bene. Guardo mia madre in cerca di aiuto, ma lei continua a non guardarmi facendomi capire che sapeva già tutto. Non obietto, non servirebbe. Salgo in camera e mi cambio tra i mille pensieri che mi affollano la testa.

Matt mi da un bacio sulla fronte e mormora che sarà ancora lì al mio ritorno. Saluto tutti prima di uscire e salire in macchina.

Un silenzio pesante aleggia nell'abitacolo. Sono anni che non mi vede e non mi fa nemmeno una domanda su che vita conduco, che college ho scelto, in cosa voglio laurearmi, che progetti ho per il futuro. Nulla, zero.

"Dove stiamo andando?"

"Ti porto a conoscere la mia famiglia"

Il colmo. La sua famiglia. Vorrei tanto urlargli che anche io e la mamma siamo la sua famiglia, ma sembra non ricordarselo. Se solo aprissi bocca in questo momento scoppierei in un pianto isterico.

"I tuoi fratelli non vedono l'ora di conoscerti"

Finalmente. Dopo dieci anni non vedono l'ora di vedermi per la prima volta. Che fortuna! Io, invece, scommetto che non sanno nemmeno della mia esistenza.

Nel cuore delle comete #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora